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Torino primi anni ’80. Una delle più grandi fabbriche, motore del fordismo novecentesco, inizia a dare i primi segni d’aritmia e da lì a poco la città avvia un inevitabile cambiamento che ne modifica radicalmente il DNA. Tra smobilitazione industriale e passaggio al nuovo millennio, una nuova generazione è pronta a non uniformarsi all’esistente e, parafrasando Lou Reed, sceglie di “camminare sul lato selvaggio della strada”. La loro forma d’espressione è la musica; i luoghi prescelti, più per necessità che per scelta, sono i sottosuoli cittadini. Nel giro di pochi anni alcuni di loro diventano tra i protagonisti della musica italiana, ma questa è un’altra storia. La nostra, invece, vuol raccontare una delle energie primigenie da cui è scaturito il tutto. In due parole, i Loschi Dezi.
Un film di Endeniu e Vox Creola, scritto da Alessandro Castelletto, Luca Morino, Luca Ragagnin e Federico Sacchi, per la regia di Alessandro Castelletto
“Ci chiamarono a suonare al Cammello… quella sera pensammo di proporre i nostri pezzi rivisitati in una versione Tango, Cha Cha Cha, Valzer, Liscio. Il pubblico si divertì un casino, noi pure. Decidemmo di continuare su quella strada ma a modo nostro”. Luca Morino.
In un piccolo locale di Torino, verso la metà degli anni ‘80, una manciata di ragazzi trasforma il loro piccolo gruppo dark, “A flicker inside”, in quella che è destinata a diventare una delle band più anomale del panorama underground italiano dell’epoca: i Loschi Dezi.
I Loschi sono stati un gruppo singolare, a partire dal loro insolito e bizzarro nome. Un po’ Clash, parecchio Talking Heads, una dose di Paolo Conte e Morricone, il tutto condito da ritmi popolari italici come il Valzer e il Liscio, tipici della musica da balera. Erano l’esempio nostrano più calzante di quel miscuglio di generi, lingue e suoni rappresentato dalla patchanka transalpina dei Mano Negra. Questo a loro insaputa, visto che ai tempi non erano a conoscenza del gruppo d’oltralpe capitanato dallo chansonnier globalista Manu Chao.
Con all’attivo un unico vero album da studio, “Cabala”, parecchi anni di gavetta nei club e centinaia di concerti sparsi nella penisola e in giro per l’Europa, nel 1993, decidono di sciogliersi. Alimentando ancor di più quell’alone di mistero che aleggia intorno a loro.
Come un’araba fenice, tutti i membri presero forma sotto altre e più conosciute vesti. Il cantante (Luca Morino) e il tastierista (Fabio Barovero) fondarono i Mau Mau; il sassofonista (Paolo Parpaglione), il chitarrista (Gianluca Cato Senatore) e il batterista (Davide Graziano) confluirono negli Africa Unite. Il fonico (Max Casacci) creò, da lì a qualche anno, i Subsonica e uno dei loro produttori, Carlo Ubaldo Rossi, divenne uno degli elementi chiave della musica italiana degli ultimi 30 anni.
Il loro prematuro abbandono ha lasciato un sapore amaro, un piccolo lutto in chi ha avuto la fortuna di assistere ai loro concerti. I Loschi Dezi hanno rappresentato a tutti gli effetti uno degli esempi migliori di quel concentrato di energia e poesia, ancora acerbo ma estremamente vitale, di un movimento giovanile che, attraverso la musica ,era alla ricerca di una propria rotta in una città in trasformazione.
La nostra storia parlerà dei Loschi Dezi e del mondo da cui presero forma.
Ma ogni storia, per essere raccontata, ha bisogno del proprio narratore. Nel nostro caso il Caronte che ci traghetta all’interno sarà Federico Sacchi, performer e narratore di storie musicali. O meglio un “musicteller”, come ama definirsi.
Il plot del film è incentrato sulla fase di preparazione del suo prossimo spettacolo teatrale, contestualizzato a Torino nel periodo a cavallo tra gli ’80 e i ’90. Il film si conclude proprio nel momento in cui Sacchi sale per la prima volta sul palco di fronte al suo pubblico.
Nel frattempo, Federico incontrerà diversi personaggi che avranno il compito di introdurre meglio il profumo di quell’epoca. Dal poliedrico agitatore culturale Ivano Bedendi al noto musicista reggae/dub, qui però in veste dark, Madaski; dalla fotografa rocker Maria Vernetti all’architetto visionario Maurizio Cilli; dalla giovane musicista Bea Zanin all’eccentrico performer Frank Partipilo. Insieme a loro ci saranno i musicisti delle band al centro del nostro racconto: Luca Morino, Davide Dellaquila, Giancarlo Biula Biolatti, Paolo Parpaglione e Gianluca Cato Senatore. I Loschi Dezi.
Ma il nostro è anche - e soprattutto - un film sulla città e su alcuni luoghi che noi riteniamo indispensabili ai fini della narrazione. Quindi dal mercatino delle pulci del Balòn all’ex Fiat Lingotto, ora centro commerciale; dalla galleria Umberto I al centro sociale anarchico El Paso; dal Mulino del Brenta presso la Dora Riparia allo studio di registrazione Transeueropa Recording; dal dancing club Le Roi Music Hall a uno dei luoghi simbolo di Torino: il fiume Po.
Un insieme variegato e variopinto di situazioni, personaggi e luoghi, il tutto per costruire una babele , o meglio una patchanka di immagini e suoni, osservati attraverso l’occhio delle subculture giovanili del periodo. Abituate a muoversi negli interstizi: dalle cantine come sale prova, ai locali notturni ricavati dagli infernotti cittadini.
Il nostro intento è raccontare Torino, in quel lasso di tempo: dalla marcia dei 40 mila (1980) alla prima giunta Castellani (1993). Quindici anni, mal contati, che decretarono una mutazione della città come non si verificava dallo spostamento della capitale da Torino a Roma più di 100 anni prima. Da città industriale simbolo del fordismo novecentesco a…che cosa?
Lontani da ogni operazione “nostalgia”, al contrario, il tentativo è capire la trasformazione avvenuta e in essere, per dare chiavi di lettura sull’esistente e su come potrebbe essere in un futuro a noi prossimo. Pronta a “Ballare un nuovo passo falso”?
“Un rantolo di grandi ossa nere nella zona di pericolo, un lamento rimbomba là sotto. C’è una grande città scura. È un posto che ho scoperto, c’è un mondo che vive… SOTTOTERRA”. Underground, Tom Waits.
Perché aderire al crowdfunding? Per tanti motivi, potremmo dire. Tutti validi.
In primo luogo perché abbiamo bisogno di voi, del vostro aiuto. Senza di voi, un lavoro come il nostro difficilmente sarà realizzabile.
Perché significa, innanzitutto, partecipare in prima persona, attivamente, alla realizzazione di qualcosa di speciale, sicuramente unico e importante non solo per noi che lo realizzeremo, ma anche per chi avrà la fortuna di poterne usufruire.
Perché aderire a questa colletta dal basso ci permette di creare e far nascere tutti assieme un piccolo grande film che parlerà non solo di un gruppo musicale, ma di noi. Del nostro passato per dare spiegazioni al presente.
Perché quando arriveremo a destinazione, potrete pensare “questo è anche merito mio”.
Il documentario ha già ricevuto il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e grazie al loro contributo è stato sviluppato nella sua parte autoriale (scrittura di soggetto e sceneggiatura) e realizzato una parte delle riprese pari a circa il 40% del piano di produzione. Ma ci manca il resto: chiudere la fase di shooting in prima battuta e tutta la postproduzione. Poi gli step successivi inerenti alla distribuzione.
Prevediamo un piano di lavorazione corrispondente a questi tempi:
Tra maggio 2025 e ottobre 2025 ultimare la fase di produzione
Tra ottobre 2025 e febbraio 2026 ultimare la postproduzione
dalla primavera 2026 distribuzione in Festival e sala
Contiamo di reperire ulteriori fondi presso le istituzioni, in primo luogo a partire dall’accesso ai bandi pubblici, ma sappiamo che tutto ciò non basta. Ed è per questo che chiediamo il vostro aiuto. Siamo convinti di riuscire a portare a termine il nostro film, lo vogliamo fare.
E tutto ciò sarà possibile grazie anche al vostro contributo!
Nel lasso di tempo sopra descritto contiamo di fare delle “incursioni” con iniziative pubbliche per aggiornare sullo stato delle cose e per ricevere suggerimenti, feedback o anche solo per salutare la comunità “Losca”, che sappiamo essere presente, magari sottotraccia, e soprattutto molto agguerrita. Oltre che per condividere il processo creativo e produttivo e non ultimo… divertirci insieme.
Ma ci saranno anche ricompense speciali ed esclusive, riservate a chi deciderà di diventare co-finanziatore del progetto.
Man mano che la campagna si svilupperà, sarete premiati con la possibilità di accedere alla visione in anteprima assoluta in streaming di contributi video.
A partire dal concerto per intero, con una scaletta di circa due ore, realizzato al Le Roi Music Hall il 18 maggio 2023 per la “Loschi Dezi celebration night”. Per quel concerto ,oltre ai Loschi Dezi ricordiamo la presenza di special guest quali Max Casacci (Subsonica), Bunna e Madaski (Africa Unite) con la conduzione di Federico Sacchi musicteller.
Qui sotto un brano estratto dal concerto: “Il diavolo e l’acquasanta”.
Alla visione del film oggetto della campagna, alla t-shirt o la felpa “Losca”. Per i più affezionati ci sarà la possibilità di passare una giornata in sala prova con i Loschi quindi…
“Signore e Signori vi presento i….. Loschi Dezi”
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