Almeno 60mila. Sono gli euro che per le istituzioni giudiziarie dobbiamo pagare per la solidarietà e le lotte per i diritti sociali.

Almeno 60mila. Sono le volte che rifaremmo quanto ci viene contestato.

Siamo un variegato gruppo di attivistə di Brescia e provincia che negli ultimi dieci anni, in un mondo dove la dignità delle persone meno abbienti viene calpestata ogni giorno, ha partecipato a iniziative di lotta e protesta contro le disuguaglianze sociali: picchetti per impedire gli sfratti per morosità incolpevole e garantire il passaggio da casa a casa, irruzioni simboliche e pacifiche all'interno di uffici pubblici per pretendere l'intervento dei servizi sociali, occupazioni di immobili abbandonati insieme a chi altrimenti avrebbe dormito per strada, manifestazioni contro il razzismo e per i diritti delle persone migranti, cortei contro le politiche sociali inique dei governi, iniziative per l'ambiente e il clima, contro la devastazione del territorio e del Pianeta. In alcuni casi, abbiamo ricevuto le manganellate della Polizia come unica risposta.

Per queste attività, moltə di noi hanno subito condanne che consistono non soltanto in pene detentive, ma anche in sanzioni pecuniarie, risarcimenti, pagamenti delle spese processuali.

Riportiamo l'esempio soltanto delle prime due ammende che dovremo versare, quelle più urgenti:

Una sentenza della Corte di Cassazione del 25 febbraio 2022 ha condannato dodici di noi a pagare  3.000 euro a testa alla cassa delle ammende (per un totale di 36.000 euro), dopo aver respinto il ricorso presentato contro una sentenza che li aveva ritenuti colpevoli di aver resistito a feroci cariche di polizia durante una partecipata manifestazione studentesca organizzata dal Kollettivo Studenti in Lotta in occasione dello sciopero sociale del 14 novembre 2012. Esistono diversi video che ben documentano come tali cariche su studentesse e studenti furono molto violente e immotivate.

Un’altra sentenza del Tribunale di Brescia ha condannato diciassette di noi per aver occupato simbolicamente, per qualche ora, gli uffici del comune di Capriolo, la cui giunta leghista, nel 2014, negava ogni intervento in favore di una famiglia (con tre figli minorenni, due dei quali invalidi) sotto sfratto esecutivo supportata da Associazione Diritti per tutti, Magazzino 47 e Collettivo Gardesano Autonomo. Sono 6.000 gli euro da pagare - in questo caso - al comune di Capriolo, che si era costituito parte civile nel processo.

Altre condanne simili potrebbero essere pronunciate a breve o sono già state emesse e stiamo aspettando di capire quali saranno le pene pecuniarie. Per questo motivo abbiamo stimato che si tratta di (almeno) 60mila euro complessivi.

Ci attiveremo con iniziative di autofinanziamento come cene, pranzi, banchetti di raccolta fondi, sottoscrizioni a premi e altre a cui stiamo pensando. Stavolta, però, questo sforzo non sarà sufficiente.

Con questa campagna di raccolta fondi facciamo appello alla solidarietà di una comunità più ampia, quella di chiunque pensi che sia sempre giusto lottare insieme per affermare uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale contro un modello politico, economico e sociale che le nega ogni giorno. Serve il supporto di tuttə coloro che continuano a pensare che un mondo migliore sia possibile e necessario.

La prima iniziativa è questo Crowdfunding su Produzioni dal basso, con il quale vi chiediamo di aiutarci con qualsiasi cifra possiate donare.