Una campagna di
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Interno Poesia avvia un nuovo progetto di crowdfunding per la prevendita dell’opera "Arimanere" di Maria Del Vecchio (prefazione di Maria Grazia Calandrone, nota di lettura di Sonia Bergamasco). Scopo della campagna, organizzata in collaborazione con Produzioni dal Basso, è coinvolgere e rendere protagonisti lettori e scrittori in un processo partecipativo che prevede la prenotazione di una o più copie del libro in corso di edizione.
L’opera prima di Maria Del Vecchio è il risultato di un processo di maturazione stilistica e umana, la prova evidente di come la poesia costituisca una forma d’arte in grado di strutturare la propria “voce” restituendo parola al mondo, nominando i drammi e le gioie della propria esistenza. Come sottolinea Maria Grazia Calandrone nella prefazione del libro «eccezionalmente per la nostra poesia contemporanea, nelle poesie di Maria Del Vecchio ricorre la parola “gioia” e, altrettanto eccezionalmente, viene ripetutamente dichiarata un’inclinazione alla gioia della persona scrivente, un muovere “a favore del sole” e “a scapito della notte”». Fa bene la lettura di “Arimanere”: come scrive l’attrice Sonia Bergamasco, al termine della nota finale che chiude la raccolta, questo libro «porta beneficio».
Acquaragia
Quanto franare provoca una felicità;
Sorridere: ridere sotto, sotto di me,
la bocca è un solco, la guancia si tende come
gola ripida nella vallata.
Mentre attaccavi l’edera al filo,
ho avvertito il desiderio di scrivere
una poesia, eccola:
vento di vita venuta a
giustificare il sonno.
Stanchezza, rumore di sveglie, dolori
regolari come gocce di un rubinetto
lasciato aperto (a fatica) di nascosto
da un bambino dispettoso.
Leggo quattro libri contemporaneamente,
traduco amemus, congiuntivo esortativo,
assieme alla ragazza dagli occhi color liquirizia.
Dico: tutta la vita e l’amore strabordano da
un modo verbale. Lo senti?
Mi libero dalle scarpe dietro la porta
appena chiusa; guardo al terrazzo
come si guarda a un giardino.
Mi fisso in un solo pensiero:
bisogna immaginarsi felici,
prima di esserlo.
*
Arimanere
Se tutte le acque del mondo
volessero piovermi ora
se tutte le acque del mondo
venissero ad inondarmi
io – ferma – non temerei
il diluvio.
Se tutte le acque del mondo,
ma io e te guardiamo la poiana
nella strada che porta
a una casa
né mia, né tua,
né nostra.
Se tutte le acque del mondo,
ma io e te guardiamo la poiana
e prima era stato il falco
quando ancora non sapevo
il tuo dolore,
quando il freddo era
un salasso d’amore.
Sono il cortile soffocato dalle viole
l’alba non si apre dentro di me,
è solo il bastone
che sbarra il portone.
Mi rannicchio, mi chiudo,
le gambe tese emanano strazi
i denti si insidiano
le corde del collo sono pronte
solo per i tuoi baci.
Chi sono stata?
Chi sono?
Chi abitava il vestito
che ora sembra d’una altra?
A chi appartengo,
a quale luogo davvero?
A quale mano di uomo?
Del tempo rintanato
in questo spazio costretto
tu sei il salvatore.
Dilati il respiro
lo segui e lo innalzi
ai disegni delle nuvole.
Manca l’aranceto.
Mancano le tartarughe.
Manca il colle arioso.
Mancano i volti sconosciuti
e le lingue del mondo.
Ma conosco a memoria il vicolo
e l’arco con la malva;
so come la luce s’appiccica
al tufo,
riconosco nel tuo nome
la sedia ancorata al pavimento
della classe;
ascolto un verso, un ritornello
che recita in un fiato solo
arimanere,
a rimanere
a rima nere
ari ma(ni) nere.
Resta una sola mano nella notte nera,
la tua.
*
Innesto
Le tue mani germogliano
nella schiena mia.
Tu, come tronco,
mi sventri.
Io per chi, ora? Io per te.
Tu per chi, ora?
La piazza con la chiesa di sale
mi ha visto camminare a piedi nudi;
Ti rincorro nel fruscio delle foglie fresche,
al tuo portone divengo sabbia
e poi ti soffoco nel sonno.
La mia veste è nuova
io ti rivoglio.
Labirinto di sacche di buio,
non merito cura,
io non appartengo a nessuno,
io non sono che il vento.
*
Sofforte
Poverezza del mio animo di donna
diavolo della bimba che fui.
Premevo fra le mani
un pastello blu oltremare, amici miei:
Ol-tre-mare.
Adesso le dita mie sanno tremare.
Tremo – perché arriva il solstizio –
ed io ne ho paura nera, brillante.
I miei umori si rovesciano
smagrisce la carne
a nulla serve il pianto della creatura.
Tutto è desolato distacco:
strapparmi pure le viscere
vorrei; svuotarmi
e versarmi dentro di te.
La stanza è già vuota,
abitata dal fantasma che non sono.
Non ritorno
non ricordo.
Io passo, trascorro, attraverso
e mi libero.
Soffro forte, ma il dolore
non ha quantità, come l’amore.
Ti amo o non ti amo.
Non sia mai: ti amo tanto.
Soffro o non soffro,
anzi: sofforte.
Maria Del Vecchio è nata a Lucera (FG) nel 1988. Laureata in Lettere Classiche presso l’Università “Tor Vergata” di Roma, insegna materie letterarie presso un istituto privato. È alla direzione artistica del “Festival della Letteratura Mediterranea” di Lucera. Arimanere è la sua prima opera in versi..
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Interno Poesia, nato ad aprile 2014, è tra i principali blog e siti letterari per la promozione e divulgazione della poesia: contemporanea, del ‘900, edita e inedita, italiana e straniera.
Con l’obiettivo di diversificare la ricerca e la proposta culturale nasce Interno Poesia Editore, un progetto editoriale esclusivamente dedicato alla promozione della poesia attraverso la nuova collana Interno Libri.
Andrea Cati è il fondatore e curatore del progetto Interno Poesia. Chi collabora con IP: Maria Grazia Calandrone, Claudio Damiani, Mario De Santis, Valerio Grutt, Franca Mancinelli, Giovanna Rosadini, Francesca Serragnoli, Andrea Sirotti.
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