Una campagna di
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Il CoroSedicidAgosto, in collaborazione con l'Associazione Sergio Lampis Improvvisar Cantando insieme all'Istituto Ernesto de Martino, lancia questa campagna di crowdfounding per l'organizzazione della III Edizione del Festival SedicidAgosto che si terrà a Roccatederighi (GR) il prossimo 16 Agosto (e con il vostro sostegno.. anche il sabato 17 Agosto).
Il festival è una kermesse di cultura libertaria, del canto sociale e di protesta, musica popolare e teatro accompagnati dalla magia della poesia estemporanea. Attaverso un percorso storicomusicale il Festival SedicidAgosto ripropone la tradizione del nostro territorio che a Roccatederighi si tramanda da 120 anni, e anche oggi è viva grazie al CoroSedicidAgosto.
Le prime 2 edizioni del Festival non sono state solo un evento musicale ma ancora di più un momento di incontro sociale che ha portato a Roccatederighi persone e famiglie da tutta Italia. Musica in piazza e poesia, tutto accompagnato da ottimo cibo e vino a prezzi popolari, banchetti di autopoduzioni, giornali e libri, CD e riviste.. tutti legati dallo stesso filo conduttore.. LA LIBERTA'
Stefano Boni dopo aver partecipato alla prima edizione del 2017 ci scrive:
Roccatederighi è un luogo antico, collocato dove le colline del senese iniziano a distendersi nella piana maremmana. La Rocca difende un centro abitato che domina con lo sguardo l'ampia pianura che giunge al mare e permette di scorgere, all'orizzonte, le isole tirreniche. Il paese fortificato accoglie chi entra con una statua di Francisco Ferrer sapientemente rimossa e nascosta nel ventennio fascista. E' un simbolo di una comunità che ha una genealogia anarchica che è sopravvissuta sia al ventennio mussoliniano che al conformismo dell'Italia repubblicana. Una tradizione viva che si può cogliere addentrandosi tra i tortuosi vicoli della rocca il Sedici di Agosto. Le strettoie ad un certo punto si aprono in un magnifico anfiteatro naturale in pietra: una lastra scoscesa non edificata forma uno spazio collettivo che mantiene una preziosa singolare bellezza e dimensioni intime. E' il luogo scelto per rendere pubblici i canti anarchici del gruppo che prende il nome dalla data in cui si tiene lo spettacolo, giorno del sacrificio di Sante Caserio. Musicalmente viene valorizzato il connubio tra la tradizione, identificabile nel canto a cappella e nei testi del repertorio storico dell'anarchia, e l'innovazione che prende la forma della sperimentazione di innesti del coro in sonorità rock. Socialmente si ritrova l'effervescenza dell'auto-gestione libertaria, i prezzi popolari, la libera creatività, le case aperte e le chiacchiere intense. Nel 2017 mi sono sentito a casa nell'anfiteatro di Roccatederighi. L'invito è ad esserci nel 2018.
Abbraccio,
Stefano
Il CoroSedicidAgosto e la sua tradizione, anche attraverso le prime edizioni del Festival SedicidAgosto, ha suscitato il particolare interesse di alcune redazioni (Umanità Nova, A-Rivista, Il Cantastorie di Claudio Piccoli, Sicilia Libertaria, Il Tirreno, ApArte) e della trasmissione "La Sacca del Diavolo" di Giancarlo Nostrini su radio Popolare e dello stesso archivio nazionale del canto sociale e di protesta, il prestigioso Istituto Ernesto De Martino.
Fondato nel 1966 per dare continuità alle ricerche sul mondo popolare e proletario, già iniziate da Gianni Bosio verso la fine degli anni Quaranta, e improntato allo spirito libertario e al “marxismo critico”, l’Istituto Ernesto de Martino è l’erede di tutte quelle forme di organizzazione della cultura che hanno accompagnato le vicende della sinistra italiana, sorte al fianco o per interessamento o dietro la spinta o usando, a volte, soltanto la sigla del quotidiano del PSI «Avanti!».
Archivio sonoro specializzato – in cui sono confluiti e confluiscono i risultati delle ricerche sul campo di numerosi studiosi del mondo popolare e proletario, fissati in oltre 6000 nastri magnetici per un totale complessivo di circa 15000 ore di registrazione – l’Istituto ha raccolto materiali di carattere musicale (canti popolari e sociali, danze, riti, rappresentazioni popolari), testimonianze sui momenti più significativi della storia del movimento operaio, biografie di militanti, registrazioni di manifestazioni sindacali e politiche, ordinati in un archivio specializzato per la conservazione, la catalogazione e lo studio delle forme di espressività orale, con annessa biblioteca, videoteca e filmoteca.
Associazione Culturale "Sergio Lampis Improvvisar Cantando" L'associazione è nata 30 anni fa da un'idea di Domenico Gamberi e un gruppo di appassionati dell'ottava rima e delle tradizioni popolari. L'associazione si occupa infatti di preservare, tramandare e conservare gli aspetti tradizionali dell'improvvisazione in versi, del canto del maggio e delle befanate. Durante questi anni la collaborazione con varie università (Siena, Firenze, Bologna e Parigi) ha permesso di entrare in contatto con ricercatori, etnomusicologi ed antropologi che hanno avuto modo di conoscere ed apprezzare questa forma popolare condivisa in tutto il centro Italia e più in generale diffusa (con altri metri ma analoghe modalità) sulle coste del Mediterraneo. Da questa condivisione di interessi è nato nel 2009 il progetto INCONTRO- interventi transfrontalieri di ricerca sull'oralità- diretto dal prof Pietro Clemente, che ha coinvolto Toscana, Corsica e Sardegna.
L'Associazione ha organizzato due convegni e annualmente organizza una rassegna nazionale di poesia estemporanea con sede a Ribolla che conta oltre 30 improvvisatori in ogni edizione.
Inoltre l'associazione promuove eventi e partecipa alle iniziative in Toscana e nell'alto Lazio.
Roccatederighi e la sua tradizione centenaria
Qui a Roccatederighi la tradizione del canto si tramanda ormai da 120 anni.
Grazie ad un gruppo di bisnonni idealisti e attivisti, pronti ad incamminarsi verso Siena quando venivano a conoscenza di raduni e comizi, arrivavano in paese le riviste, le idee e i canti.
Trovando terreno fertile in un paese di minatori e lavoratori che lottavano per una condizione sociale migliore, questi canti sono entrati profondamente nella tradizione paesana. Li cantavano tutti, anziani e bambini, nelle osterie, nelle botteghe, in piazza e nelle cantine con una cadenza quotidiana. E i testi sono tanti, da quelli anarchici e di protesta, alle ballate di Pietro Gori ma anche amori perduti, storie di ergastolani e di esiliati. Oggi il CoroSedicidAgosto porta avanti la tradizione di questi canti interpretati a cappella così com'erano in origine.
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