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IL FILM
“Un ex-ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, racconta quel padre, Aldo, partigiano con i suoi sei fratelli nella banda Cervi, per rivendicare la sua storia e, al tempo stesso, per rivendicare di essere figlio di un uomo, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie”
(dal libro di Adelmo Cervi con Giovanni Zucca “Io che conosco il tuo cuore. Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio”)
L'idea di questo documentario nasce dal libro “Io che conosco il tuo cuore” di Adelmo Cervi, figlio di Aldo, forse il più noto dei sette fratelli Cervi, e dal suo sguardo intimo e personale su una storia che è diventata mito e patrimonio collettivo.
"I miei sette padri" racconta la storia dei sette fratelli Cervi attraverso gli occhi di Adelmo e il suo rapporto con la memoria di un padre partigiano che non ha mai conosciuto: il suo lutto privato messo a disposizione della memoria pubblica e la sua personale ricerca di un 'senso' e di un'appartenenza tra frammenti di terra e schegge di memoria, in un cortocircuito tra ricordi individuali e storia collettiva.
Adelmo e gli altri familiari sono i protagonisti del documentario, le loro storie di vita, le loro testimonianze nelle situazioni pubbliche e in quelle private, le loro voci, i loro ricordi e la loro visione sulla storia della loro famiglia, ne scandiscono il ritmo. Seguendo i protagonisti, scopriamo la terra dei Cervi e l'appartenenza a quella terra, i luoghi dell'infanzia e della purezza, i valori da preservare, gli spazi riempiti dal dolore per un ritorno impossibile, la nostalgia per ciò che in realtà non si è vissuto. Zolle di terra a cui fare attecchire i sogni, che Adelmo percorre in bicicletta, nella sua isola intorno ai Campi Rossi, a Campegine-Caprara-Praticello-Gattatico lungo la media pianura reggiana.
"A volte mi è capitato di pensarlo, che da un certo punto di vista ero fortunato perché avevo sette padri – e sfortunato perché li avevo persi tutti."
Ma il documentario non è un film sull'abbandono, il viaggio dei protagonisti ci porterà a fare molti incontri, attraverso la straordinaria storia della famiglia Cervi, e sulle lotte e sui percorsi intrapresi dai familiari, ieri e oggi. Seguiremo Adelmo, da sempre impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori e a favore della Costituzione, nelle situazioni private e pubbliche, a contatto con molti giovani e comunità, nell'ambito di attività e iniziative che si sono intensificate grazie alle numerose presentazioni del suo libro di memorie in tutta Italia.
Perchè diventare coproduttori del film
Grazie alla disponibilità e all'impegno di Adelmo Cervi, abbiamo iniziato l'avventura di questo film nel 2017 con la casa di produzione Mediavision di Reggio Emilia, in collaborazione con POPCult di Bologna. Insieme al direttore della fotografia Nico Guidetti, abbiamo realizzato la maggior parte delle riprese e il teaser del film, finanziato grazie al contributo della Film Commission Emilia-Romagna, che in quello stesso anno ha riconosciuto il valore del progetto selezionandolo tra i vincitori del bando per il sostegno allo sviluppo di opere cinematografiche e audiovisive.
Da qui al 2021, pandemia permettendo, possiamo finalmente realizzare il documentario, le riprese mancanti, la post-produzione video e audio del film e tutte le lavorazioni necessarie a completare il lavoro. Tutto questo attraverso una forma di coproduzione popolare, ritenenendo questa la modalità più adatta per questo film, non solo per poter coinvolgere quanti più antifascisti interessati a sostenere questa opera, ma anche perchè questo ci permetterà di prendere contatto diretto e inviare il film a tutti coloro che intendono proiettare il documentario gratuitamente, permettendo così una distribuzione del film 'dal basso'.
Attraverso questa forma di coproduzione popolare, è possibile anche una partecipazione e un coinvolgimento attivo del pubblico nella fase antecedente alla presentazione del lavoro ultimato. In questo caso il coproduttore ha un ruolo cruciale nell’intero processo, rendendo possibile un nuovo modo di fare cinema indipendente e, nel nostro caso, di fare memoria, mettendo in primo piano temi importanti che spesso faticano a ricevere l’attenzione che meritano perché restano ai margini del discorso pubblico, e permettendo di realizzare opere che sfuggono sia alle classificazioni di genere che alle logiche della produzione industriale.
IL BUDGET
Il costo totale de "I miei sette padri" è di 38.000 euro. Per lo sviluppo e la produzione del film abbiamo speso 20.750 euro (ricerca, scrittura, regia, riprese, direttore della fotografia, secondo operatore, fonico di presa diretta, trasporti, attrezzature, logistica, produzione e montaggio del teaser).
Con i 18.000 euro che raccogliamo su Produzioni dal Basso sosterremo le seguenti voci di spesa:
1 - Archivio: digitalizzazione delle pellicole 8 mm (fondo privato Mario Cervi), acquisizione repertorio aggiuntivo dagli archivi storici (3500 euro)
2 - Riprese sulla terra dei Cervi, interviste, attrezzature, trasporti, operatore e fonico (4000 euro)
3 - Post-produzione video e mastering - montaggio, animazioni, color correction, studio, attrezzature, professionisti (3500 euro)
4 - Post-produzione audio - musica, registrazione, missaggio, studio, attrezzature e professionisti (3500 euro)
5 - Distribuzione (1000 euro)
6 - Promozione (1000 euro)
7- Produzione DVD (1500 euro)
CHI SIAMO
Liviana Davì è film-maker, documentarista ed esperta in comunicazione, da sempre coinvolta nella pratica cinematografica come impegno, ricerca e sperimentazione. Inizia la sua attività artistica a Berlino nel 2006, collaborando con lo Studio di produzione audiovisiva Kitsune, la web TV Flux FM ed altre società e professionisti berlinesi, per la realizzazione di video musicali, video arte, documentari, cortometraggi, video per il web, ecc. A Berlino realizza workshop di video partecipativo rivolti a ragazze e ragazzi con background migratorio, in collaborazione con la StreetUnivercityBerlin ed altre associazioni e centri giovanili. Nel 2011 si trasferisce a Bologna, dove fonda l’associazione Fufilm per la produzione di audiovisivi, con una particolare attenzione alle tematiche sociali, e l'associazione Kinodromo, per la diffusione del cinema indipendente. Fornisce supporto tecnico ad attività e progetti di comunicazione in campo storico, sociale e dei diritti umani, ad enti, associazioni e istituzioni pubbliche. Dal 2012 al 2018 lavora per l’Istituto Alcide Cervi e dal 2018 ad oggi per la Regione Emilia-Romagna, come responsabile della comunicazione del progetto europeo Shaping Fair Cities, per la promozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile in collaborazione con Comuni ed istituzioni di tutta Europa, continuando parallelamente l’attività di film-maker e documentarista. Tra le sue produzioni (come operatrice, montatrice, autrice o regista: i documentari vincitori di premi quali “L’esposizione del lenzuolo” in co-regia con Mariangela Capossela (LAP Public Art Award 2013, primo premio con la proclamazione di Spencer Tunick), “The human horses” di Rosario Simanella e Marco Landini, come autrice e co-produttrice (London Film Award 2013, Premio Life after oil 2014, Martis, Sassari), i video musicali live per band come Dinosaur Jr., Sonic Youth, Beatsteaks, Witch, Boombaker, Vinicio Capossela, Saxofollia, ecc.; i video per spettacoli teatrali come ”Goliarda” di e con Cristiana Raggi (Premio della Giuria, Ermo Colle 2014) e le produzioni della compagnia internazionale Familie Floez, ecc. In produzione nel 2020 due documentari di cui cura la regia: "I miei sette padri" (in produzione) e "Nemesi/De Seta" (in sviluppo).
Lola Capote Ortiz è un’artista visuale attiva da dieci anni nell'ambito della post-produzione cinematografica, sia per il cinema, che per l’animazione, e per le serie tv in Italia. Nel 2010 inizia a lavorare presso la Rainbow S.r.l. come video editor e VFX artist per Serie TV di cartoni animati. Nel 2013 lavora presso il laboratorio di restauro “L'immagine Ritrovata” della Cineteca di Bologna come VFX artist. Tra le sue collaborazioni più importanti nell’ambito del cinema d’autore, Simone Massi, vincitore di importanti premi nazionali e internazionali, come regista e animatore (David di Donatello 2012, Nastro d'argento 2014 e 2016, ecc.) con cui lavora da dieci anni nella post-produzione dei suoi lavori; la regista Alina Marazzi nel film Anna Piaggi - Una visionaria della moda, 2016, come VFX artist e animazione; le animatrici di fama internazionale Virginia Mori, Haircut, e Julia Gromskaya, Inverno e ramarro; il sound designer Miguel Otero realizzando i video dei suoi paesaggi sonori, Dos Silencios, Drama 1, Drama 2 e Drama 3. Ha realizzato il montaggio del lungometraggio Opera Mundi - Rigoletto Experientia di Paolo “Fiore” Angelini e ha lavorato come animatrice grafica e montatrice video presso agenzie di comunicazione a Bologna quali ad esempio Kilowatt - K2 e Clan di Lanzarini; presso case di produzioni bolognesi come Ethnos, Kamel, Avocado Pictures e ABC Arte Bologna Cultura. Interessata all’arte audiovisiva come forma di trasmissione della memoria e della cultura con uno sguardo rivolto verso la natura.
Giuseppe Franchellucci è un violoncellista e compositore da sempre interessato alla pratica dell’improvvisazione e sperimentazione compositiva nella musica etnica, contemporanea ed elettronica. Ha avuto collaborazioni con diversi artisti tra cui: Jonny Greenwood (Radiohead) col quale collabora attualmente, Serji Tankian (System of a Down), Mederic Collignon, Paolo Fresu, Gregory Porter, Gianna Nannini, Teho Teardo e Blixa Bargeld, Pierpaolo Capovilla. Lo studio e l’ interesse per la musica contemporanea e sperimentale lo hanno portato ad esibirsi con diverse formazioni in manifestazioni come “Nuova Consonanza” a Roma, “ 900 ed oltre” a Modena insieme al M° Enzo Porta. Si esibisce in numerosi concerti in orchestra o formazioni cameristiche, in vari festival e teatri tra cui: Teatro alla Scala di Milano con l’Orchestra Giovanile Italiana, al Ravenna Festival sotto la guida del M° Penderecki, Macerata Opera Festival con Daniel Oren, Umbria Jazz 2017 e 2018, Lugo Contemporanea, Accademia Filarmonica Romana, Konzerthaus di Berlino, Teatro dell’Opera di Timisoara, British Council of Ghana.
Insieme a Valeria Sturba, Dimitri Sillato e Stefano Senni ha dato vita al quartetto “Molossos” dove affronta un repertorio contemporaneo ed improvvisativo con composizioni proprie e brani della cultura classica e non. Fonda con Gionni di Clemente e Domenico Candellori il progetto etno jazz –TriaT- nel quale partecipa anche il pianista Greg Burk, con questo progetto si esibisce in diretta live su Radio3 Suite durante la trasmissione “Le stanze della musica”. Partecipa alla composizione della colonna sonora del cortometraggio “Rosita” di Pietro Pinto, tra i finalisti della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2017 nella sezione dedicata ai migliori giovani autori italiani. Nel 2019 compone la colonna sonora per il documentario “L’ ultima partita di Pasolini” del regista Giordano Viozzi. Ha curato la parte musicale di diversi spettacoli teatrali per l’attore e regista Giorgio Felicetti, tra cui “Corpus Pasolini”. Ha composto diverse colonne sonore di spettacoli teatrali per bambini.
Stefano Pilia è un chitarrista e compositore elettroacustico nato a Genova. Il suo lavoro prende corpo a partire dalla pratica esecutiva strumentale e attorno ai processi di registrazione e produzione. Attraverso l’indagine delle proprietà sinestetiche del suono, delle sue relazioni con lo spazio, il tempo e la memoria ha portato avanti una ricerca sempre tesa all’esperienza sonora come possibilità di indagine filosofica e creativa. Oltre alla produzione solista, è tra i fondatori del gruppo 3/4HadBeenEliminated, sintesi tra improvvisazione, composizione elettroacustica e sensibilità avantrock. Suona con ZU, con il quartetto psichedelico In Zaire, con David Grubbs e Andrea Belfi nel BGP trio, nel “Sogno del Marinaio” con il leggendario Mike Watt al basso e Paolo Mongardi alla batteria, e con la chitarrista Alessandra Novaga. Dal 2008 al 2016 è stato parte dei Massimo Volume, dal 2012 chitarrista della stella del Mali Rokia Traoré e dal 2015 parte degli Afterhours. Ha lavorato frequentemente per la realizzazione del suono (sia live che su supporto) per produzioni teatrali, reading, film, installazioni e video arte (Gianluigi Toccafondo, Angela Bullock, Zimmerfrei, Nico Vascellari, Edoardo Gabbriellini, Homemovies, Wuming, Emidio Clementi). Ha collaborato con artisti e musicisti come Katia e Marielle Labeque, John Parish, David Tibet, Phill Niblock, Oren Ambarchi, Marina Rosenfeld, Valerio Tricoli, Z’ev, Black Forest Black Sea, Rhys Chatam, Starfuckers, David Maranha, Damo Suzuki, Julia Kent e molti altri.
Nico Guidetti è direttore della fotografia, documentarista regista, esperto di audiovisivi, nato e cresciuto a Reggio Emilia, dove tuttora vive e lavora. Inizia il suo percorso nel settore, collaborando con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma, prima come assistente di regia (I giorni dell’R60 di Guido Albonetti, Mauro Morbidelli, Giovanna Boursier e Ansano Giannarelli), poi come operatore (28 luglio 1943- I percorsI della memoria). Nico Guidetti è stato tra i fondatori del Centro studi R60 a Reggio Emilia, di cui è stato responsabile della sezione audiovisivi e per cui ha realizzato numerosi documentari sul tema del lavoro e della sua storia in terra emiliana. Sempre sul tema della memoria e della riscrittura della storia locale attraverso il cinema documentario, da alcuni anni lavora insieme a Matthias Durchfeld, in collaborazione con Istoreco (Istituto Storico della Resistenza di Reggio Emilia), di cui è membro del direttivo. Ha realizzato numerosi documentari tra cui Note a margine – Appunti per un film sul 7 luglio (2010), Il violino di Cervarolo (2012), Sabotatori (2015, con il sostegno dell’Emilia Romagna Film Commission) e Denominazione di Origine Popolare (2015, con il sostegno dell’Emilia Romagna Film Commission), Fonderia 39 (2017, con il sostegno dell’Emilia Romagna Film Commission). Inguaribilmente appassionato di cinema sin da bambino, sulla settima arte ha realizzato, insieme a Federico Baracchi, il documentario I giorni dell’amore nascente, ritratto del grande regista italiano Franco Piavoli, e, insieme a Luigi Sardiello, Il mago del cinema – L’incredibile storia di Mr. Corman, regista low budget, ritratto del grande regista e produttore indipendente americano Roger Corman. Nico Guidetti tiene anche corsi e laboratori nelle scuole, per docenti e studenti, finalizzati all’apprendimento del linguaggio cinematografico e alla realizzazione di corti e documentari. Ha realizzato anche diversi spot di promozione sociale.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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