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CANTANDO DANZAVAMO

Una campagna di
Alberto Stievanin

Contatti

Una campagna di
Alberto Stievanin

CANTANDO DANZAVAMO

Campagna terminata
  • Raccolti € 0,00
  • Sostenitori 0
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Film & corti

Una campagna di 
Alberto Stievanin

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Il Progetto

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Cantando danzavamo è un collettore di storie, presenti e passate, una narrazione visiva attraverso immaginari di epoche preistoriche, che, se chiudiamo gli occhi e danziamo, possiamo vedere ancora oggi.

“Il disegno e il moto delle stelle parola del creatore ignoto, decifrarla massima sapienza. Solo strumento il numero. Il numero, sacro. 
Ogni notte qualcuno leggeva la parola del creatore, all’alba comunicava i nomi delle sillabe luminose e le distanze all’assemblea che in coro ripeteva sillabe e misure. Cantando danzavamo.”
Atzeni Sergio, Passavamo sulla terra leggeri, Nuoro, Illisso, 2000, pp.10-11

NOTE DI PROGETTO

La descrizione del progetto di ricerca Cantando danzavamo necessita di una premessa, un’introduzione al paesaggio naturale e mitologico della Sardegna, per consentire allo spettatore di calarsi nell’oscurità delle domus de janas, riemergendo in scenari altri illuminati da narrazioni oniriche, un altrove che non si discinde più dalla realtà stessa.  
Culture prenuragiche è una definizione che identifica le popolazioni che hanno insediato l’area geografica della Sardegna a partire dal 10.000 a.C. (datazione dei più antichi rinvenimenti di resti umani) sino all’età del Bronzo. Sotto questo termine vengono raggruppate le numerose culture (Su Carroppu, Ozieri, Bonannaro, ...) che si sono sviluppate autonomamente ed in ordine sparso su tutto il territorio dell’isola.
Le prime testimonianze di occupazione di un luogo provengono da cavità naturali (come la grotta di Su Carroppu o San Michele a Ozieri) che costituivano occasionali luoghi di aggregazione e riparo. Successivamente, con la diffusione delle pratiche di coltivazione e allevamento insieme al progressivo processo di stanziamento, sono nate le prime costruzioni lignee e gli ambienti ipogei dedicati alla sepoltura dei morti. Questi manufatti funerari, chiamati domus de janas, sono di fatto delle camere sotterranee ricavate artificialmente nella roccia calcarea che presentano al loro interno elementi e motivi di decorazione astratti. L’atto di creare delle cavità nel suolo supera la pura dimensione utilitaria per assumere un significato simbolico di ricongiungimento alla madre terra.
Il progetto nasce da una fascinazione verso questa azione primordiale dello scavare, nella sua accezione di intento ed attitudine ad oltrepassare una superficie. La memoria delle culture prenuragiche, nelle sue diverse declinazioni, diventa il terreno di gioco su cui andare in profondità, alla ricerca di un mondo lontano nel tempo per innescare delle tensioni con i giorni nostri. Presente e passato, scienza e arte, emozionale e razionale, collidono in uno spazio non definibile creando nuovi immaginari. Si tratta di un’esplorazione trasversale di un’ isola, la Sardegna, in cui stratificazioni storiche, culturali, geografiche e sensoriali si intrecciano in molteplici direzioni. Addentrandosi nell’entroterra sardo alla ricerca di luoghi silenziosi, scavando sulla superficie del terreno, entrando in cavità naturali e non, si delinea l’immagine di un’isola immersa ed assopita in un’eredità storica persistente. 

NOTE DI REGIA

Cantando danzavamo è un progetto video che affronta il tema delle culture prenuragiche di Sardegna. Immagini in bilico tra documentazione e finzione che si servono della metafora dello scavare per penetrare nel territorio e nella storia dell’isola. Il tema della memoria diventa lo strumento di analisi che viene declinato in varie forme: memoria come ricordo di un’esperienza, memoria come processo di ricerca, preservazione e condivisione di un sapere, memoria come strumento di progresso.
Il lungometraggio è suddiviso in capitoli che propongono diversi gradi e spunti di lettura dell’universo preistorico sardo, linee narrative che si intrecciano e si dissolvono le une nelle altre.

Se: il cielo stellato
Ad Om: terra promessa, mondo sacro, divinità creatrice
A le: saper vedere, interpretare, distinguere, discernere, capire, non farsi ingannare
Gh: fare, inventare, costruire
I: essere
da “Lingua degli antichi” - Atzeni S., Passavamo sulla terra leggeri, Nuoro, Illisso, 2000, pp.161-163

STATO DEL PROGETTO

Il lungometraggio è in fase di pre-produzione. Al momento sono state realizzate delle video interviste ad accademici, ricercatori e scienziati ed è stato effettuata una prima esplorazione dell’entroterra sarda. È stata prodotta una documentazione fotografica dei possibili scenari e una serie di immagini collaterali che creano un percorso visuale di suggestioni ed intenti di regia.
L’importo che si prefigge di raggiungere servirà a coprire i costi di lavorazione del lungometraggio, ovvero le spese necessarie per lo spostamenti, vitto e alloggio della troupe durante il periodo delle riprese, il noleggio attrezzatura e la composizione e registrazione della colonna sonora. Le riprese sono previste per il mese di settembre a cui seguirà la post produzione con l’editing, il montaggio, la correzione colore e la registrazione delle musiche nei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Entro la fine dell’anno si prevede la fase di promozione. Qualora non fosse raggiunta l’intera somma da finanziare i tempi di ultimazione del progetto potranno subire dei ritardi.
Le ricompense saranno comunque garantite nelle prime settimane del 2024.

NOTA BIOGRAFICA

Architetto, fotografo e video maker. Dopo la laurea in architettura conseguita a Venezia nel 2010 e tre anni di ricerca accademica, Alberto Stievanin ottiene nel 2016 un master in fotografia. 
La fotografia e il video sono gli strumenti delle sue ricerche con cui indaga in concetto stesso di immagine e come possa influenzare e modellare lo spazio che ci circonda. Immagine come processo di acquisizione di una realtà attraverso differenti media, quali foto/video camera, cellulare, scanner, computer grafica, strumenti che diventano a loro volta oggetto di riflessione.
Il lavoro di Alberto si posiziona a cavallo tra documentazione e finzione. Interessato allo spazio, in senso lato, e agli elementi che lo definiscono (architettura, città, materia), esplora i confini tra realtà e possibile altra realtà creando nuove storie, scenari, connessioni. 
Il lungometraggio Cantando danzavamo è la sua opera prima.


ENGLISH

Cantando danzavamo (singing and dancing) is a collector of past and present stories, a visual narrative through imagery of prehistoric times, a dreamlike scenario that we can still envision if we dance with closed eyes.

PROJECT NOTES

The description of the research project Cantando danzavamo requires a premise, an introduction to the natural and mythological chracter of Sardinia. It is necessary to allow the viewer to step into the darkness of the domus de janas, re-emerging in a dreamlike scenario, an elsewhere that is no longer detached from reality itself.  
Prenuragic cultures is a definition that identifies the populations that settled the geographical area of Sardinia from 10,000 B.C. (date of the oldest finds of human remains) to the Bronze Age. Under this term are grouped the numerous cultures (Su Carroppu, Ozieri, Bonannaro, ...) that developed independently and in scattered order throughout the island.
The earliest evidence of life come from natural cavities (such as the cave of Su Carroppu or San Michele in Ozieri) that constituted occasional places of gathering and shelter. Later, with the spread of cultivation and breeding practices along with the progressive process of settlement, the first wooden constructions and hypogeous rooms dedicated to the burial of the dead were bilt. These funerary artefacts, called domus de janas, are in fact underground chambers artificially carved out of the limestone rock featuring abstract decorative elements and motifs inside. The act of creating cavities in the ground goes beyond the purely utilitarian dimension to take on a symbolic meaning of reunion with “mother earth”.
The project stems from the fascination with this primordial action of digging, in its meaning of intent and attitude of going beyond the surface. Prenuragic cultures become a pretext to go deep in search of a world far back in time, in order to trigger tensions with present days. Present and past, science and art, emotional and rational, collide in an undefined space, creating new imaginaries. It is a transversal exploration of an island, Sardinia, where historical, cultural, geographical and sensory stratifications intertwine in multiple directions. By delving into the Sardinian hinterland in search of silent places, digging into the surface of the ground, entering natural and non-natural cavities, the image of an island, immersed and dormant in a persistent historical legacy, is outlined.

DIRECTOR'S NOTES

Cantando danzavamo is a video project that focus the theme of the prenuragic cultures of Sardinia.
Images poised between documentation and fiction that use the metaphor of digging to penetrate the territory and the history of the island.
The theme of memory becomes the instrument of analysis, which is declined in various forms: memory as recollection of an experience, memory as a process of research, preservation and sharing of knowledge, memory as an instrument of progress.
The feature film is divided into chapters offering different degrees and insights into the Sardinian prehistoric universe, narrative lines that intertwine and dissolve one into each other.

Se: the starry sky
Ad Om: promised land, sacred world, the Creator
A le: to know how to see, to interpret, to discern, to understand, not to be deceived
Gh: to make, to invent, to construct
I: to be
from “Lingua degli antichi” - Atzeni S., Passavamo sulla terra leggeri, Nuoro, Illisso, 2000, pp.161-163

TIMELINE

The feature film is in the pre-production phase. At the moment, video interviews with academics, researchers and scientists have been realised and an initial exploration of the Sardinian hinterland has been carried out. A photographic documentation of the possible scenarios and a series of collateral images, that serve as a visual moodboard, have been produced.
The raised money will be used to cover the production costs of the feature film, that is the necessary expenses for travel, board and lodging for the crew during the shooting period, equipment rental and the composition and recording of the soundtrack.
Filming is scheduled for September, to be followed by post-production, editing, colour correction and music recording in October, November and December. The promotion phase is planned by the end of the year. Should the needed sum not be reached, the project completion time may be delayed.
However, the rewards will be guaranteed in the first weeks of 2024.

BIOGRAPHIC STATEMENT

Architect, photographer and filmmaker. After the degree in Architecture for Construction at IUAV in Venice and three years of academic research, Alberto Stievanin obtained his Master in Photography in 2016. 
He puts the photographic and video medium at the heart of his research, questioning how a picture can influence and shape the space that surround us. An image as result of a planned process that involves various image making techniques including cameras, scanner, video, mobile phones and computer, which also become themselves the targets of his reflections.
Alberto’s practice fits the realm of both fiction and documentation. Interested in the space, broadly speaking, and what define it (architecture, cities, matter), he is used to explore the boundaries between reality and possible reality creating new stories, scenarios and connections.
Cantando danzavamo is his debut film.

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