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Da quasi 43 anni il Cinema Teatro Bruschi, nel cuore di Rignano, attende di tornare a nuova vita. Dopo oltre cinquanta anni di attività, nel 1978 chiuse il sipario definitivamente, abbandonato col suo foyer, il ridotto, usato come bar negli intervalli delle rappresentazioni, la scenografica galleria, la platea con ancora le sedie in legno dell’epoca. Dopo molti sogni e tentativi falliti di recupero, ora c’è un progetto concreto portato avanti dall’associazione Teatro Cinema Bruschi che ha raggiunto un accordo con la proprietà per un comodato d’uso.
Era il 1978 quando girò l’ultima pellicola nel cinema Bruschi. Le poche persone in sala si alzarono lentamente e salutando con aria malinconica il titolare, che restava sempre sulla porta d’ingresso per ringraziare i clienti, si avviarono nella strada semibuia e fredda; di un freddo che pareva aver colpito l’animo delle persone e di una triste consapevolezza che da quella sera in poi, Rignano non avrebbe avuto più il suo Cinema Teatro. I suoi film, le sue serate di spettacolo, i veglioni e i carnevali. Tutto sarebbe appartenuto al passato, ai ricordi che dovevano far posto al progresso, all’innovazione, alla televisione e ad una visione più individuale del proprio tempo. Il titolare, guardò per l’ultima volta la sala vuota, le sedie immobili, il silenzio e quel filo di amara solitudine, di abbandono. Pochi nel tempo hanno poi rimpianto questa perdita, anche se non tutti hanno chiuso nel baule il passato e ci sono stati tentativi di riaprire le porte di quel cinema, senza però riuscire nell’intento.
Il Cinema Teatro, costruito dal Cavalier Rodolfo Bruschi nel 1932, fu il sogno, pienamente realizzato, di un uomo che voleva dare un tono di modernità ed un’occasione di incontro e di svago ad una comunità che aveva iniziato il suo sviluppo soltanto dopo la seconda metà dell’Ottocento, con la costruzione della ferrovia. Di questi tempi, così critici ed incerti sul futuro per tutto il nostro pianeta, può sembrare irrealistico adoperarsi per il recupero di un vecchio teatro degli anni ’30 del Novecento in un piccolo paese di provincia. Noi pensiamo invece che tale volontà di recupero è quanto mai lungimirante ed al passo con i tempi che oggi devono essere necessariamente pensati ed immaginati come più aderenti ad uno sviluppo sostenibile ed armonico dell’uomo e del pianeta.
Il piano di sviluppo sostenibile approvato dall’ONU nel 2015 per una azione globale per il pianeta, per le persone e per la prosperità, ci invita ad adoperarsi tutti, grandi e piccoli paesi, grandi e piccole istituzioni, singoli cittadini, per costruire un mondo diverso e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico ed anche culturale. La recente ratifica della Convenzione di Faro invita il nostro Paese, a promuovere azioni per migliorare l’accesso al patrimonio culturale in particolare per i giovani e le persone svantaggiate. Nella Convenzione il patrimonio culturale è definito come «un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione». Ne discende che il patrimonio culturale è l'idea di una «comunità di patrimonio» costituita da «un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell'eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un'azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future». Il futuro ci chiede pertanto un surplus di immaginazione e creatività. Il sogno del recupero di un vecchio teatro e dei suoi spazi ha bisogno dello sforzo e dell’impegno di tutti noi: una comunità in cammino che riscopre e si riappropria consapevolmente della propria eredità culturale.
Come Comitato abbiamo definito insieme alla proprietà un accordo di comodato d'uso gratuito ed abbiamo già iniziato i lavori sul "ridotto". Questa raccolta fondi sarà in primo luogo dedicata al recupero e al restauro di questo ampio spazio, nel quale cominciare ad organizzare piccoli eventi come mostre di fotografia e pittura, mini spettacoli dal vivo di musica, prosa e poesia e ogni iniziativa culturale che ci verrà proposta.
Sarà uno spazio aperto a tutti, diventerà la nostra sede per le assemblee dei soci e sarà il primo passo verso una nuova vita del Teatro Cinema Bruschi.
I due spazi saranno per il momento separati, ma con pannellature trasparenti, in modo che dal ridotto si abbia sempre una visione del Teatro.
Una parte delle donazioni servirà inoltre a finanziare i rilievi e lo studio relativi alla possibilità di usufruire delle agevolazioni per l'efficienza energetica, che nel caso fossero accessibili nella misura del 110%, consentirebbero un primo fondamentale intervento sul Teatro. Ulteriori fondi per il completamento del recupero saranno poi da trovare presso le istituzioni regionali e nazionali e tramite le varie Fondazioni di scopo. Ma questo sarà il secondo atto.
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