Una campagna di
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All'indomani della caduta del muro di Berlino nel 1989, il campo profughi di Latina e' stato chiuso.
Dal 1957, pochi mesi dopo l'invasione dell'Ungheria, aveva accolto circa ottanta mila persone che scappavano dai paesi dell'est europeo, restavano in questo villaggio anomalo dentro la città per alcuni mesi, prima di ripartire verso l'Australia, il Canada e gli Stati Uniti.
Un fiume umano di donne, bambini e uomini che arrivavano nel campo di accoglienza allestito in una ex caserma, gestito del Ministero dell'Interno. Quasi tutti arrivavano senza nulla, dopo viaggi rischiosi, con gli occhi pieni di fatica e di speranza.
Questa storia avvincente dove si intrecciano questioni geopolitiche, sociali e umanitarie sta diventando un documentario di 52 minuti in due lingue (italiano e inglese), curato da me medesima, che avendo una forte motivazione personale, volevo a tutti i costi narrarla...(guardate il promo e capirete) ...
E' un film sulla ricerca della libertà, sulla migrazione, l'esilio, l'accoglienza e la paura... e sullo sfondo la grande storia: l'invasione dell'Ungheria, la guerra fredda, l'elezione di Papa Woytila, la caduta del muro.
Ed è una storia attuale. I migranti di ieri sono i migranti di oggi e quei paesi che un tempo ergevano muri per non far uscire le persone oggi li ergono per non farli entrare.
Il progetto è stato selezionato, tra centinaia di film, agli Ids - Italian documentary screenings, il più importante mercato di documentari che abbiamo in Italia ed è rientrato nei soli cinque progetti ammessi alla presentazione pubblica ai broadcast e produttori internazionali, che hanno manifestato grande interesse e aspettano almeno il first cut.
La Robert F. Kennedy Human Rights Europe" ha dato il patrocinio, l'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite che operava al campo e segue dall'inizio il progetto ha già una lettera di interesse ed è pronto a concedere il patrocinio una volta che il film è ultimato.
Il vostro sostegno spero ci sorprenderà!
Finora c'è stato un importante investimento di risorse personali per le ricerche, lo studio e le riprese, già effettuate al 70% tra l'Italia e Belgrado .
I fondi raccolti con il crowdfunding potrebbero essere, anzi sarebbero di sicuro, un contributo fondamentale per narrare questa complessa storia di un passato recente, che appartiene a tutto il paese, ma che pochissime persone conoscono.
La cifra richiesta contribuirebbe al completamente delle riprese, per il montaggio, per la post produzione (che in una parola contiene tante di quelle attività che dovrei scrivere due giorni), partecipazione a pitching, bandi e molto altro ancora.
Le ricompense come vedrete prevedeono credits, dediche personalizzate, documentari con contenuti eccezionali di interviste extra, proiezioni in cinema e circoli e molto molto altro...tra cui tutto il nostro riconoscimento e delle ottantamila persone che sono passate al campo di cui finalmente si narrerà la storia!
Abbiamo anche indicato due richieste piuttosto cospicue per coloro che desiderano dare molta visibilità ai propri loghi.
Per altro tipo di collaborazione e importi ancora più elevati o altre forme di coproduzione possiamo accordarci con altre modalità.
Gennaio 2016: fine delle riprese
Febbraio - Aprile 2016: montaggio e postproduzione.
Dato che a mano a mano che trovavo documenti, trovavo persone, trovavo abbracci, trovavo idee, trovavo dolori e emozioni mi venivano altre idee di narrazione che non fossero "solo" il documentario (solo è un eufemismo essendo già di per sè un'impresa), c'è anche il progetto di realizzare un libro e un sito web, dove coloro che sono passati al campo possano ritrovarsi, caricare i loro documenti e foto, raccontare le loro storie.
Ho anche lavorato alla copiosa documentazione che e' custodita all'Archivio di Stato di Latina, dove nei faldoni e' possibile trovare precisi resoconti su arrivi e partenze, sull'ordine pubblico, la mensa, la sanità', l'istruzione, ma anche cartoline, lettere, qualche foto.
Il ritrovamento della scheda di registrazione di Andrej Tarkowsky è stata una grande emozione. Il regista aveva già vinto i festival di Cannes e di Venezia, ma in Russia non lo facevano lavorare per la censura sui suoi lavori. Venne in Italia grazie a Tonino Guerra a girare Nostalghia. Quando il regista chiese asilo politico fu un caso che ebbe un clamore internazionale. Anche se non alloggiò al campo, qui fece la documentazione per regolarizzare la sua posizione e restano le tracce del suo doloroso esilio.
Nel campo sono passati operai, artisti, ladri, ingegneri, prostitute, intellettuali, famiglie ed ex carcerati e la città spesso percepiva il campo con paura, non essendo facilitata in alcun modo dalle istituzioni ad entrare in contatto con chi vi arrivava. Le relazioni tra i latinensi e i rifugiati erano sempre spontanee e personali.
Nel ricostruire la storia del campo profughi, oltre alla mia storia personale di accoglienza di tre cubani e di una coppia di ventenni cecoslovacchi , che sono rimasti in contatto con la mia famiglia per decenni, ci sono le storie di Alex Konic che scappò nel 1982 dalla Romania e andò negli Stati Uniti, dove oggi lavora al Dipartimento di Stato americano, di Aurelia Klimkiewicz, che scappò dalla Polonia nel 1980 e oggi insegna alla Toronto University - peraltro segue un corso di studi sulle migrazioni, e di Mihai Babeanu, che scappò nel 1974 dalla Romania e oggi è un ingegnere in pensione a Parigi. Ha scritto un libro e ha dedicato un capitolo alla sua esperienza al campo profughi di Latina.
E' stata una grande emozione ritrovare loro e altre persone che erano passate al campo. Li ho messi tutti in contatto tra loro con email e una pagina facebook. E presto due di loro – Aurelia e Mihai - si incontreranno.
Nel ricostruire una storia così complessa ho anche raccolto le testimonianze di poliziotti, giornalisti, politici, famiglie, impiegati, un coro di voci che ricordano e sorridono.
Insomma finora tanto lavoro di ricerca e studio, tanti kilometri per effettuare le riprese, ma anche tante parole, ricordi... abbracci ed emozioni.
Spero che questo viaggio così appassionante nelle pieghe della vita e nella nostra storia recente vi appassioni e che salirete a bordo della nostra campagna di crowdfunding!
Mi chiamo Emanuela Gasbarroni, sono giornalista professionista con anni di radio, giornali (9 anni collaborazione con Repubblica) e uffici stampa nazionali e internazionali. Negli ultimi tredici anni ho focalizzato la mia attività sulla produzione e regia di documentari, in particolare nei paesi arabi del Mediterraneo, realizzandone una quindicina, su tematiche di sviluppo, diritti umani e ambiente, andati in onda su Rai, BBC World, Rai, canali arabi, indonesiani e albanesi in collaborazione con Commissione Europea, Cooperazione Italiana e altri organismi di cooperazione Internazionale. Adesso questa produzionedi una storia "mia".
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