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Il progetto The project
«'A vita è suonno» è il progetto che dà nome all’album presentato in questo crowdfunding. Si tratta di un concept-album originale interamente scritto in lingua napoletana e registrato a Beirut. A questo progetto collaborano musicisti, artisti, video-maker, tecnici del suono, giornalisti, documentaristi italiani, libanesi, armeni, siriani e iraniani che hanno come punto di incontro il Libano e Beirut.
L’idea centrale dell’album è il processo di individuazione e raggiungimento del Sé e prende spunto dall’opera iniziatica di Calderón de la Barca, da cui mutua anche il titolo. Il lavoro mette in discussione il positivismo dogmatico, il culto della tecnica, il razionalismo autoreferenziale e inconsapevole del proprio limite.
Otto canzoni e una composizione strumentale raccontano questo viaggio alla ricerca di sé e alla scoperta del mondo, trattano dei sentimenti e dei rapporti fondamentali dell’esistenza: la paura di sbagliare strada, la frammentazione, l’amicizia falsa, l’amore incompreso, la separazione, il perdono profondo di sé e dell’altro. E poi ancora: la notte e la rinascita e finalmente l’incontro con l’anima.
Il linguaggio è stratificato, ma aspira a rimanere semplice e mai sofisticato nell’intento di arrivare a tutti e a ciascuno. La scelta del napoletano non è unicamente stilistica, per quanto la sua ricchezza si presti perfettamente alla creazione artistica. Scrivere, cantare in napoletano, che è la mia lingua madre, mi permette di saltare l'ostacolo del significato per provare ad arrivare direttamente al cuore anche di chi del napoletano non ha mai sentito parlare attraverso quella funzione archetipica della lingua madre fatta di suoni, frequenze, vibrazioni prima ancora che di parole. Quando canto in napoletano è come se chi vuole ascoltare capisse anche senza capire. Canzone e melodia sono mutuati dalla tradizione della musica e della canzone napoletana, il perno centrale su cui il progetto ruota.
Le registrazioni sono state effettuate dal vivo in studio con tutti i musicisti, con l'intenzione di riportare un momento musicale non definitivo, ma naturale, una musica mentre accade e non costruita in maniera artificiale come succede per i prodotti commerciali. Gli strumenti sono tutti acustici e ciò affinché la musica sia suonabile in ogni circostanza e senza l’ausilio della macchina.
Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un documentario in collaborazione con la giornalista e videoreporter Sonia Grieco e il film maker siriano Qais Al Hamoud Al Trad e di nove tavole, una per ogni brano, dipinte dall'artista iraniana Negin Fallah.
«Life is a dream» is the album named after the project presented in this corwdfunding. It is an original concept-album entirely written in Neapolitan language and recorded in Beirut. It was produced by musicians, artists, video-makers, sound engineers and journalists from Lebanon, Italy, Syria, Armenia and Iran who all have Beirut as their base.
Central to the album is the idea of the discovery and reaching of the Self. It takes its cue from the initiatory work of Calderón de la Barca, from which the project borrows its name. His work puts into questions dogmatic positivism, the cult of the technique, the self-referential nature of rationalism when unaware of its limits.
With its eight songs and one instrumental composition, the album narrates the search for the Self and the discovery of the outside world. This is a journey into the emotions and relationships that are part of our very existence: the fear of taking the wrong path, the fragmentation of the soul, false friendships, unrequited love, separation, forgiveness for oneself and for others. And then: night, rebirth and finally the encounter with the soul.
The language is layered, but aspires to remain simple in order to reach everyone. The decision to write the lyrics in the Neapolitan language isn’t stylistic alone, driven by the fact that its richness lends itself perfectly to artistic creation. Writing and singing in Neapolitan, which is my mother tongue, is also an attempt to jump the obstacle of meaning to reach everyone’s heart, even those who do not understand the language. Due to the archetypal function of any mother tongue, made of sounds, frequencies, vibrations – before meaning – Neapolitan becomes a universal language, that can be felt by those who do not speak the language. The poetic forms and the idea of melody are borrowed from the Canzone Napoletana, the pivot around which the project revolves.
The recordings were made live in the studio with all the musicians to capture the organic creation of music as it happens, rather than constructing it artificially. The instruments are all acoustic for the music to be played in all circumstances and without the aid of the machine.
The project also includes a documentary in collaboration with the journalist and videoreporter Sonia Grieco and the Syrian film maker Qais Al Hamoud Al Trad, as well as nine illustrations -one for each piece- painted by Iranian artist Negin Fallah.
Chi è Paʃqà? Who is Paʃqà?
Paʃqà è una sgrammaticatura, un’eccezione alla regola. La «ʃ» presa in prestito dall’alfabeto fonetico indica la pronuncia napoletana della «s» del nome Pasquale.
Paʃqà is a grammatical twist, an exception to the rule. The «ʃ» borrowed from the phonetic alphabet indicates the Neapolitan pronunciation of the "s" of the name Pasquale.
Foto by Lara Nohra
Mi chiamo Pasquale Porciello e sono un cantante, chitarrista, compositore, arrangiatore e paroliere. Vivo da quasi dieci anni a Beirut dove lavoro come analista politico esperto di Libano e Medioriente, giornalista (corrispondo dal Libano per Il Manifesto), docente di italiano all’Università Antonina e all'Istituto Italiano di Cultura. Ho studiato cultura, storia, politica e lingue dell'area mediorientale tra Italia, Regno Unito, Siria e Libano. Parlo correntemente arabo, inglese, francese, spagnolo, portoghese e italiano, oltre ovviamente al napoletano.
Ho frequentato le classi di Violoncello e Composizione al Conservatorio Cimarosa di Avellino e poi al Regio Conservatorio san Pietro a Majella di Napoli, che però non ho terminato. Non ho mai però abbandonato la musica -e nemmeno lei mi ha mai abbandonato- e ho ripreso in modo costante a calcare le scene da quando mi sono stabilito a Beirut nel 2014. Qui mi esibisco come cantante, chitarrista e band leader di varie formazioni di musica jazz e popolare brasiliana o come solista ospite di varie formazioni nei jazz club e nei teatri più importanti libanesi. Ho una profonda passione per la canzone classica napoletana che da anni studio. Nel 2021 compaiono i miei primi lavori come autore. Il 2021 è anche l'anno dei miei primi due singoli: Héloïse e Assafà. ‘A vita è suonno è il mio primo album.
My name is Pasquale Porciello and I’m a singer, guitarist, composer, arranger and lyricist. I’ve lived in Beirut for almost ten years, where I work as a political analyst on Lebanon and the Middle East, as journalist for the newspaper Il Manifesto and as professor of Italian language and culture at the Antonine University and the Italian Cultural Institute. I studied culture, history, politics and languages of the Middle East in Italy, UK, Syria and Lebanon. I’m fluent in Arabic, English, French, Spanish, Portuguese and Italian, as well as the Neapolitan language.
I attended Cello and Composition classes at the Cimarosa Conservatory of Avellino and then at the Royal Conservatory of San Pietro a Majella in Naples, which I didn’t finish. However, I never abandoned music -and she’s never abandoned me either- and I resumed performing since settling in Beirut in 2014. As a singer, guitarist and band leader, I was part of in different bands playing jazz, Brazilian jazz and popular music and was invited as a guest soloist in some the most reknown Lebanese jazz clubs and theaters. I have a deep passion for the Canzone Napoletana, which I spent years studying. In 2021, I released my first two singles: Héloïse and Assafà.
'A Vita è Suonno is my first album.
Cosa finanziare? What are you funding?
'A vita è suonno è un progetto ambizioso e comprende, oltre all’album, un documentario pensato e da realizzare assieme alla giornalista Sonia Grieco sulle varie fasi del progetto e che offirà uno spaccato sul Libano di oggi e sull'urgenza dell’arte come fonte di rinascita. Comprende inoltre i lavori della pittrice iraniana Negin Fallah, un percorso pittorico parallelo a quello musicale. L’Istituto Italiano di Cultura di Beirut è riuscito a finanziare solo parte delle spese, data l’incertezza dovuta alla crisi economica in Libano che ha messo in ginocchio il paese a partire dal 2019 e che peggiora di giorno in giorno. Viviamo oggi tagli all'elettricità che lasciano al buio il paese per ore e ore, c'è carenza di beni di prima necessità, un'inflazione esponenziale e tantissime altre crisi nella crisi.
A fatica e grazie alla disponibilità, alla generosità, all’amicizia dei musicisti e dei tanti collaboratori che hanno abbracciato il progetto e accettato compensi simbolici siamo riusciti comunque a portare a termine la registrazione dell'album. Ma questa è stata solo la fase iniziale. La precarietà del contesto rende oggi tutto più difficile e solo il vostro aiuto potrà permettere di portare a termine il progetto.
Questo crowdfunding permetterebbe di coprire le spese di post produzione, l’incisione di un’edizione limitata di vinili, la realizzazione materiale dell’album e del suo supporto grafico. Preordinando una copia dell’album e delle ricompense, contribuirete inoltre a portare a termine il documentario.
Il vostro contributo ci permetterà infine di portare a Napoli, dove tutto ha avuto inizio, parte dei musicisti per il lancio del progetto e di organizzare un concerto a giugno. Saremmo ovviamente onorati della vostra presenza.
L’ostinazione con cui finora sono state affrontate tutte le fasi del processo artistico in un contesto e in un momento particolarmente sfavorevoli sarebbe premiata dal riconoscimento di chi come me, come noi, sa che l'arte è il senso della vita.
Life is a dream is an ambitious project. Alongside the album, I’m working on a documentary on the various phases of its realisation together with the journalist Sonia Grieco. It will offer an insight into today's Lebanon and on the necessity of art for rebirth. The project also includes the illustrations of Iranian painter Negin Fallah, whose figurative journey accompanies the musical one. The Italian Cultural Institute in Beirut is financing part of the expenses in the midst of the economic crisis that has engulfed Lebanon since 2019 and gets worse day after day. Today we experience long electricity cuts that leave the country in the dark for hours and hours, a primary goods shortage, an exponential inflation and many other crises in the crisis.
Thanks to the availability, generosity and friendship of the musicians and of the other collaborators, who embraced this project accepting symbolic remuneration, we managed to complete the recording of the album. But this was only the first step. Only your help coud at this point make it possible to complete the project.
This crowdfunding will give us the chance to cover post production costs, print the Cds, the cover design, and a limited edition of vinyls. By pre-ordering a copy of the album and the rewards, you will also help complete the documentary.
Finally, your contribution will allow us to bring some of the musicians to Naples, where it all began, for the launch of the project and organize a concert in June. We would obviously be honored to have you there.
The steadfastness with which all the phases of the artistic process have carried out up until now, despite the unfavourable historical moment, will find its reward in the recognition of others who, like us, know that art is the meaning of life.
Ricompense The rewards
Le ricompense sono tutte veri e propri oggetti unici e da collezione.
The rewards are all truly unique and collectible items.
File digitale Digital file
Il file digitale comprende l'album in formato digitale in alta risoluzione (wma e mp3), i testi delle canzoni in napoletano e inglese, contenuti speciali in formato pdf e foto inedite.
The digital file includes the whole album in digital format in high resolution (wma and mp3), the lyrics in Neapolitan language and English, special contents in pdf format and unpublished pics.
CD e Booklet CD and Booklet
All'interno del cd troverete un booklet/poster (25x143) da appendere alla parete. Si tratta delle nove tavole di Negin Fallah che traducono in immagini le canzoni, con i versi in napoletano e le traduzioni in inglese. Ogni cd sarà autografato.
Inside the CD you will find a booklet/poster (25x143) to hang on the wall. Nine illustrations by Negin Fallah translate the songs into images, with the verses in Neapolitan language and their English translation. Each CD will be autographed.
Vinile e Booklet Vinyl and Booklet
I vinili saranno prodotti in edizione limitata. All'interno del vinile troverete oltre al booklet, contenuti extra e foto. Ogni vinile sarà numerato e autografato.
The vinyls will be produced in a limited edition. Inside the vinyl you will find in addition to the booklet, extra content and photos. Each vinyl will be numbered and signed.
Stampe Prints
Le stampe dei dipinti di Negin Fallah sono in edizione limitata, numerate e firmate dall'autrice, formato 50x70
The prints of Negin Fallah's paintings are a limited edition, numbered and signed by the author, size 50x70
Borse a tracolla Tote bags
Le borse in stoffa fatte una per una e interamente a mano con tecniche artigianali di stampa tradizionali (legno su tessuto) mediorientali su illustrazioni di Negin Fallah sono prodotte da Hikayatouna-La nostra storia- (https://www.facebook.com/ourstory.hikayatouna) un’associazione di donne rifugiate siriane in Libano. Oltre a sostenerci, contribuirete a mantenere in vita un importante progetto di sviluppo e integrazione.
The tote bags are produced by Hikayatouna-Our story- (link) an association of Syrian refugee women in Lebanon. They are handmade one by one with traditional Middle Eastern printing techniques (wood on fabric) using illustrations by Negin Fallah. As well as supporting us, you will also help keep an important development and integration project alive.
Perché Beirut, perché Napoli, perché adesso Why Beirut, why Naples, why now
In quest’album i luoghi sono sia fisici che simbolici, posti dell'anima e del corpo. La scelta di registrare e proporre un progetto artistico in questo preciso momento storico in un Libano che versa in condizioni drammatiche di crisi da oltre due anni è la dimostrazione che l'arte sublima la vita, ne è il senso primo e ultimo, punto di partenza, direzione e méta. Mai come in un momento del genere di buio totale, di mancanza di punti di riferimento, l’arte vive e fa vivere.
Basato costituzionalmente sulla confessionalità, il Libano, dove l'appartenenza religiosa è prima di tutto un tratto distintivo sociale e quindi politico, fa i conti quotidianamente con il concetto di identità. La musica in questo progetto è quel luogo dove musicisti di ogni estrazione e comunità, sunnita, sciita, drusa, maronita, armena, e via dicendo, trovano nelle differenze il punto d'incontro, come tanti volti, espressioni diverse di uno stesso Uno.
Beirut e il Libano simboleggiano la difficoltà di capire e raccontare la complessità senza banalizzarla, la frammentazione dell’uomo, lo sforzo di chi prova a cercarsi e a fare senso di sé, tutti i giri a vuoto. Beirut catalizza mondi lontani, in conflitto, confusi, scontri e discorsi su identità vere, verosimili e presunte e li restituisce talvolta con grazia e talvolta con violenza al mondo. Beirut è qui il pretesto per raccontare l’uomo con le mille parti di sé e il viaggio che compie per ricomporsi. ’ A vita è suonno è questo viaggio tra il sonno e la veglia, tra sopra e sotto, dentro e fuori.
L'altro lato del mare The other side of the sea
Napoli vissuta, respinta, amata, idealizzata, odiata, sognata è il punto di partenza e di arrivo. È il sé lasciato e il Sé trovato. È la zona di conforto, la casa da distruggere, il vecchio da lasciar andare per fare posto al nuovo. E il nuovo è sempre Napoli, ma come una scelta. Napoli è un’Itaca, il viaggio inevitabile da intraprendere controvoglia, la separazione senza la quale il ritorno non avrebbe senso.
Città così diverse e così simili, incroci di lingue e civiltà, di stili e culture, assediate, conquistate, abusate, paradossali, contraddittorie eppure sempre identiche a sé stesse, mai scontate e sempre miracolosamente vive.
L'altro lato del mare The other side of the sea
In the album, places are both physical and symbolic. They are places of the soul and the body. The choice to record and bring forward an artistic project in this moment, when Lebanon is experiencing a dramatic crisis, is the demonstration that art sublimates life – it is its first and foremost meaning, the starting point, direction and destination. In a moment of total darkness, lack of references, art lives and gives life.
Lebanon is a place where the constitution is based on confessionalism, a place where religious affiliation is a social and therefore political distinctive trait. The country therefore grapples wuth the concept of identity on a daily basis. The music in this project is a place where musicians from all backgrounds and communities – Sunni, Shiite, Druze, Maronite, Armenian – find a meeting point, like many different expressions of the same One.
Beirut and Lebanon symbolize the difficulty of understanding and conveying this complexity without trivializing it: the fragmentation of man, the effort of those who try to look for their Selves and to make sense of themselves. Beirut catalyzes distant worlds that are in conflict, confused and in contrast with one another. The discourse on real, plausible and presumed identities is sometimes brought back gracefully and sometimes violently to the world. Beirut here is a pretext to investigate the person, with the thousands parts of the self and the journey taken to piece ifself together. “Life is a dream” is the journey between sleep and wake, between what’s above and below, inside and out.
Naples – lived, rejected, loved, idealized, hated, dreamed of – is the point of departure and that of arrival. It is the self that has been left and the Self that has been found. It is the comfort zone, the house to be destroyed, the old one must let go of in order to make room for the new. And the new is always Naples, but as a choice. Naples is an Ithaca, the inevitable journey to be undertaken unwillingly, the separation without which return would make no sense.
The two cities are so different and yet so similar. They are intersections of languages and civilizations, styles and cultures. They are besieged, conquered, abused, paradoxical, contradictory, yet always identical to themselves, never taken for granted and always miraculously alive.
Documentario Documentary
Per raccontare il progetto nelle varie fasi, dallo studio al palco, da Beirut a Napoli, il contesto nel quale è nato e si è sviluppato, abbiamo deciso io e Sonia Grieco, con l'aiuto di Qais Al Hamoud Al Trad, di realizzare un documentario. L’idea è quella di parlare di cosa sia diventato il Libano negli ultimi anni di grave crisi economica e finanziaria e cosa voglia dire fare arte in circostanze così difficili. Il documentario sarà uno spaccato sul Libano contemporaneo e sull'uomo che nell'arte si conosce e riconosce in essa l'unica profonda via d’accesso alla verità. Luoghi come già detto fisici e simbolici, in modo da poter prendere questa storia, questo racconto, come uno specchio nel quale guardarsi. Il documentario descriverà allora l’avventura umana e artistica che ha portato al concepimento e alla realizzazione dell’album.
To recount the story of the project and its various phases, from studio to stage, from Beirut to Naples, the context in which it was born and developed, Sonia Grieco and I decided to create a documentary with the help of Qais Al Hamoud Al Trad. The documentary i salso a way to talk about what Lebanon has become in the last years of severe economic and financial crisis and what it means to make art in such difficult circumstances. It will offer an insight into contemporary Lebanon and into what it means to find oneself engrossed in art and to recognize it as the only profound way to access the truth. The places are, as already mentioned, physical and symbolic, and this story is a mirror with which to look at oneself. The documentary will then describe the human and artistic adventure that led to the conception and creation of the album.
Sonia Grieco è una film maker e giornalista, specializzata in affari esteri e cronaca internazionale ed esperta di medioriente. Ha collaborato con Il Manifesto, La Repubblica, Rai News 24, Open Migration, Nena News, Al Monitor, Syria Untold. Inoltre, ha lavorato come film maker per diverse organizzazioni tra cui la Ong libanese Amel, la Fondazione italiana Giovanni Paolo II e l'Istituto di politica internazionale ISPI.
Sonia Grieco is a film maker and journalist, specialized in foreign affairs and international news. She is an expert on the Middle East. Sonia has collaborated with Il Manifesto, La Repubblica, Rai News 24, Open Migration, Nena News, Al Monitor, Syria Untold. In addition, she worked as a film maker for various organizations including the Lebanese NGO Amel, the Italian John Paul II Foundation and the ISPI Institute of International Politics.
Qais Al Hamoud Al Trad è un fotografo, film maker e video editor siriano residente in Italia. Ha lavorato come fotografo di scena per la Syrian General Cinema Foundation e come assistente al montaggio per diverse produzioni tra cui i documentari ‘Ibrahim: A fate to define’ di Lina Alabed; ‘Madeness in Aleppo’ di Lina Sinjab, ‘The way home’ di Wael Kadlo.
Qais Al Hamoud Al Trad is a Syrian photographer, film maker and video editor based in Italy. He worked as a still photographer for the Syrian General Cinema Foundation and as an assistant editor for various productions including the documentaries 'Ibrahim: A fate to define' by Lina Alabed; 'Madeness in Aleppo' by Lina Sinjab, 'The way home' by Wael Kadlo.
Dipinti e grafica Paintings and graphics
I dipinti e la veste grafica dell’album sono stati creati da Negin Fallah, pittrice iraniana in Libano dal 2008. Per ogni brano, una tavola. La parte visuale di «'A vita è suonno» è il risultato di tre anni di scambio di visioni, lunghi pomeriggi di caffé e discorsi sull'arte e sulla vita. Incontri costanti divenuti una sorta di pratica rituale e processo di riflessione personale che ha portato a far convergere espressioni differenti di uno stesso linguaggio, che è quello di chi cerca la verità.
The paintings of each track and the graphic design of this album are created by Negin Fallah. She is an Iranian artist based in Lebanon since 2008. The visual appearance of «Life is a dream» is the result of three years of long afternoons of coffees and talks about art and life. These constant meetings between Negin and I became a sort of ritual practice and a self-reflective process that had led us to merge different expressions of the same language, the one of those looking for the truth.
Negin Fallah (1985) è una pittrice, artista visuale e designer iraniana. Nel 2018 la sua prima mostra personale è stata ospitata dalla Galleria d'Arte 393Rmail392 di Beirut, ora chiusa perché fortemente danneggiata dall’esplosione del 2020 al porto. I suoi lavori sono stati esposti in Francia (Espace. Saint-Remi, Bordeaux), Kuwait (HUB Kuwait), Emirati Arabi (Finishing Touch Gallery, Dubai), Iran (Rastgah Art Gallery/Saba Culture House, Tehran), Russia (Museo Contemporaneo di Calligrafia, Mosca), Regno Unito (Mehregan Festival, Londra), Germania (Mehregan Festival, Bonn).
Negin Fallah (1985) is an Iranian painter, visual artist and designer. In 2018, her first solo exhibition was hosted by the 393Rmail392 Art Gallery in Beirut, now closed because heavily damaged by the 2020 explosion at the port. Her work has been exhibited in France (Espace Saint-Remi, Bordeaux), Kuwait (HUB Kuwait), United Arab Emirates (Finishing Touch Gallery, Dubai), Iran (Rastgah Art Gallery / Saba Culture House, Tehran), Russia (Museum of Contemporary Calligraphy, Moscow), United Kingdom (Mehregan Festival, London), Germany (Mehregan Festival, Bonn).
I musicisti The musicians
Al contrabbasso uno dei più talentuosi musicisti libanesi, attivissimo sulla scena nazionale e internazionale. Fine compositore e arrangiatore, Makram Aboul Hosn (1986) è già al suo secondo album, Transmigration, inserito dalla rivista All About Jazz nei 10 migliori album 2021. Docente universitario, membro della Filarmonica Libanese, Makram spazia dalla musica classica al jazz, al blues, alla musica tradizionale.
On double bass, one of the most talented Lebanese musicians, very active on the national and international scene. Fine composer and arranger, Makram Aboul Hosn (1986) is already on his second album, Transmigration, included by All About Jazz magazine in the 10 best albums of 2021. University teacher, member of the Lebanese Philharmonic, Makram ranges from classical music to jazz to blues, to traditional Arabic music.
Khaled Yassine (1980) è un batterista e percussionista autodidatta. Dal 2003 affianca stabilmente Anouar Brahem, mentre le collaborazioni importanti non si contano: Al Di Meola, Warda, Rene Mclean, Erik Trufaz, Bojan Z, Charbel Rouhana, Arthur Satyan, Oumeima, Soumayya Baalbaki, Ghazi Abdel Baki, Ilham el Madfai. Khaled è compositore e direttore artistico di performance di musica-danza-teatro.
Khaled Yassine (1980) is a self-taught drummer and percussionist. Since 2003 he has been steadily playing with Anouar Brahem, as well as countless important collaborations: Al Di Meola, Warda, Rene Mclean, Erik Trufaz, Bojan Z, Charbel Rouhana, Arthur Satyan, Oumeima, Soumayya Baalbaki, Ghazi Abdel Baki, Ilham el Madfai. Khaled is a composer and artistic director of music-dance-theater performances.
Jana Semaan (1989) è un'affermata violoncellista solista specializzata in musica barocca. Dopo il conservatorio si trasferisce in Germania dove si laurea con il massimo dei voti in Musica Antica all’Università di Musica e Arte di Stoccarda. È in tournée con formazioni orchestrali e di musica da camera sotto la direzione di Daniel Baremboim e altri fino al 2018, quando torna in Libano dove fonda il Centro di Musica Antica all’Università Antonina. Jana ha inoltre una predilezione per la musica dodecafonica.
Jana Semaan (1989) is an accomplished solo cellist specialised in Baroque music. After a conservatory degree, she moved to Germany and graduated with honors in Ancient Music at the University of Music and Art in Stuttgart. She was on tour with orchestral and chamber music formations under the direction of Daniel Baremboim and other prestigious conductors until 2018. Later, she returned to Lebanon to found the Ancient Music Center at the Antonine University. Jana is also passionate about twelve-tone music.
Ihab Jamal (1992) è un conosciuto violinista solista e ha suonato con prestigiose orchestre come la Fiarmonica Libanese, la Vologda Chamber Orchestra e la Moscow Seasons Orchestra. Come musicista di orchestra sotto la guida di Daniel Baremboim, Geannandrea Noseda e Simon Guadenez si è già esibito a La Scala di Milano, alla Musikverein-Vienna, alla Royal Albert Hall di Londra, alla Berlin Philarmonic Hall e nel Salzburg Festival.
Ihab Jamal (1992) is a well-known solo violinist and has played with prestigious orchestras such as the Lebanese Fiarmonica, the Vologda Chamber Orchestra and the Moscow Seasons Orchestra. As an orchestra musician under the guidance of Daniel Baremboim, Geannandrea Noseda and Simon Guadenez he has performed at La Scala in Milan, the Musikverein-Vienna, the Royal Albert Hall in London, the Berlin Philarmonic Hall and the Salzburg Festival.
Wael Semaan (1984) e Hambardzum Simonyan (1972), armeno in Libano dal 2014, rispettivamente secondo violino e viola nel brano Si po’ te ’ncontro sono membri stabili dell’Orchestra Filarmonica Libanese.
Wael Semaan (1984) and Hambardzum Simonyan (1972), are Armenian and have lived in Lebanon since 2014. They are second violin and viola respectively in the piece Si po 'te' ncontro and are permanent members of the Lebanese Philharmonic Orchestra.
Ramy Akiel (2002) è il più giovane dei musicisti che hanno preso parte al progetto. Figlio d’arte, si appresta a terminare un master al Conservatorio di Beirut in Qanun. Per l’unico brano strumentale dell'album Bei(ru)t ha sviluppato una tecnica apposita.
Ramy Akiel (2002) is the youngest among the musicians who took part in the project. Son of art, he is about to finish a master's degree at the Beirut Conservatory in Qanun. For the only instrumental track on the album, Bei(ru)t, he developed a special technique.
Nidal Abou Samra (1974) è un polistrumentista, compositore, arrangiatore, etnomusicologo, docente di Formazione e Teoria musicale al Conservatorio di Beirut. Nidal è uno dei musicisti più attivi, conosciuti e stimati della scena libanese da oltre trent’anni. Le collaborazioni importanti di Nidal sono innumerevoli. Alcuni nomi per tutti: Feiruz, Ziad Rahbany, Gabriel Yared, Charbel Rouhana. È membro della Lebanese National Conservatory Big Band e dell’Orchestra Sinfonica Libanese. Nell’album suona sassofono tenore, sassofono soprano e pianoforte.
Nidal Abou Samra (1974) is a multi-instrumentalist, composer, arranger, ethnomusicologist and teacher of Music Training and Theory at the Beirut Conservatory. Nidal has been one of the most active, well-known and respected musicians on the Lebanese scene for over thirty years. Nidal's important collaborations are innumerable. Some names: Feiruz, Ziad Rahbany, Gabriel Yared, Charbel Rouhana. He is a member of the Lebanese National Conservatory Big Band and the Lebanese Symphony Orchestra. In the album Nidal plays tenor saxophone, soprano saxophone and piano.
Kevork Kichichian (1992), libanese di origini armene, compie i suoi studi di flauto tra Libano, Armenia e Regno Unito. In Armenia studia tra le altre cose gli strumenti a fiato della tradizione popolare come il Duduk (suonato nel secondo brano dell'album Core mio), lo Shvi e lo Zurna. È membro della Filarmonica Libanese e docente all’Università Antonina.
Kevork Kichichian (1992), Lebanese of Armenian origins, he completed his flute studies in Lebanon, Armenia and the United Kingdom. In Armenia, he studied among other things the wind instruments of the popular tradition such as the Duduk (played in the second track of the album, Core mio), the Shvi and the Zurna. He is a member of the Lebanese Philharmonic and a teacher at Antonine University.
Chi e cosa? Who and what?
Voce Vocals: Pasqà
Chitarra classica Classic Guitar: Pasqà
Contrabbasso Double Bass: Makram Aboul Hosn
Percussioni e Batteria Percussions and Drums: Khaled Yassine
Sassofono tenore e soprano/Piano Tenor and Soprano sax/Piano: Nidal Abou Samra
Flauto e Duduk Flute and Duduk: Kevork Kechichian
Violoncello Cello: Jana Semaan
Primo Violino First Violin: Ihab Jamal
Secondo Violino Second Violin: Wael Semaan
Viola: Hambardzum Simonyan
Qanun: Rami Akil
Musiche, arrangiamenti e testi Compositions, arrangements and lyrics: Pasqà
Registrazioni dal vivo Live recording: Audio Addicts studio Beirut
Ingegnere del suono Sound engineer: Jean Madani
Illustrazioni e Grafica Illustrations and grafics: Negin Fallah
Logo: Ideato e disegnato da idea and design Pasqà / Realizzato da made by Daniele Odierna
Video e foto Video and photos: Sonia Grieco, Qais Altrrad, Lara Nohra
Editing dei testi per il crowdfunding Editing for the crowdfunding: Sonia Grieco, Roberta Rega, Federica Marsi
Partner e sponsor Partners and sponsors
Il progetto ‘A vita è suonno è realizzato con la collaborazione e il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Beirut
The project 'A vita è suonno is realized in collaboration and with the support of the Italian Cultural Institute in Beirut
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