Una campagna di
GIORGIO FRANCANIContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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A TRAZIONE ANTICA
colture originali per ritornare alla terra
CHI SONO
Sono un lavoratore agricolo del lecchese che dal 2014 si occupa anche di apicoltura.
Ho maturato questa scelta nelle esperienze di lavoro rurale precedenti, che mi hanno fatto riflettere sull’importanza di un’impostazione lavorativa più vicina ai ritmi della terra.
È stato l’incontro con un apicoltore biologico locale di Valgreghentino (Lc) che mi ha fatto avvicinare al mondo delle api e definitivamente orientare verso questa scelta lavorativa. Amo e rispetto il mio lavoro, tanto da scegliere di aprire un’azienda agricola atta alla produzione di miele biologico e di ortaggi.
Come apicoltore lavoro su cento alveari distribuiti in:
- tre apiari stanziali, uno sito in Monte Marenzo (Valle San Martino, Lc), un altro a Rossino di Calolziocorte Loc.,uno a Turano (Valle San Martino, Lc) e infine uno a Valgreghentino (Valle San Martino, Lc) nei quali viene prodotto, principalmente, il miele di Castagno
- un apiario nomade per la produzione del miele di Acacia, uno relativo alla produzione del miele di Tiglio e un ultimo per la produzione del miele Millefiori di montagna.
Il nomadismo viene effettuato nel raggio di una trentina di km dagli apiari stanziali poiché, pur cercando di produrre diverse varietà di miele, voglio tenere in considerazione le possibili ripercussioni da stress sulle api indotte dal nomadismo a lungo raggio. Il miele che produco non subisce alcun trattamento termico che ne impedisca la cristallizzazione, questo per mantenere intatte le proprietà organolettiche.
In ogni singolo alveare la cera è di lavorazione biologica e per il trattamento contro la Varroa (acaro mortale per le api, presente da fine anni ottanta in Italia) utilizzo il telaino “Campero” - nato negli anni novanta e che prende il nome dal suo inventore. Campero osservando le api si rese conto che i fuchi (maschi delle api) erano i portatori principali della malattia . Ponendo il telaino Campero all’interno dell’arnia si blocca in parte la “covata” di maschi che viene “tagliata” ogni quattro giorni. Inoltre utilizzo l’acido ossalico o il timolo consentiti nella cura degli alveari biologici.
Nel 2019 si è coronato un piccolo sogno: sono riuscito ad avere in affitto una cascina con tre ettari di terreno circostante.
Da allora ho deciso di continuare l’esperienza lavorativa come apicoltore e contemporaneamente di iniziare un percorso finalizzato alla produzione di verdure a km 0.
Il raccolto mi consente di servire un GAS della zona, di fare consegne di verdura a domicilio e di allestire, di sabato mattina, un piccolo punto vendita agricolo nella corte della cascina in cui vivo con la mia famiglia.
Gli ortaggi di mia produzione sono stagionali e non subiscono alcun trattamento chimico.
Per la concimazione dei terreni utilizzo sia il letame che arricchisce l’humus del terreno, sia il pellet biologico certificato, che soddisfa principalmente la richiesta nutritiva della pianta.
OBIETTIVO
Il mio obiettivo è di riuscire ad arrivare a coltivare tutti i tre ettari che ho in gestione, in parte a ortaggi e in parte a cereali, senza praticare uno sfruttamento intensivo e concedendo un giusto riposo ai terreni. Per riuscire a fare tutto questo, in vista anche di uno sviluppo della mia piccola attività e nello stesso tempo del territorio in cui la stessa è inserita, avrei bisogno di un trattore da 70 cavalli. Il progetto si vuole concentrare, nello specifico, sulla lavorazione di un ettaro e mezzo di terra da destinare a varietà antiche di cereali e granoturco con cui, poi, produrre farina da destinare alla vendita diretta.
LA VISIONE AMBIENTALE E LE AZIONI DEL PROGETTO
«Il successo dell’agricoltura rispetto alle nuove attese della società risiede nella capacità dell’impresa agricola di produrre alimenti sani e genuini e concorrere allo stesso tempo alla protezione delle risorse naturali e allo sviluppo equilibrato del territorio, creando occupazione e riservando maggiore attenzione alla qualità del lavoro»1
Ciò a cui miro nella mia professione riguarda la realizzazione di un'agricoltura sostenibile e la concreta salvaguardia del livello ambientale che mi circonda con un’etica di rispetto della biodiversità.
Ricreare un modello di produzione che abbia alla base questi valori, con una attenzione al territorio locale e alle esigenze dei lavoratori della comunità che lo supporta, non è affatto facile. Le azioni che andrò qui di seguito a riassumere, vanno nella direzione di un ritorno a una vita professionale maggiormente rispettosa sia delle comunità locali che dell'ecosistema ambientale nel quale sono inserite. Non bisogna tuttavia dimenticarsi della sostenibilità di un’azione economica, che, seppur in modalità differente, mira a sostenere l’impatto sociale di una piccola azienda come la mia.
LE COVER-CROPS
Vorrei, grazie al supporto che trarrò da questo progetto, adottare il metodo della minima lavorazione sui terreni (non arando gli stessi), seminando nei periodi “vuoti” le cover-crops e applicando una lotta biologica integrata che permette di non utilizzare pesticidi e fertilizzanti.
Le cover-crops sono colture che non si raccolgono e che non si vendono, ma che migliorano la fertilità del suolo a favore di quelle da reddito che seguiranno.
Alcune cover crops come veccia, trifoglio e pisello, essendo leguminose, fissano l’azoto atmosferico e ne aumentano così la dotazione nel suolo.
Gli apparati radicali, di diversa conformazione ed estensione, effettuano una vera e propria lavorazione del suolo, arieggiando e contribuendo alla creazione degli interstizi che favoriranno l’applicazione successiva della gestione conservativa dei terreni.
La vegetazione presente sul terreno durante i mesi invernali lo salvaguarda dagli effetti disgreganti provocati dalle piogge battenti e dai fenomeni di ruscellamento, particolarmente dannosi nelle aree collinari.
La copertura del suolo toglie luce alle infestanti, che si sviluppano molto meno rispetto a un terreno nudo, e le radici di alcune cover crops ,come la senape, liberano sostanze che inibiscono la crescita delle infestanti.
PRESERVARE LA BIODIVERSITÀ CON LE VARIETÀ STORICHE
Grazie al finanziamento, inoltre, potrò occuparmi del recupero di varietà ormai non più in uso al fine di preservare la biodiversità, interrompere un’agricoltura dedita solo alla produttività e per una migliore qualità di ciò che mangiamo.
Grazie ad alcuni agricoltori locali sono riuscito a recuperare le varietà antiche che utilizzerò per riuscire ad iniziare a coltivare una superficie di 15000mq.
► MAIS SCAGLIOLO
Il granoturco, detto Scagliolo, è una popolazione di mais a libera impollinazione e deriva da un miscuglio di diverse varietà tradizionali nelle quali predomina la cariosside lunga a corona rotonda, inserita su tutolo sottile.
Lo Scagliolo è compreso nel gruppo dei mais maggenghi; seminato in aprile o ai primi di maggio è pronto per la raccolta nella seconda metà di settembre. Il suo ciclo vegetativo si svolge e si conclude in circa 145-155 giorni. La coltura viene concimata mediante l’uso di concimi organici o minerali e il controllo delle infestanti è di grande importanza soprattutto nelle prime fasi di sviluppo. La raccolta delle spighe è in genere effettuata manualmente ove le ridotte dimensioni dell’area coltivata lo consentano, ma può essere effettuata anche meccanicamente ponendo particolare attenzione alla qualità del prodotto durante la raccolta e alla sua successiva conservazione.
► GRANO ANTICO GENTILROSSO
Tutti i grani “cosiddetti antichi”, in realtà, derivano dagli anni ‘20 del 900 quando Nazareno Strampelli, in piena battaglia autarchica del grano del periodo fascista, incrociò diverse varietà di frumento.
Soppiantati da varietà più moderne, molto più produttive, i grani antichi sono andati via via scomparendo per ritornare nell’ultimo decennio ad essere coltivati.
Il Gentilrosso possiede meno glutine e contiene più tipi di proteine risultando non solo più nutriente, ma anche più digeribile.
► FARRO MONOCOCCO
Il monococco è un frumento diploide a cariosside vestita; introdotto in coltura circa 10.000 anni fa nel Vicino Oriente, è stato una delle specie fondatrici dell'agricoltura per come la conosciamo. Dalla sua zona di origine - un’area situata nella Turchia Centrale - il Monococco si è diffuso rapidamente in tutta l'Europa. Il rinnovato interesse per questa coltura è legato alla crescente sensibilità dell'opinione pubblica per le caratteristiche dietetico/nutrizionali dei prodotti da esso derivati ed è giustificato dall'ottima composizione della sua farina.Il suo contenuto proteico, in media pari al 17-19%, è superiore quello di tutti gli altri cereali coltivati e presenta un valore nutrizionale migliore rispetto al frumento tenero e frumento duro. È un grano multinutriente, ricco di fibre, moltissime proteine, pochissimo glutine e zucchero.
PER I SOSTENITORI
25 euro: due buoni sconti del 10% da spendere presso il nostro punto vendita di Valgreghentino;
50 euro: cinque buoni sconto del 10% da spendere presso il nostro punto vendita o nella cassetta a domicilio ed un kg. di miele;
100 euro: cassetta mista di verdura da 3 kg. per tre settimane da ritirare presso il nostro punto vendita di Valgreghentino e due kg. di miele;
200 euro: adotta un’arnia. 12 kg. annui di produzione della stessa arnia per il sostenitore;
250 euro: cassetta mista di verdura da 5 kg per quattro settimane e tre kg. di miele;
500 euro: cassetta mista di verdura da 5 kg. per otto settimane e quattro kg. di miele;
1000 euro: cassetta mista di verdura settimanale da 5 kg. per quattro mesi e dodici kg. di miele.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
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