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Il Libro
La sclerosi laterale amiotrofica, più comunemente conosciuta con la sigla SLA, è una malattia degenerativa che colpisce le cellule cerebrali preposte al controllo dei muscoli, compromettendo progressivamente i movimenti della muscolatura volontaria e portando alla morte. La SLA presenta una caratteristica che la rende particolarmente drammatica: pur bloccando progressivamente tutti i muscoli, non toglie la capacità di pensare e la volontà di rapportarsi agli altri. La mente resta vigile ma prigioniera in un corpo che diventa via via immobile. Sono stati vittime di questa malattia, o di forme simili, il giocatore di baseball Lou Gehrig, (da cui il nome comune della malattia, morbo di Lou Gehrig) e il fisico inglese Stephen Hawking. La malattia ha colpito Raffaele Tripodi, animatore della scena culturale napoletana agli inizi del XXI secolo, quando ancora studiava fisica all’università, fino a portarselo via nel luglio 2017. Non gli ha impedito di completare un romanzo cyberpunk, Tuxedo, né gli ha tolto la lucidità, la tagliente ironia, la voglia di lottare fino all’ultimo giorno. Questi 10 racconti di SLA raccontano il primo manifestarsi della malattia, il suo progredire, gli amici che gli sono sempre stati vicini, il mondo ospedaliero, l’umanità e talvolta il cinismo dei dottori, l’impotenza della medicina e della scienza di fronte a qualcosa di più grande di loro. Ma soprattutto, raccontano l’umana, eterna battaglia per mantenersi vivi fino all’ultimo istante, finché il minimo movimento del corpo è ancora possibile, proprio quando lo stesso corpo che ti è sempre stato alleato sembra diventare improvvisamente un nemico. Storie a tratti toccanti, a tratti divertenti e che sempre mostrano l’incredibile capacità dell’autore di sfilarsi dalla propria prigione e, senza nemmeno un accenno di autocommiserazione, guardarsi nel mondo che lo circonda, cogliendo ogni aspetto – inclusi quelli all’apparenza ridicoli - del dramma con l’occhio lucido del narratore.
Del suo primo romanzo ne hanno parlato con entusiasmo, tra gli altri, il Mattino, la Repubblica.
L’Autore
Dalla sua finestra a Monte di Dio guardava il cielo trasformarsi in bella giornata e un futuro non troppo lontano aggredito da astuti affaristi pronti a succhiare le ultime risorse naturali della Terra. Raffaele Tripodi, fisico e scrittore, è scomparso a 42 anni dopo aver combattuto strenuamente fino alla fine, per oltre quindici anni, sempre con un sorriso, sempre con affilata ironia, la Sclerosi laterale amiotrofica, «il mostro che divora tutto e tutti», come definiva la sua malattia. Senza mai abbassare la guardia, lottando da guerriero. Immobilizzato, costretto a comunicare attraverso un computer, Raffaele, “Otti” per chiunque lo conoscesse, nato a Napoli nel 1975, laureato in Fisica alla Federico II, una passione enorme, vitale per la musica e la fotografia, per le videoinstallazioni con cui aveva animato la scena napoletana underground, lottava scrivendo, con mente lucida, adamantina, una concentrazione tutta rivolta a un romanzo, Tuxedo, uscito per questa casa editrice nel 2015. Il caso di Otti è molto simile a quello dello scrittore irlandese Christy Brown, dalla cui autobiografia “Il mio piede sinistro”, venne tratto il film con Daniel Day-Lewis (P.L. Razzano, la Repubblica)