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Favola di metamorfosi teatro

Una campagna di
metamorfosi teatro

Contatti

Una campagna di
metamorfosi teatro

Favola di Metamorfosi Teatro

Favola di metamorfosi teatro

Campagna terminata
  • Raccolti € 20,00
  • Sostenitori 2
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Arte & cultura

Una campagna di 
metamorfosi teatro

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Il Progetto

Favola di Wolfgang Goethe è l'opera che sta ispirando il nuovo lavoro di Metamorfosi Teatro.

Questo lavoro, secondo la tradizione del gruppo, vuole essere un'opera viva, che non prevede predominanza del testo. Un lavoro profondo, forte ma comprensibile a tutti, una storia sostenuta dall'azione viva degli attori.

Speriamo che il nostro spettacolo possa generare relazioni affinché si crei una piccola comunità con gli spettatori, per condividere tutti assieme i temi che rappresentano i diversi aspetti del vivere quotidiano e che ognuno di noi porta inevitabilmente con sé.

«L’amore non domina, ma forma, e questo è più». 

W. Goethe.

Dopo diversi anni di sperimentazione che hanno prodotto spettacoli di diverso genere, Metamorfosi Teatro si pone come attuale tappa del proprio percorso artistico la realizzazione di un lavoro fortemente sperimentale, soprattutto per quanto concerne il lavoro dell’attore. Il percorso che ogni attore sta affrontando presuppone una forte capacità nell’abbandonarsi a qualcosa di ignoto da una parte (la simbologia di Favola) e a qualcosa di noto e fortemente autodisciplinato dall’altra (la struttura di azioni fisiche dello spettacolo).

Non meno complessa, ma altrettanto affascinante è la scelta di Favola, di Goethe, un opera poco nota a causa della sua enigmaticità. Ma proprio per questo, per ciò che non dice, la storia ha un forte potere evocativo, non solo verso l’attore, ma anche rispetto all’essere umano, quasi come volesse suggerire che dietro, in fondo a ciò che non è noto ci sia un’origine, qualcosa che appartiene a tutti e che proprio per la sua forza non può concedersi di apparire.

L’invito di Favola è quindi quello di essere scandagliata alla ricerca di qualcosa di vivo, qualcosa che forse l’essere umano può tentare di avvicinare solo attraverso l’arte.

Non c’è quindi un motivo specifico, o almeno razionale nella scelta di quest’opera, ma una attrazione non detta, una promessa di qualcosa di immenso che solo al compimento di un processo di conoscenza, forse potrà manifestarsi.

Favola, tra i lavori meno conosciuti di Goethe, anticipa in modo sorprendente gli studi e le ricerche, soprattutto in psicologia, che nasceranno nel ‘900 e mescola temi simbolici, alchemici, religiosi, antropologici. Un testo misterioso, che comprende il Tutto e che nei suoi personaggi/simboli/archetipi (il serpente, il gigante, i fuochi fatui, il fiume, l’oro, la luce) ci interroga su ogni aspetto della vita e della conoscenza umana; evidenzia il perenne ciclico succedersi dell’agire umano; palesa gli opposti (luce/buio, bene/male, verticalità/orizzontalità) e il loro continuo mutarsi l’uno dall’altro.

Un’opera che, come il simbolo, attrae per la sua chiarezza inconscia e per il suo mistero palese.

Il lavoro di Metamorfosi Teatro, ancora in fase processuale, non affronta Favola mettendo in scena i personaggi della storia come teatro di rappresentazione.

Si cerca l’azione reale dell’attore e non il personaggio in stato di rappresentazione.

Lo spettacolo non “racconta” la storia, ma cerca nell’azione e per mezzo dell’azione dell’attore una struttura di relazioni tra gli attori stessi, che nelle intenzioni possa generare i medesimi rapporti di forza che si generano tra i personaggi di Favola.

Quindi un work in progress aperto, suscettibile di generare significati che non sono conosciuti a priori; ma allo stesso tempo un lavoro estremamente preciso e strutturato.

Nella fase attuale si sta lavorando alla costruzione di azioni reali (non rappresentative, non mimate) che nascono dalle proposte degli attori e che sono poi integrate, modificate, sviluppate dal regista.

Tutto ciò a creare una struttura di azioni, l’ossatura dello spettacolo, nella quale si innesteranno il testo, la parte vocale e, progressivamente, eventuali oggetti di scena.

Gli attori sono sempre in scena, il pubblico è tutto attorno agli attori.

Per Metamorfosi Teatro un lavoro impegnativo e seducente, un salto nell’ignoto, proprio come il mistero generato dalla forza simbolica di Favola.

Racconto in forma di enigma – anzi di «segreto palese», come dice una celebre formula qui enunciata –, Favola ha un luogo appartato ed eminente nell’opera di Goethe: fin dalla sua pubblicazione, nel 1795, all’interno degli “Intrattenimenti di profughi tedeschi”, questo testo ha provocato un numero impressionante di interpretazioni, nessuna delle quali riesce, né deve, dominare le altre. (A questo proposito Goethe scriveva a un amico che non intendeva rendere pubblica la propria interpretazione «prima di aver visto davanti a me 99 predecessori»).

Qui non solo il racconto nel suo insieme, ma ciascuno dei personaggi è un enigma, un po’ come nelle figure dei grandi testi seicenteschi di alchimia.

E comunque, pur nello sconcerto invincibile, sentiamo che qualcosa di essenziale per noi sta avvenendo nello svolgersi di queste immagini.

(Dalla quarta di copertina di Favola, Adelphi).

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