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Matthew ha un sogno: progettare una nuova vita in Italia. Sostieni lui e la famiglia - Fabio e Miriam - che lo sta ospitando!
La lettera di Matthew
Mi chiamo Matthew Desmond e sono un rifugiato nigeriano di 22 anni. Sono cristiano e ho lasciato il mio paese in seguito alla crisi religiosa scoppiata nel 2010, durante la quale sono morti entrambi i miei genitori.
Fino a quel momento grazie a loro non mi mancarono mai amore, attenzioni e supporto affinchè potessi raggiungere i miei sogni e una vita ricca di soddisfazioni.
Con l’aiuto di una zia lasciai la Nigeria per la Libia. Fu il periodo peggiore della mia vita per come venivo trattato in quanto “nero” da parte degli arabi libici. Se qualcuno mi chiedesse di descrivere questo periodo della mia vita in Libia l’unico paragone che riuscirei a trovare è quello con l’Inferno descritto nella Bibbia.
Appena potei me ne andai avendo l’Italia come meta. Arrivai su un gommone in Sicilia nel dicembre 2014. Grazie solo a Dio sono ancora vivo. Da Messina fui trasferito nel centro della Croce Rossa di Bresso. Nei mesi seguenti ottenni il permesso di soggiorno per motivi umanitari e fui assegnato alla Cooperativa Sociale Il Melograno. Fu la Cooperativa a propormi l’opportunità di essere ospitato presso la famiglia di Fabio Catelani con il tramite di Refugees Welcome Italia.
Dall’aprile 2016 vivo con una famiglia italiana - Fabio, Miriam e i loro figli - che mi ha dato l’opportunità di frequentare una scuola di italiano a Pavia per aiutarmi a integrarmi al meglio, imparando a parlare e a leggere. Mi piacerebbe dopo aver superato lo scoglio della lingua poter trovare un lavoro come fabbro e poter diventare un cittadino rispettoso e grato di poter progettare il mio futuro in questo Paese.
La lettera di Fabio e Miriam
Talvolta qualcuno mi chiede perché ospitiamo in casa Matthew, rifugiato nigeriano di 22 anni, senza più i genitori, senza una casa, senza un lavoro, quasi senza una speranza - se non fosse per la sua fede - in un paese straniero spesso a lui ostile in vari modi.
I motivi sono molti.
Perché Matthew potrei essere io, o un mio figlio, o chiunque di noi; perché è una occasione per mettersi in gioco e conoscere meglio se stessi; perché fa bene ai miei figli respirare l'aria del mondo; perché un mio piccolo sacrificio economico e un piatto in più sul tavolo hanno cambiato la sorte e la vita di una persona (e questo me lo dice tutti i giorni, a volte in lacrime); perché se vogliamo che ci capitino cose belle, bisogna aprire le porte, altrimenti le cose belle non riescono ad entrare; perché vedo il mondo in cui vivo e lo vorrei migliorare; vorrei un mondo in cui non si è fortunati a seconda di dove si nasce e di chi sono i nostri genitori, se ci sono guerre e povertà o no, ma si è fortunati semplicemente perché si è nati..
Una utopia? Forse non si arriverà mai a questo punto, però io mi incammino e se siamo in tanti a crederci, chissà quanta strada possiamo fare. Bastano piccoli gesti quotidiani di aiuto a chi abbiamo intorno.
Matthew non riceve sussidi statali e tantomeno la famiglia ospitante.
Per realizzare il traguardo sopra descritto Matthew ha bisogno di riuscire a coprire le sue esigenze finanziarie minime stimate in 100 Euro mensili, che al momento non riesce a raccogliere per la difficoltà che sta riscontrando nel trovare lavori saltuari.
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