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Fragile Mosaico

Una campagna di
Overthefortress / Borders of Borders / Ya Basta Êdî Bese

Contatti

Una campagna di
Overthefortress / Borders of Borders / Ya Basta Êdî Bese

Fragile Mosaico

Campagna terminata
  • Raccolti € 327,00
  • Sostenitori 15
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Documentari & inchieste

Una campagna di 
Overthefortress / Borders of Borders / Ya Basta Êdî Bese

Contatti

Il Progetto

ENGLISH VERSION

Il viaggio della campagna Overthefortress in Libano

Dal 30 aprile al 15 maggio nel paese dei cedri per conoscere e raccontare il...

ll crowdfunding per il nuovo progetto della campagna OverTheFortress , prodotto da Melting Pot Europa in collaborazione con Borders of Borders eYa Basta Êdî Bese

Abbiamo deciso di lanciare una sperimentazione: durante questo viaggio, segneremo tutte le tappe, gli incontri, le emergenze e le sorprese all'interno di un diario, il #DiariodiBorders.
Il Diario di Borders è un gruppo facebook al cui interno potrete trovare approfondimenti e seguire quotidianamente la squadra di #FragileMosaico all'opera, sul campo.

Come fare per accedere?
Sostenendo con un'offerta di almeno 10.00 euro verrai contattato per essere inserito nel Diario di Borders. 

Ciechi Muri di Confine

Nessun muro è mai riuscito e mai riuscirà a fermare chi deve entrare. E certamente tutti i muri impediscono a chi sta dentro di vedere cosa accade fuori. Oltre i muri insanguinati con i quali la Fortezza Europa protegge le sue paure, oltre quel Mediterraneo diventato un cimitero di migranti, oltre le mobili linee del fronte, si dipanano storie, vicende e narrazioni che sono tessere indispensabili per leggere quel fragile mosaico che è il mondo contemporaneo. 

Storie, vicende e narrazioni che abbiamo inseguito con #OverTheFortress, incontrando i migranti nei campi greci di Idomeni. Storie, vicende e narrazioni che abbiamo ascoltato nei laboratori tessili delle città turche di Gaziantep, di Kilis e di Antakya da voci di bambini. Bambini fuggiti dalla Siria in guerra, molti dei quali senza più familiari a fianco. Piccoli schiavi che sono i veri protagonisti di quel decantato miracolo economico che il Paese di Erdogan sta attraversando nel settore tessile. Vigliacche conseguenze di quei trattati di controllo che l'Europa ha energicamente preteso ma di cui non vuole vedere le conseguenze, pur prevedendo, nella sua legislazione, chiari meccanismi di tutela per i "minori non accompagnati" che riescono ad entrare nei suoi confini.

Ed è proprio questo non voler vedere che è alla base di tutte le nostre paure. Perché guardare al di là di questi muri, fa male e ti mette davanti tutte le tue responsabilità. Ed è proprio per questo che gettare lo sguardo oltre è una necessità, oltre che un dovere. 

Continuare Camminando e Domandando

Un viaggio, un viaggio vero, ha sempre un inizio ma non ha mai una fine. Le risposte che raccogli nel tuo cammino innescano altre domande che ti porterai dentro anche dopo il ritorno. Ripartire, per cercare altre risposte e scoprire altre storie da narrare, è un percorso che viene naturale al viaggiatore.
Per noi, che abbiamo avuto la sorte di nascere dentro la Fortezza Europa, il cammino non può essere altro che un cammino a ritroso di quello percorso dai migranti. 
Intere famiglie in fuga dalla guerra e che abbiamo incontrato ai confini d'Europa ci hanno raccontato del Libano, di grandi campi profughi dove parenti e amici si sono rifugiati. Uomini, donne e bambini sopravvissuti ai bombardamenti e alla pulizia etnica si sono aggiunti ai profughi palestinesi cacciati da Israele.

Abbiamo deciso di raggiungere questi campi, di parlare con queste persone, di raccontare le loro storie. E lo faremo in un momento delicatissimo per il Libano. Domenica 6 maggio, infatti, dopo ben nove anni di "democrazia sospesa" e di continui rinvii, si svolgeranno le consultazioni elettorali che eleggeranno il nuovo Governo. 
Stretto tra un Israele prevaricante e una Siria in fiamme, appetito da potentati economici come le ricche famiglie degli sceicchi del sud, attraversato da un flusso migratorio che non ha nessun altro sbocco, il Libano si gioca il futuro in uno scontro tra il Partito di Dio, sciita e filo iraniano, e lo schieramento filo saudita attualmente al potere. 
Uno scontro che rischia di compromettere quel "fragile mosaico" mediorientale che ancora resiste nell'altra sponda del nostro stesso mare Mediterraneo. 

Continuare Raccontando

Un viaggio è di per sé un racconto. "Fragile Mosaico" - così abbiamo deciso di chiamare l'esperienza che faremo in terra libanese - vuole essere un tentativo di condivisione di questo racconto. E lo faremo con tutti i mezzi a nostra disposizione registrando e monitorando i diversi aspetti che animano questo luogo antichissimo e ricchissimo di diversità.
A seguirci su questo viaggio sarà il Progetto Melting Pot Europa, che già ha lanciato la campagna #OverTheFortess, l'associazione Ya Basta Êdî Bese, e Borders of Borders.

Tante saranno le persone che ci racconteranno le loro storie, e tante saranno le storie che noi racconteremo. Tante le domande per le quali Fragile Mosaico cercherà di offrire, a chi ci vorrà seguire, strumenti per costruire risposte.

Con le riprese del reportage LA MERCE SIAMO NOI abbiamo mostrato diversi laboratori tessili sul confine Turco-Siriano, luogo di sfruttamento di migliaia di minori non accompagnati.
Con Fragile Mosaico invece cercheremo di dare una fotografia rispetto soprattutto l'accesso all'istruzione nei campi profughi del Libano. Bambini ai quali la guerra, dopo l'infanzia, ha rubato anche la continuità culturale. La possibilità cioè, di seguire le tradizioni dei loro Paesi d'origine, maturare sicurezze sulle quali costruire la propria personalità, parlare la lingua dei loro genitori, studiare la loro storia, amare i loro poeti. 

Intere generazioni senza nome per le quali raccontare e raccontarsi è l'ultima speranza di sopravvivere con dignità in quel mosaico troppo fragile che è la storia contemporanea. 

Rimanete in contatto con noi attraverso i nostri canali, condividete e supportateci in questo nuovo tentativo di creare una breccia #overthefortress.

Abbiamo tutti/e bisogno di tutte/i. 

Info:

The journey of the Overthefortress campaign in Lebanon

From April 30 to May 15 in the country of the cedars to know and tell...

The new project OverTheFortress campaign, produced by Melting Pot Europa in collaboration with Borders of Borders and Ya Basta Êdî Bese

Blind border walls

No wall has ever succeeded and will never be able to stop those who must enter. And certainly all the walls prevent those who are inside to see what happens outside. Beyond the bloodied walls with which the fortress Europe protects its fears, beyond that Mediterranean become a cemetery of migrants, beyond the moving lines of the front, unravel stories, vicissitudes and narratives that are essential tiles to read that fragile Mosaic which is the contemporary world.

Stories, vicissitudes and narratives that we have pursued with#OverTheFortress, meeting the migrants in the Greek camps of Idomeni, along the Balkan route or in the informal camps in southern Italy.
Stories, vicissitudes and narratives that we have heard in the textile laboratories of the Turkish cities of Gaziantep, Kilis and Antakya from voices of children.
Children fled from Syria’s war, many of them without more familiar alongside. Small slaves who are the real protagonists of the economic miracle that Erdogan’s country is going through in the textile sector. Cowardly consequences of those control treaties that Europe has vigorously demanded but which does not want to see the consequences, while providing, in its legislation, clear mechanisms of protection for "unaccompanied minors" who manage to enter into its Borders.

And that’s just not wanting to see that it’s the basis of all our fears. Because looking beyond these walls, it hurts and puts you in front of all your responsibilities. And that’s why casting the look beyond is a necessity, as well as a duty.

Continuing walking and asking

A trip, a true trip, always has a beginning but never has an end. The answers you collect in your path trigger other questions that you will bring in even after your return. Starting again, looking for more answers and discovering other stories to tell, is a path that comes naturally to the traveler.
For us, that we had the chance to be born inside the Fortress Europe, the path can not be anything but a backward path of that path by the migrants.
Whole families fleeing the war and we met on the borders of Europe told us about Lebanon, of large refugee camps where relatives and friends took refuge. Men, women and children who survived the bombing and ethnic cleansing have joined Palestinian refugees driven out of Israel.

We decided to reach these camps, to talk to these people, to tell their stories. And we will do it at a very delicate time for Lebanon. On Sunday, May 6th, after nine years of "democracy suspended" and continual postponements, election consultations will be held that elect the new government.
Strait between an aggressive Israel and a Syria on fire, appetite for economic potentate as the wealthy families of southern sheiks, traversed by a migratory stream that has no other outlet, Lebanon is playing his future in a clash between the Party of God, Shiite and pro-Iranian, and the pro-Saudi deployment currently in power.
A clash that threatens to compromise that "fragile mosaic" in the Middle East that still resists on the other side of our own Mediterranean Sea.

Continue telling

A journey is in itself a narrative. "Fragile mosaic"- so we decided to call the experience we will do in Lebanese land - wants to be an attempt to share this narrative. And we will do so with all the means available to us by registering and monitoring the different aspects that animate this very ancient place and rich in diversity.
To follow us on this trip will be the project Melting Pot Europe, which already launched the campaign #OverTheFortress, the association Ya Basta Êdî Bese and Borders of Borders.

Many will be the people who tell us their stories, and so many will be the stories we’ll tell. Many questions for which fragile mosaic will try to offer, to those who will want to follow, tools to build answers.

With the filming of the report “LA MERCE SIAMO NOI” (“[we are the goods”) we have shown several textile laboratory on the Turkish-Syrian border, a place of exploitation of thousands of unaccompanied minors.

With "Fragile mosaic" instead we will try to give a photograph of above all access to education in the refugee camps in Lebanon. Children to whom war, after childhood, also stole cultural continuity. The possibility, that is, to follow the traditions of their countries of origin, to mature securities on which to build their own personality, to speak the language of their parents, to study their history, to love their poets.

Entire nameless generations for whom telling and telling them self is the last hope of surviving with dignity in that too fragile mosaic that is contemporary history.

Stay in touch with us through our channels, share and support in this new attempt to create a breach #overthefortress.

We need all of you!

Info:
redazione@meltingpot.org
bordersofborders@gmail.com

Commenti (4)

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    Riccardo Associazione PortAmico e associazioni in rete
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      Liliana Scusate sono una frana col computer...seguito: ....Libano sono i principi sauditi ma prima di andare in Libano leggettevi almeno wikipedia su : la composizione etnica del paese, la sua costituzione, il suo sistema elettorale e la composizione dell'Assemblea. Forse vi accorgerete che (lì come altrove e sopratutto in Medio Oriente) le cose non sono così semplici. Comunque auguri per il vostro progetto.
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        Associazione culturale Commons Grazie per i consigli, siamo consapevoli della complessità della situazione, infatti andremo per conoscere e raccontare, senza un'idea pregiudiziali nei confronti di nessuna forza politica e sociale. Cammineremo, appunto, domandando...
        6 anni, 8 mesi fa
    • avatar
      Liliana Care compagne, una cosa è il vostro progetto, un'altra il "contorno politico" in cui lo insertite. Ovviamente siete libere di essere pro-sciita (cioè pro-iraniane) e pensare che l'unico problema del Lib

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