Una campagna di
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Nonostante l’Italia degli ultimi vent’anni sia stata funestata da innumerevoli problemi politici, economici e perfino sociali, c’è un argomento che sembra tenere sempre banco nell’opinione pubblica e nel panorama politico: la salvaguardia della cultura nazionale e di un generico sentimento di italianità di cui si dà per certa l’esistenza.
Con la salita al colle del governo Meloni, al di là di tutte le considerazioni che è possibile fare in merito a tale formazione, questo argomento è tornato con prepotenza a riempire le agende politiche e i programmi televisivi di approfondimento. L’esistenza di un simile pensiero non è tuttavia una prerogativa della destra, bensì sembra essere ben radicata nell’intera popolazione della penisola. Un’idea che, a seconda delle premesse e delle conclusioni, può essere il veicolo di messaggi di inclusione o di discriminazione.
Quello che ci chiediamo e su cui vogliamo indagare tramite questa ricerca è proprio questo: è davvero così? Esiste la figura dell’ “ITALIANO VERO”?
In una nazione come l’Italia che ha basato la sua forza storica sullo scambio culturale e sull’incontro di popoli, che ha da sempre svolto la funzione metaforica di porta girevole tra est e ovest del mondo e che al contempo ha visto al suo interno una forte discriminazione tra italiani stessi e vede tutt’ora profonde disparità in base alla porzione di territorio presa in analisi, può esistere un modello archetipico di cittadino nazionale? E nel caso esista è possibile acquisirne i connotati o questi sono appannaggio esclusivo di chi nasce sul suolo italiano?
Italiani si nasce o è possibile diventarlo?
Il linguaggio scelto per narrare questa ricerca è quello documentaristico e l’idea di fondo è provare a trovare delle risposte alle domande precedentemente esposte con una ricerca diretta sul campo. La troupe girerà l’Italia chiedendo ai cittadini la loro opinione in merito alle varie questioni legate alla patria e all’appartenenza nazionale, attraverso un metodo riconducibile a quello usato da Pier Paolo Pasolini nel suo epocale documentario Comizi D’Amore. Inoltre, in aggiunta agli interventi di “semplici” cittadini, verranno intervistati accademici, ricercatori, giornalisti, politici, attivisti ed influencer per andare ancor più nel centro della questione.
Il budget ottenuto tramite supporto popolare sarà diviso in tre diverse porzioni. Quella più grande sarà destinata a coprire le spese di spostamento, vitto e alloggio necessarie per effettuare una ricerca così capillare come è nelle nostre intenzioni. Una seconda parte sarà dedicata all’affitto di attrezzature adeguate. L’ultima avrà lo scopo di coprire i costi di distribuzione ed iscrizione a festival.
Ci siamo domandati a lungo se fosse lecito ed etico coinvolgere i cittadini comuni con il sostegno popolare; dopo varie e lunghe discussioni tra noi abbiamo concluso che ciò è giusto proprio a causa del tema trattato: crediamo infatti che per raccontare il nostro Paese sia necessario in primis creare una rete comunitaria in grado di sostenere i progetti che mirano ad un’autocritica nazionale. Le vostre donazioni mettono sulle nostre spalle responsabilità e aspettative che non vogliamo in nessun modo disattendere proprio per la funzione sociale che questo documentario può svolgere. Inoltre, attraverso queste donazioni, manteniamo uno spirito indipendente in grado di aiutarci nelle contrattazioni che faremo con gli altri sostenitori a cui proporremo il progetto.
Sebastian Angieri, Regista e ideatore
Sebastian Angieri è un regista e sceneggiatore che vive a Roma. Da sempre interessato a raccontare il mondo che lo circonda con uno sguardo critico, si è laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo presso La Sapienza e ha in seguito ottenuto una qualifica da regista presso un corso della Regione Lazio studiando con professionisti del settore. Nel corso degli anni ha svolto molti lavori nell’ambito dell’audiovisivo: ha lavorato, in diversi ruoli, nel cinema (nel film “Le Ragazze Non Piangono” e nel documentario “Chiedi chi era Giovanni Falcone), nel campo pubblicitario, in quello televisivo (soprattutto operatore e aiuto regia) e in quello legato ai videoclip.
Ha all’attivo come regista diversi videoclip e “Avevo Paura”, un cortometraggio documentario.
Tullia Nargiso, Organizzatrice generale
Tullia Nargiso svolge in “Italiano Vero” il ruolo di organizzatrice generale. Attiva sin da giovanissima nell’ambito dell’attivismo romano, col tempo è riuscita a ottenere un’ampia esperienza e una rete di contatti con tutte le realtà che danno vita al panorama socio-culturale della capitale. La sua passione per la politica la spinge ad impegnarsi in prima persona in varie lotte sociali.
È stata coinvolta nel progetto sin dalle prime fasi e grazie alla sua risolutezza e alla sua capacità organizzativa ha da subito creato i presupposti per una produzione strutturata e funzionale.
Riccardo Corinaldesi, Direttore campagna marketing e curatore grafico
Riccardo Corinaldesi è un grafico e marketing manager che vive a Roma. Affascinato sin da giovanissimo dal design e dalla grafica, si forma presso la REA Academy frequentando il corso di graphic communication.
Ha esperienza pluriennale nel settore e ha lavorato a svariati progetti, spaziando dal campo artistico a quello pubblicitario passando anche per quello sociale. Fa parte del progetto sin dalle prime fasi ed ha contribuito a rendere “Italiano Vero” un progetto concreto.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
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