Una campagna di
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Alle porte di Viterbo, percorrendo la strada provinciale Verentana, a due passi da Marta, in località “Campo delle rose”, sta sorgendo un “Polo multifunzionale” destinato ad accogliere disabili psichici gravi viterbesi, con patologie riferite allo “spettro autistico”, al ritardo mentale e alla “doppia diagnosi”, attualmente ospitati ad Arezzo, in località Agazzi. Nella Tuscia non esistono infatti – o sono fortemente insufficienti – servizi specializzati in grado di assistere patologie di tale entità.
Con inimmaginabili sacrifici e il sostegno dei servizi sanitari, le famiglie fanno l’impossibile per tenere con sé i propri congiunti, ma spesso, con l’aggravarsi delle manifestazioni patologiche e nonostante tutte le cure prestate, non risulta più possibile tenerli in casa. Inizia così un continuo “pellegrinaggio”, con ore di viaggio, per incontrare i propri figli e per seguire l’evoluzione della patologia e dell’assistenza. Non raramente, al disagio, si uniscono anche sensi di colpa per non riuscire a fare di più.
Il progetto nasce da qui, dal sogno di riportare vicino a casa questi ragazzi, oggi giovani adulti. Un sogno cominciato diversi anni fa su iniziativa di un gruppo di famiglie e che oggi sembra sul punto di avverarsi, anche grazie alla disponibilità di terreni, immobili e risorse finanziarie importanti. Un sogno che, con l’aiuto di tutti, si trasformerà presto in realtà.
Il progetto è promosso dall’associazione di volontariato “Campo delle rose ONLUS”, costituita ai sensi della Legge 266/1991. L’associazione, formata per lo più da genitori e familiari di soggetti affetti da patologie mentali, con particolare riferimento ai disturbi dello “spettro autistico”, è particolarmente impegnata per prevenire e/o ridurre il ricorso alla istituzionalizzazione. Nei casi in cui si riveli necessario, promuove l’accoglienza in strutture a dimensione familiare, in cui le persone siano stimolate ad acquisire il massimo grado di autonomia possibile.
Il progetto è stato studiato e programmato insieme all’Istituto di riabilitazione “Madre della Divina Provvidenza” dei Padri Passionisti. Sarà questo Centro di eccellenza, riconosciuto a livello nazionale, a farsi carico della gestione e della supervisione scientifica degli interventi, in stretta collaborazione con i servizi socio-sanitari della ASL e del Comune di Viterbo.
Il progetto nasce dalla ferma convinzione che le persone da assistere a causa delle loro condizioni di salute, hanno il diritto di stare vicino alla loro famiglia, vicino alla loro casa per essere parte attiva del territorio in cui vivono.
Si qualifica pertanto, in primo luogo, come un progetto del “durante noi”, in una logica di deistituzionalizzazione, che prevede l’apertura di servizi che permettano di evitare lo sradicamento rispetto al proprio contesto di vita; garantire la continuità affettiva, restando vicino alla famiglia e agli amici; usufruire delle realtà e delle relazioni del territorio; generare opportunità di inserimento socio-lavorativo nell’ambito dell’agricoltura sociale; permettere ai responsabili dei servizi di monitorare più facilmente l’evoluzione dei progetti personalizzati e dei processi riabilitativi.
Il progetto però non ha l’obiettivo di creare un Polo di servizi integrati e di qualità per le sole persone disabili che attualmente ne usufruiscono fuori regione (riportandole nel territorio), ma anche di offrirli ad una platea più ampia di soggetti, in favore della comunità locale, con la prospettiva di favorire un’autonomia aperta al “dopo di noi”, in coerenza con le norme approvate recentemente in questo campo.
Il progetto prevede tre tipologie di intervento, distinte, ma fortemente integrate tra loro: un Centro diurno, una struttura residenziale e una “Fattoria sociale” in grado di generare opportunità di inclusione e lavoro.
Il progetto prevede la realizzazione di un Centro semi-residenziale in un edificio esistente sul “Poggio della Casetta”, che domina l’area circostante con la vista anche sul lago di Bolsena. Il fabbricato si trova a poche centinaia di metri dalla strada provinciale Verentana, a circa 15 chilometri dal centro di Viterbo.
La struttura è stata progettata da un ingegnere specialista in edilizia sanitaria. Consta di un pianoterra di circa 1200 metri quadrati coperti e di un primo piano; ai quali vanno aggiunti le aree all’aperto che permetteranno di svolgere molteplici attività.
La costruzione è a forma di ferro di cavallo composto da un piano fuori terra per i lati lunghi, mentre per la parte frontale si eleva parzialmente su due piani. La forma geometrica permette di avere un’area cortilizia da organizzare per la destinazione del Centro. Gli spazi sono stati progettati nel pieno rispetto della normativa regionale (Decreto del Commissario ad Acta n. U0090 del 10.11.2010).
I beneficiari finali delle attività del Centro semiresidenziale, a regime, saranno 20 persone con disabilità ad alto-medio carico assistenziale (SD4) e 20 persone con disabilità in età evolutiva (SD3). Si prevede di attivare il Centro in modo graduale, in relazione alle risorse che si renderanno disponibili. Nella prima fase sarà resa operativa solo un’ala dell’edificio, oltre al corpo centrale, per un massimo di 20 persone.
I beneficiari saranno tutte persone titolari di progetti assistenziali individualizzati (PAI) disposti dai servizi sanitari della ASL di Viterbo.
Le attività da realizzare nel Centro saranno programmate e organizzate in relazione con gli obiettivi del percorso personalizzato, condiviso e concordato con l’utente e con la sua famiglia. Saranno proposte non pensando al “fare qualcosa”, ma al loro valore abilitativo/riabilitativo e di promozione del benessere e al miglioramento della qualità della vita.
La gestione delle attività sarà orientata a creare condizioni di inclusione sociale, fino a tendere, in tutti i casi in cui è possibile, a quella lavorativa. L’obiettivo è far sì che le persone con disabilità vivano sempre meno all’interno di ambienti istituzionalizzanti (cioè non svolgano esclusivamente attività “per disabili”, ma anche attività di tipo lavorativo o almeno simil/lavorativo). Nel Centro ciò sarà favorito non solo dall’organizzazione di laboratori ad alta valenza riabilitativa (giornalino, musicoterapia, cucina, ecc.), ma anche dall’inserimento nell’azienda agricola nella quale il Centro è inserito (cfr. più avanti).
Il progetto, nel fare proprie le recenti indicazioni normative, prevede la realizzazione di una struttura articolata in due moduli abitativi autonomi, ma contigui, per massimo 5 persone ciascuno.
Il servizio – disegnato secondo il modello di intervento dell’Istituto Agazzi – prevede l’adattamento e l’ampliamento di un fabbricato residenziale esistente, in un terreno pianeggiante accessibile dalla strada vicinale Campo delle rose, in prossimità del Centro diurno.
Le abitazioni sono destinate, in primis, alle persone viterbesi ospitate attualmente nell’Istituto Agazzi, che in questo modo potrebbero essere riaccolte nel territorio, vicino alle rispettive famiglie. Questa soluzione avrebbe tra l’altro il non trascurabile vantaggio di non prefigurare costi aggiuntivi per la Pubblica Amministrazione (anzi, è prevedibile che ciò comporti qualche economia di gestione).
I servizi residenziali e semi-residenziali sono collocati all’interno di un’azienda agricola. Il terreno a disposizione è molto ampio: circa 20 ettari, attualmente utilizzati per la maggior parte a pascolo. La presenza dell’azienda agricola non è un fatto accessorio, circostanziale o meramente strumentale, ma costituisce una dimensione essenziale del progetto, sia per l’importanza che assume l’ambiente rurale nei processi riabilitativi, sia per le opportunità lavorative che l’agricoltura può offrire.
Nell’ambito del progetto si prevede dunque di realizzare una vera e propria azienda agricola multifunzionale, operante sull’intera filiera (dal produttore al consumatore). Un’azienda che, nel fare proprie le finalità e i principi di solidarietà codificati nella legge 141/2015 sull’agricoltura sociale, programma e realizza interventi socializzanti e di ergo-terapia in favore di soggetti svantaggiati, assumendo anche tutti gli elementi che caratterizzano una normale impresa, attenta alle opportunità del mercato e alla complessiva sostenibilità economico-finanziaria.
Questa linea d’azione sarà realizzata in collaborazione con la Cooperativa sociale “L’Ortocolto”, presso l’Istituto Agazzi, la Rete delle Fattorie sociali, l’Università della Tuscia, le Associazioni di categoria e altre Imprese Sociali del territorio.
La futura programmazione delle attività dell’azienda agricola terrà conto:
✓ delle potenzialità produttive dei terreni, in coerenza con quelle del mercato (si ipotizza, in prima istanza, un mix di orticoltura, floricoltura, frutteto, erbe aromatiche e officinali);
✓ degli aspetti estetici, paesaggistici e multisensoriali, sia in un’ottica riabilitativa, sia per aumentare l’attrattività del complesso;
✓ delle possibilità di attivare una filiera multifunzionale che comprenda anche la manipolazione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti aziendali;
✓ delle potenzialità occupazionali delle persone con disabilità, optando per processi lavorativi che richiedano un’alta intensità di manodopera non specializzata;
✓ della possibilità di organizzare ulteriori servizi per la cittadinanza (ad es. attività terapeutiche assistite con gli animali, attività didattiche, ludico-ricreative, ecc.);
✓ delle opportunità di finanziamento specifico, sia sul versante dell’agricoltura, sia su quello delle attività sociali.
La gestione dei servizi sanitari e socio-sanitari sarà affidata all’Istituto di riabilitazione “Madre della Divina Provvidenza” dei Passionisti (Istituto Agazzi), sulla base di un Accordo a lungo termine con i proprietari dei terreni e degli immobili.
L’Istituto opererà previa autorizzazione e accreditamento dei servizi da parte della ASL di Viterbo e della Regione Lazio. Le attività saranno inquadrate nell’ambito dei Piani sanitari settoriali e territoriali, del Piano di zona del distretto socio-sanitario VT 3 e dei progetti di area vasta attinenti all’inclusione sociale delle persone con disabilità.
Il personale necessario per il corretto funzionamento dei Servizi residenziali e del Centro semiresidenziale, residente nel Comune di Viterbo o zone limitrofe, sarà selezionato, preparato e supervisionato dall’Istituto Agazzi, tenendo conto dei parametri stabiliti dalla normativa regionale.
Tutto il personale sarà sottoposto ad un percorso di “staff building” al fine di favorire la condivisione della metodologia di intervento e il lavoro in équipe. Inoltre sarà impegnato in attività di aggiornamento, formazione continua e supervisione.
Oggi le strutture sono ormai in avanzata fase di completamento. Le risorse disponibili non bastano a concludere i lavori e ad avviare i servizi. Diverse famiglie sono impegnate a “dare gambe” all’iniziativa, ciascuna come può, sorrette da un’incrollabile fiducia nel futuro.
Questo però non è un problema che può e deve essere affrontato da una sola o da poche famiglie. È in gioco il principio costituzionale di sussidiarietà, per cui sono chiamate in causa, in primo luogo, le Istituzioni (ASL, Comuni), gli enti filantropici e la società civile nel suo complesso. Rimuovere gli ostacoli che impediscono una vita dignitosa per tutti è una responsabilità collettiva.
Tutti i contributi finanziari che l’associazione riuscirà a raccogliere per la realizzazione di questo progetto saranno rendicontati secondo le norme di legge, nella massima trasparenza e comunicati pubblicamente attraverso il proprio sito internet, insieme con lo stato di avanzamento del progetto.
I 20.000€ che sono i target di questa campagna serviranno a "chiudere" la struttura con la realizzazione di porte e finestre.
Per informazioni e per sostenere il progetto è possibile contattare l’associazione:
✓ per posta: Associazione Campo delle rose c/o rag. Paolo Gangi, via Monte Bianco 10, 01100 Viterbo
✓ via mail: info@campodellerose.it
✓ per telefono: 393.2311960 (Graziella Iacoponi) – 329.0838868 (Franca Sassara)
✓ sito internet: www.campodellerose.it
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