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Il progetto “Il Mercante di Stelle”, laboratorio ludico-teatrale, s’inserisce nell’ambito delle attività di disseminazione promosse dal Festival Cerealia, che in occasione della sua X edizione 2020, sarà dedicato all’educazione alimentare ed ambientale dei giovani dai 6 ai 25 anni. L’associazione M.Th.I.in collaborazione con l’ATS proTerra Sancta e il Mosaic Centre ha programmato in Palestina questo laboratorio creativo che, attraverso attività ludico-performative, intende stimolare le capacità espressive dei bambini palestinesi, trasmettere loro competenze utili alla loro crescita individuale e relazionale, rispetto anche alle dinamiche di gruppo. I temi su cui s’incentrerà il lavoro sono: amicizia, viaggio, incontro, condivisione, natura / ambiente, cibo / pane …
Il laboratorio ludico-teatrale, rivolto a bambini/e palestinesi tra i 7 e 10 anni, dal 10 al 16 marzo 2020 (quattro ore giornaliere),si svolgerà nel Bad, sala crociata (XII secolo) con resti bizantini e romani •Due performance pubbliche a Sebastìa (Nablus) e Betania (Gerusalemme) sono previste il 17 e 18 marzo 2020: Bad sala crociata (XII secolo) e rovine del teatro romano * •I municipi coinvolti sono: municipio di Sebastìa e municipio di NisfJubeil •La documentazione video-fotografica del progetto sarà presentata a Roma in occasione della X edizione del Festival Cerealia (5-10 giugno 2020), presso Explora – il Museo dei bambini di Roma. Se le risorse lo renderanno possibile, si prevede d’ospitare a Roma alcuni dei bambini palestinesi coinvolti nel progetto. Gli artisti coinvolti: Gerardo Dino Ruggiero, Paola Sarcina, Aziza Essalek
Il laboratorio sarà strutturato con un focus particolare sulle pratiche d’improvvisazione e del movimento espressivo (mimo, uso della maschera, ecc.), attingendo al ricco patrimonio della tradizione teatrale italiana e in particolare della Commedia dell’Arte, utilizzando anche danza, musica e canto. Per la realizzazione delle due performance pubbliche di fine laboratorio, in cui si esibiranno i bambini partecipanti, fungeranno da tracce giuda le storie mitiche (greco-romane), favole greco-latine (Esopo e Fedro), racconti tradizionali e favole palestinesi, il mondo creativo e poetico di Gianni Rodari. Le attività di laboratorio saranno coordinate da tre professionisti delle discipline dello spettacolo, con esperienza nel campo della formazione e didattica teatrale, anche con bambini e ragazzi.
Il progetto prende il titolo da una filastrocca di Gianni Rodari(1920 – 1980), di cui nel 2020 si celebrano 100 anni dalla nascita. Definito “Il potere della fantasia”, autore ironico e originale, Gianni Rodari non solo ha divertito generazioni di bambini, ma li ha aiutati a credere nella possibilità di realizzare un mondo migliore denunciando ogni forma di ingiustizia e di sopruso. Le sue storie invitano a guardare la realtà con il filtro della fantasia e a cambiare l’ordine delle cose, per poterle vedere meglio. Rodari ama raccontare avventure fantastiche, mirabolanti e straordinarie. Nelle sue fiabe, racconti e filastrocche invita i lettori a non cedere alle facili lusinghe dell’omologazione, ma a cercare la propria strada, pur tra difficoltà e inevitabili incomprensioni. I racconti popolari sono racconti trasmessi oralmente dalla notte dei tempi. Servivano, come i miti, a dare senso alle domande esistenziali che si sono posti gli esseri umani nelle diverse culture. La scelta dei racconti permette di individuare le rappresentazioni di conflitti, che si vogliono abbordare nel gruppo e che riguardano ogni esperienza di maturazione. La favola ha, tra le altre funzioni, quella di svelare la realtà sotto l’apparenza (demistificazione), una realtà umana fatta di rapporti fondati generalmente su forza e astuzia. La favola è anche scuola di prudenza per la sopravvivenza; scuola di laboriosità, di energia, di tenacia, qualità fondamentali per sopravvivere un una società difficile. La favola esopica, benché prenda il nome da un “saggio” dell’età ionica, è un genere di letteratura che ha le sue radici fuori dalla Grecia, nel Vicino Oriente. È dimostrato che la cultura Greca conobbe i primi esempi di questo genere di letteratura nell’età ionica, dalla cultura dell’Asia Minore e che, in quella parte del mondo, le origini risalgono fino ai sumeri, ereditate e continuate dalla cultura babilonese e assira.
Il PANE è alimento universale: non c'è Paese al mondo nella cui tradizione culinaria non sia presente un tipo di pane. Dalla Mesopotamia alle tavole del mondo, il pane è stato simbolo di cultura, storia e antropologia, fame e ricchezza, guerra e pace. Il pane, alimento fatto di acqua-farina e sale (quando presente), porta in sé la storia delle civiltà, divenendo cibo base indispensabile alla sopravvivenza dei popoli. In Palestina il pane ha un ruolo molto importante: è cotto nel forno comune, detto taboon, collocato nello spazio condiviso da diversi nuclei familiari. Le tante tipologie di pane, mai tagliato con il coltello ma strappato con le mani, sono spesso il piatto sul quale appoggiare i cibi, come già avveniva nell’antichità e ci racconta anche il poeta Virgilio nell’Eneide.
L’accesso alla gallery è riservato ai sostenitori del progetto.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Istruzione di qualità: garantire a tutti un'istruzione inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente eque e di qualità.
Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
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