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Si racconta che le Gatte Masciare siano streghe del sud Italia, più precisamente pugliesi e di origine barese. Queste temute fedeli sacerdotesse del demonio sono donne avvenenti, in grado di sfruttare il proprio fascino per sedurre e soggiogare gli uomini più deboli. Questi, diventando i loro mariti, offrono alle streghe una perfetta copertura, ignari di esser diventati strumenti per le loro macchinazioni. Di notte le Gatte Masciare fanno cadere i propri consorti in un sonno profondo, si cospargono il corpo con un magico unguento e buttandosi dai loro balconi si trasformano in gatti neri pronunciando una formula magica:
Sop' a spine e ssop'a saremìinde m'àgghi'acchià a Millevìnde
I cittadini hanno grande timore di queste streghe in quanto, con i loro poteri, lanciano malocchi e fanno ammalare i bambini per loro vendetta o ingaggiate da qualcuno per farlo.
La moglie di Antonio, all'insaputa di quest’ultimo, è una Gatta Masciara, misteriosa, letale e affascinante. È stata ingaggiata per far ammalare mortalmente una bambina, unica figlia di una donna su cui la mandante intende riversare la sua vendetta personale. Quando Antonio scopre la verità sulla natura della moglie e sull’ombra che questa getta sulla vita di persone innocenti, decide di non restare indifferente. Per la prima volta nella sua vita, Antonio sentirà il bisogno di svincolarsi dal controllo della moglie e prenderà in mano la situazione, tentando di fermare per sempre sua moglie e di impedirle di causare un’ulteriore disgrazia.
La sceneggiatura nasce dall’esigenza di voler far conoscere al pubblico la bellezza della nostra terra, la Puglia, con le sue radicate tradizioni e antiche leggende, talvolta dimenticate o del tutto sconosciute alle attuali generazioni. Non a caso la storia ha preso forma dalla rielaborazione e dall'arricchimento di un autentico racconto folkloristico del territorio. In questo modo siamo riusciti ad avvicinarci il più possibile al nostro obiettivo: creare un ponte tra passato e presente, fondere i soggetti e gli stilemi della tradizione locale con tematiche più contemporanee e meccanismi propri del racconto per immagini.
Per quanto le vicende si svolgano in terra barese, quindi luogo verace e semplice, la sceneggiatura narra di una leggenda dalle note fantastiche, genere alquanto inusuale pensando alla collocazione geografica in cui ci troviamo. Quello che non tutti sanno è che Bari è ricca di storie e credenze dal gusto fantasy, talvolta anche oscure e misteriose come quelle delle "tagliatrici di vermi" o anche delle "fate della casa".
Le azioni, saranno narrate dal punto di vista di Antonio e si concentreranno in pochi spazi: un appartamento, un balcone ed un vicolo della città vecchia di Bari; luoghi all'apparenza comuni e familiari tra i quali, tuttavia, si insinua il maligno ed un costante senso di stranezza. La sceneggiatura non è dotata di lunghi e complicati dialoghi, infatti particolarità dello scritto è quella di raccontare il relazionarsi dei due protagonisti attraverso semplici gesti, sguardi e mimica facciale.
La scelta di non far comunicare verbalmente Antonio e sua moglie nasce dal voler sottolineare e caratterizzare il loro complicato rapporto e ancor di più la sottomissione di cui è vittima l’uomo da parte della moglie Gatta Masciara. La sceneggiatura presenta quindi intensi silenzi, lenti e riflessivi movimenti della camera e dei personaggi che agiscono all'interno di una cornice misteriosa e magica. Lo stile scelto prende ispirazione dal cinema espressionista tedesco degli anni ’20 di Robert Wiene, Paul Leni o Friedrich Murnau ed influenza sia le atmosfere che i particolari personaggi di Gatta Masciara caratterizzati da una venatura gotica e malinconica tipica dei protagonisti del cinema muto tedesco senza però calcare la recitazione in modo estremamente teatrale come avveniva in quegli anni. È quindi fortemente preso in considerazione, da parte degli autori, l'uso del bianco e nero per avvicinarsi al materiale di ispirazione e per donare alla storia una più intensa drammaticità. Al contempo tale scelta deriva dalla necessità di voler proporre un prodotto che mantenga un'impronta "retrò" in un'ambientazione tuttavia cronologicamente non dichiarata, sospesa, una dimensione in cui le vecchie credenze popolari sono tanto influenti quanto concrete.
Lucrezia Delle Foglie è laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Bari nel corso di Scenografia con una sentita passione per Cinema e Teatro. Nel 2022 si è diplomata all’Accademia del Cinema Ragazzi (Bari). Nel 2023 la sua sceneggiatura per il cortometraggio “Gatta Masciara”, scritta con Carlo Murè, vince nella sezione testo cinematografico della XXII edizione di “PremioInediTO - colline di Torino” e nel 2024 viene selezionata tra i vincitori del bando “Nuovo IMAIE”.
Liminal Space è una casa di produzione cinematografica fondata nel 2021 da Carlo Muré, Giovanni Cinquepalmi, Francesco Loiudice e Nicola Di Meo, attraverso il sostegno del bando “PIN – Pugliesi Innovativi”. L’obiettivo principale è quello di dar voce ai talenti emergenti del territorio, supportando artisti e registi con idee innovative ed una visione dal forte valore artistico. In questo Liminal Space si contraddistingue per l’impegno nella valorizzazione del territorio pugliese e garantisce su ogni progetto un supporto estensivo, sia in ambito creativo che in ambito tecnico ed in ciascuna delle fasi di pre-produzione, produzione e post-produzione con l'obiettivo di far emergere l'autenticità narrativa delle storie che sceglie di supportare. "Nu Ffischia" (2022, regia di Pierdomenico Minafra e Antonio Carella, scritto da Leonardo Piccinni e con la straordinaria partecipazione di Sergio Rubini) rappresenta la prima opera prodotta interamente dalla casa di produzione, con un budget formato dal sostegno di due comuni (Rutigliano e Mola di Bari) e grandi sponsor privati come Universo Salute - Opera Don Uva e Divella e una campagna di raccolta fondi sostenuta attraverso questa piattaforma. Durante l'ampio ciclo festivaliero del cortometraggio, "Nu Ffischia" è stato proiettato in numerosi festival nazionali aggiudicandosi alcuni riconoscimenti come: il Premio Studenti all’Aracnea Film Festival, Miglior Cortometraggio Giuria Giovani al Terramia Film Festival, Premio Speciale della Giuria Tecnica e Miglior Corto Sociale all’Italian Cinematography Awards e Miglior scenografia al South Italy Film Festival. Ha continuato la collaborazione con gli stessi autori sul seguente progetto “Come Ulisse” per poi cimentarsi nella realizzazione, con Teatri di Puglia, de “Il Giovane Sergio Endrigo” (Regia di Giacomo Scoditti, con Giuseppe Scoditti) un cortometraggio, inserito come parte integrante dello spettacolo “Paolo Sorrentino, vieni, devo dirti una cosa…” (Scritto, diretto ed interpretato da Giuseppe Scoditti). Liminal Space ha poi lavorato in associazione per realizzare due ulteriori cortometraggi: collaborando con la 8Production ha prodotto “La mia Escort” (Regia di Alessandro Porzio, Premio Miglior Attore per Alessio Praticò all’Alessandria Film Festival, Migliore Sceneggiatura e Miglior Corto Pugliese al Ferdinando Di Leo Short Film Festival, e diversi altri premi come Miglior Cortometraggio su Festival Italiani ed Europei) e collaborando con Intermezzo e RioFilm ha prodotto “Sette Settimane” (Regia di Enrico Acciani, presentato alla 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia).
Le illustrazioni che accompagnano il video di presentazione sono estratte dal video musicale “Gatta Masciara” - Maria Giaquinto (autrice e compositrice), Luigia Bressan (illustratrice) - del noto gruppo musicale pugliese Radicanto che ringraziamo per la gentile concessione.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
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