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Il Gran Festival Internazionale della Zuppa di Bologna è una gara gastronomica di zuppe di natura ludica e “popolare” che si svolge all’aperto, in luoghi pubblici, gratuita e aperta a tutti (in bolognese si dice “par tòt”).
È una festa di strada animata da volontari, “zuppanti” in gara, assaggiatori, curiosi e artisti di strada, dedicata alla condivisione e all’incontro di ricette e culture, sapori e saperi, ma soprattutto di persone di differenti età/origini/background culturale/professioni/tradizioni culinarie.
La gratuità, la partecipazione attiva dei cittadini e il carattere ludico sono da sempre i principi su cui si basa il festival che, per sua costituzione, è intergenerazionale,interculturale e di respiro internazionale.
La competizione tra zuppe, brodi e minestre è divertente e scherzosa, ma il presupposto del festival è qualcosa di profondo e importante per tutti noi. Perché?
Perché la zuppa ci accomuna, riguarda e avvicina tutti ed è il pretesto per creare socialità, aprire la periferia della città all’Europa e al mondo e vivere diversamente lo spazio pubblico urbano che finalmente rivela l’incredibile tesoro delle realtà che lo compongono.
La zuppa oltre ad essere buona da mangiare, gustosa e ristoratrice, è una metafora che vuole esprimere:
A Bologna il festival è arrivato più di 10 anni fa, nel lontano 2006, conquistando fin da subito strade, cucine e tantissime pance.
Il Gran Festival Internazionale della Zuppa di Bologna fino al 2014 è stato ospitato dal Quartiere Navile a Corticella, tra via Stoppato, via Colombarola e Villa Torchi, svolgendosi a ridosso del 25 aprile per celebrare la festa della Liberazione. Nel 2015, giunta alla sua X edizione, si è spostata al Pilastro nel Quartiere San Donato - San Vitale, regalando ai suoi residenti una giornata all’insegna della convivialità. Nel 2016 purtroppo è stato annullato a causa del maltempo, per evitare che la zuppa diventasse letteralmente pan bagnato… Per questo motivo l’edizione del 2017 è stata numerata come XI bis. L’anno successivo non si è svolta per insuperabili motivi tecnici e organizzativi (approfondimento su Zero.Bologna e RadioCittàFujiko). Ed è così che si è arrivati all’attesissima XII edizione in programma al Pilastro di Bologna domenica 5 maggio 2019 per celebrare assieme la Resistenza e i diritti di tutti i Lavoratori e le Lavoratrici.
Economicamente il festival è ormai sostenuto quasi interamente dall’Associazione Culturale Oltre…, sua storica promotrice.
Nata a Bologna nel lontano 1997 con l'obiettivo di attivare sul territorio progetti di animazione urbana inclusivi, partecipati ed eco-sostenibili, intergenerazionali e interculturali, che rappresentino occasioni di socialità, formazione, convivio e scambio di competenze, l’Associazione Culturale Oltre… è composta da italiani, stranieri, professionisti e volontari che operano nel settore sociale, culturale, educativo e artistico. In oltre 20 anni di attività - senza scopo di lucro - ha sviluppato una rete capillare di collaborazioni a livello locale, nazionale e internazionale. L’associazione in pratica promuove il coinvolgimento reale dei cittadini in progetti ludico-artistici e conviviali che li rendano protagonisti del processo creativo. Tra questi, oltre al Gran Festival Internazionale della Zuppa di Bologna, i principali sono: FEST-FESTival - Bologna Interculture Festival, Pilastrada e Par Tòt Parata. Le numerose iniziative promosse dalla Oltre… sono rese possibili grazie alla passione dei suoi volontari e vengono proposte gratuitamente, ad offerta libera e consapevole o a prezzi popolari e ampiamente accessibili.
Quest’anno di fronte ai sempre più numerosi e onerosi adempimenti richiesti per organizzare una manifestazione culturale all’aperto, si è resa necessaria una vera e propria chiamata ai mestoli per poter realizzare il festival e tirar fuori ancora una volta pentole e pignatte. Per questo motivo ci rivolgiamo a tutti gli affezionati, a coloro che amano il festival e ne riconoscono il valore, ai curiosi e a quanti pensano, come noi, che la zuppa in realtà sia una cosa seria.
La zuppa è un piatto “popolare” per eccellenza perché economicamente accessibile e alla portata di tutti, è comune a ogni popolo/cultura/tradizione e può essere reinventato in mille modi diversi. La zuppa di Bologna è inoltre “popolare” perché negli anni, a partire dalla sua prima volta nel 2006, è stata apprezzata e vissuta da tantissime persone, diventando un appuntamento annuale molto atteso. Ogni edizione ha registrato mediamente tra le 5.000 e le 10.000 presenze. Ad una delle ultime edizioni le zuppe iscritte sono state ben 119 (un vero e proprio “boom”!).
Prima dell’arrivo a Bologna, le zuppe in gara bollivano nei pentoloni di Barcellona, Berlino, Cracovia, Francoforte e Lille. Proprio a Lille, nel quartiere multietnico di Wazemmes, oltre 15 anni fa, è nato il festival (La Louche d’Or) per celebrare il 1 maggio. Il verbo della zuppa ha permesso numerosi gemellaggi e scambi culturali in Europa e in Italia. Da diversi anni il festival si svolge anche a Roma e più recentemente è sbarcato anche nelle Americhe: in Québec c’è il Festival de la Soupe che si svolge a Vaudreuil-Soulanges, mentre in Nicaragua c’è il Festival de Sopas de Boris Vega a Esteli.
Insomma, intorno alla zuppa nel tempo si è formata una vera e propria rete internazionale (Réseau International S.O.U.P.E.).
Ça va sans dire… La sua gratuità permette a tutti di partecipare liberamente e attivamente!
Ogni edizione bolognese, negli anni, ha cercato di caratterizzarsi in maniera ludica ma ragionata, scegliendo uno slogan spiritoso ma al tempo stesso arguto e significativo: un’edizione ha valorizzato il concetto di “Zuppa Bene Comune”, un’altra è stata dedicata alla ricerca della “Felicità Interna Lorda Zuppesca - F.I.L.Z.” o ancora al motto “Finché c’è zuppa c’è speranza”. Altre edizioni hanno invece voluto rivendicare il diritto inalienabile di tutti alla “scarpetta” (se non a tutta la pentola intera!) o ricordare con un pizzico di poesia che “chi sente ridere le farfalle conosce il sapore delle nuvole...”.
Gli ingredienti ci sono tutti, basta ricordarli bene, aggiungere quel pizzico di consapevolezza che a volte si perde nei rivoli delle pentole, mettere tutti gli ingredienti necessari e cuocerli a fiamma bassa e costante.
>> Ingrediente 1: La zuppa è fondata sul giro del mestolo, ossia sul lavoro.
>> Ingrediente 3: Tutte le zuppe hanno pari dignità sociale eguali davanti alla legge zuppesca, senza distinzione di ingredienti, colori, sapori e provenienze.
>> Ingrediente 13: La libertà zuppesca è inviolabile.
>> Ingrediente 21: Tutte le zuppe hanno diritto di manifestare liberamente la propria ricetta con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
>> Ingrediente 33: L'arte e la scienza zuppesca sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica della Gran Zuppa detta le norme generali sull'istruzione zuppesca ed istituisce scuole zuppesche statali per tutti gli ordini e gradi culinari. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione zuppesca, senza oneri per lo Stato.
In principio era... l’iscrizione! Si può effettuare compilando il modulo disponibile online o inviando una mail. Ecco come si diventa ufficialmente “zuppanti” in gara!
Una volta cucinata, il giorno del festival si porta in strada la propria zuppa già pronta, da riscaldare in un’apposita postazione allestita dagli organizzatori (tavolo + fornelletto). Devono essere preparati almeno dieci litri di zuppa, così da poterla far assaggiare ai giurati e ai passanti.
Dopo la fase preliminare di accettazione delle zuppe in gara presso il cosiddetto zuppen-desk, lo spazio pubblico è animato dagli artisti di strada. A questo punto si schierano, da un lato, i concorrenti muniti di pentole di tutte le dimensioni, mestoli, zuppe fumanti, creatività e spirito di collaborazione competitiva, dall’altro, gli assaggiatori decisi a gustarsi tutte le zuppe in gara prima che finiscano, muniti di scodella intorno al collo e cucchiaio alla mano.
Il primo premio in palio è il Mestolo d’oro (seguito da quello d’argento per il secondo posto e quello di bronzo per il terzo classificato) che viene assegnato da due giurie: la selezionatissima Giuria di qualità e la Giuria popolare costituita dagli “assaggiatori di strada” che votano la loro favorita presso le zuppesche cabine elettorali predisposte.
Durante la giornata si esibiscono gratuitamente numerosi artisti di strada che fanno vivere la cultura a Bologna durante tutto l’anno.
Attenti alla sostenibilità dell’evento, gli organizzatori consigliano ai partecipanti di utilizzare i mezzi pubblici o di raggiungere il festival a piedi o in bicicletta, di portarsi da casa tazze e ciotole (da poter sciacquare e riutilizzare) con eventuale cucchiaio e/o pezzo di pane per fare la scarpetta, di ridurre al minimo i rifiuti e, soprattutto, di differenziarli correttamente negli appostiti contenitori.
Al perfetto zuppante non resta così che sorridere, partecipare, socializzare e divertirsi!
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