Una campagna di
Libreria dei Ragazzi il treno di Bogotà - Vera SaltonContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Il bello di guardare questa fotografia sono i colori. Quando abbiamo pensato all’arredamento del treno, 23 anni fa, abbiamo pensato a scaffali che si vedessero il meno possibile, i libri al centro, tanti libri, e arredi buffi, recuperi di antiquari e pezzi di vita. Perché questo luogo è pezzi di vita. Vite intere, le nostre e quelle di chi entra e ci regala un pezzetto della sua nell’incontro. Poi in una notte tutto ora è nero, l’odore di fuliggine si diffonde, il soffitto in due parti ha ceduto e la polvere dell’intonaco caduto è mescolata a pagine. La vetrina è nera, e vi protegge dal vedere cosa sia il dentro, protegge il vostro ricordo di quello che era il treno.
Vorremmo che il prima possibile il treno possa tornare a un esistere fisico, reale, quello in cui F. entra solo per salutare, in cui vi perdete a leggere tanto che un papà lo chiama il Triangolo delle Bermuda, quello dove ci sono corsi, aperitivi, incontri, laboratori, sorrisi, chiacchiere, dove si asciugano lacrime e si creano momenti sorprendenti, non per merito nostro, ma perché è l’incontro di una comunità.
Non ci basta aver consolato tutti i bambini che sono venuti a vedere, abbiamo promesso che tornerà a esserci il treno prestissimo e che sarà più bello di prima. E ci proveremo in tutti i modi, davvero. In tanti ci avete chiesto di organizzare una raccolta fondi, di far sapere come aiutare da lontano, ci saranno tanti modi e tante idee future, nate dalle proposte bellissime che stiamo ricevendo, ma per fare tutto questo abbiamo bisogno di ripartire anche da qui. Con voi.
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