Una campagna di
Pierluigi SanchiricoContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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In un mondo governato dalla globalizzazione cercare di recuperare il pa- trimonio storico-culturale di un piccolo centro lucano, sfogliando l’album dei ricordi, si corre il rischio di apparire fuori del tempo e, quindi, di pro- durre un’opera inutile. In verità mi sono anche chiesto perché spendere tempo ed energie nello scrivere argomenti che, forse, leggerà soltanto qualche lettore, nostalgico del passato.
La risposta è semplice: ad una certa età scrivere non solo aiuta a dimenti- care l’anagrafe ma contribuisce anche a mantenere viva la mente per po- ter comprendere le dinamiche sociali, politiche ed economiche del tempo presente. Sento, comunque, la necessità di fornire una spiegazione un po’ più nobile: è l’irrefrenabile bisogno di indagare il proprio passato e di ri- flettere sulle proprie radici. Il fascino dell’indagine esercita su chi scrive emozioni e sensazioni che lo spingono a completare la ricerca che ritiene interessante.
L’oggettodel presente lavoro è appunto quello di recuperare il patrimonio antropologico-culturale di questa Comunità e di consegnarlo alle future generazioni in modo che non venga smarrito o cancellato dall’usura del tempo. Si tratta di un lavoro che è il frutto di un’attenta ricognizione di una cultura plurisecolare (dialetto, tradizioni, riti, mondo magico e proto- storico) di un territorio che per secoli è rimasto ai margini della civiltà. In definitiva vuole essere un itinerario e, nello stesso tempo, una riflessione sull’ambiente socio-culturale di Gallicchio.
Il lettore vorrà perdonarmi se di tanto in tanto mi soffermerò su ricordi personali che, nitidi e precisi, mi tornano in mente. Non si tratta di nostal- gia del passato ma è un modo per recuperare a me stesso e, nel contempo, testimoniare e socializzare agli altri i fragili frammenti di vita e le tante schegge di memorie sulla storia di una comunità che per secoli è rimasta ancorata alle tradizioni e alle superstizioni ma che è stata anche capace di accogliere le spinte della modernità del tempo presente. Vuole, quindi, essere un’operazione di interazione tra il passato, le nostre radici e la me- moria di ciò che siamo stati, e il presente, la testimonianza di ciò che oggi viviamo. Ritengo, pertanto, che la memoria storica di questa nostra terra non debba scomparire insieme alle persone che ancora la custodiscono.
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