Una campagna di
Alessandro Lacché e Karl ManciniContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Dalla metà del XIX secolo, importanti flussi migratori partirono dall'Italia diretti verso diverse aree del mondo, al fine di individuare nuove possibilità e una situazione di vita migliore. Uno dei luoghi in cui gli italiani andarono maggiormente fu la Crimea, parte dell'Impero russo. Attratti dalle permissive politiche migratorie promosse dalle Russia zarista, dai terreni fertili e dalla posizione strategica della penisola per il commercio marittimo, gli italiani si stabilirono in Crimea ed in particolare nella cittadina di Kerch, un avamposto situato sull’omonimo stretto che divide il Mar Nero dal Mar d'Azov. Si stima che alla fine del XIX secolo gli italiani costituivano il 5 % della popolazione della penisola di Crimea. Erano commercianti, architetti (è italiano il progetto del porto commerciale delle città), armatori, comandanti e contadini.
Successivamente agli eventi che seguirono la Rivoluzione d’Ottobre, gli italiani così come altre minoranze iniziarono ad essere perseguitati. Inizialmente le loro terre vennero confiscate al fine di organizzare i kolchoz, le fattorie collettive. E’ con i territori confiscati alla minoranza italiana che venne creato il kolchoz “Sacco e Vanzetti”. Questo spinse parte degli italiani al ritorno in patria, portando la presenza totale a 2% della popolazione. La situazione prese una brusca accelerazione con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Accusati di essere agenti del nazifascismo, gli italiani vennero deportati dalla Crimea verso i campi di lavoro della Siberia e del Kazakistan. Più di 3000 persone furono stipate in treni merci per un viaggio che sarebbe durato mesi. La maggior parte morì durante il tragitto, quelli che arrivarono a destinazione trovarono una situazione al limite della sopravvivenza.
Con la morte di Stalin e l’inizio del processo di “destalinizzazione”, i deportati italiani furono liberati e poterono tornare nelle proprie terre in Crimea, mentre alcuni decisero di fermarsi stabilmente nelle steppe del Kazakistan. Terrorizzati dalla possibilità di nuove persecuzioni, la maggior parte di essi nascose la propria identità: smisero di parlare italiano e cambiarono i loro documenti.
Divennero Russi.
Oggi, nella zona dello stretto di Kerch vivono circa 150 famiglie con origini italiane. Alcune di esse sono ancora in collera con le istituzioni italiane a causa dell'assenza di protezione durante la deportazione e il mancato riconoscimento dopo la caduta dell'URSS, mentre altri rivendicano a gran voce le loro origini, lottando per ottenere la cittadinanza italiana. Essi sono raggruppati nell'associazione CERKIO, " Italiani di Crimea" , diretta da Giulia Giacchetti Boiko .
Le aspettative del loro futuro sono cupe a causa della crisi ucraina e della situazione incerta della penisola di Crimea, di fatto tornata sotto la sovranità russa benché non riconosciuta da parte delle potenze “occidentali”. Recentemente sia il nuovo premier ucraino Poroshenko, sia la leader della “rivoluzione arancione” Tymoshenko, hanno espresso opinioni chiare sulla Crimea e sulla necessità di riannetterla al territorio ucraino.
Contrariamente a quanto accaduto per altre minoranze perseguitate durante e successivamente il periodo delle “Purghe Staliniane”, gli italiani non sono mai stati riconosciuti ufficialmente come popolo deportato.
ITALIANSKIJ è un reportage fotografico realizzato da Alessandro Lacché e Karl Mancini nel 2014, durante il periodo di turbolenze geopolitiche che fu l’anticamera della guerra civile in Ucraina. Apprezzato in Italia quanto all’estero, il lavoro ha vinto il secondo premio del Festival di Sestri Levante, è risultato finalista al premio Portfolio Italia 2014 ed è distribuito da EchoPhotoAgency di Milano.
Il primo obiettivo di questa campagna è quello di realizzare un libro fotografico che unirà il materiale raccolto durante la realizzazione del reportage con materiale d’epoca, testimonianze dirette, documenti ufficiali ed elementi storici.
Il secondo obiettivo di questa campagna è la realizzazione di un documentario video lungo che approfondisca le storie degli italiani che vivono in Crimea e di quanti non sono riusciti a tornare nelle loro case e sono ancora dispersi nell'immenso territorio dell'ex Unione Sovietica. Questo secondo obiettivo verrà attivato non appena coperti i costi per la realizzazione del libro.
Gli autori auspicano che la realizzazione di questo prodotto risulti determinante al fine di sollevare l’attenzione sulla drammatica storia del genocidio perpetrato ai danni della popolazione italiana di Crimea, dramma per troppo tempo rimasto celato all’attenzione tanto nazionale quanto internazionale.
Fino ad ora il lavoro di documentazione che è sfociato nella realizzazione del reportage è stato completamente autofinanziato e autoprodotto, ma ora gli autori chiedono l’aiuto di quanti più possibile al fine di portare alla luce il progetto.
Il primo obiettivo di questa campagna è la realizzazione di un libro contenente materiale fotografico, documenti storici e testimonianze dirette, prodotto dall’editore GB EDITORIA (Ginevra Bentivoglio Edizioni), con le seguenti caratteristiche:
- 100 fogli colore (200 pagine) formato 17x21
- carta utilizzata: usomano 100g rinforzata colore avorio
- copertina in cartoncino doppio con lingua lunga
- rilegatura fine con cucitura
- numero 100 copie numerate
Il secondo obiettivo di questa campagna è la produzione di un documentario lungo. Questo obiettivo si sbloccherà non appena coperti in costi per la realizzazione del libro. I fondi raccolti verranno usati per le spese relative a trasporto, alloggio, interpreti, affitto materiale ed attrezzatura, grafiche, musiche e montaggio e ulteriori riprese.
I sostenitori della presente campagna riceveranno un ringraziamento specifico per l’impegno sostenuto. In particolare:
- 2 euro: ringraziamento via email
- 5 euro: Cartolina di ringraziamento con foto del progetto via email
- 10 euro: Cartolina di ringraziamento con foto del progetto via email ed inserimento del proprio nome nel libro nella sezione ringraziamenti
- 20 euro: libro numerato e autografato + inserimento del nome del contributore nel libro
- 35 euro: libro numerato e autografato + stampa 10x15 autografata e numerata di una foto del progetto
- 50 euro: libro numerato e autografato + inserimento del nome del contributore nel libro + stampa 18x24 autografata e numerata di una foto del libro
- 100 euro: Libro numerato e autografato + Inserimento del nome del contributore nel libro + 2 Stampe 20x30 a tiratura limitata, autografate e numerate di due foto del progetto con dedica
- 200 euro: 5 Libri numerati e autografati + Inserimento del nome del contributore nel libro + 2 Stampe 30x40 a tiratura limitata, autografate e numerate di due foto del progetto con dedica + inserimento del nome del contributore nel libro
- 500 euro: Workshop di 1 giorno degli autori presso una qualsiasi scuola di fotogiornalismo (con spese di trasferimento a carico della scuola) + 10 Libri numerati e autografati + Inserimento del logo della scuola o del nome del contributore nel libro
Anche se non puoi donare puoi comunque aiutare diffondendo la voce a persone che potrebbero essere interessate al progetto. Facebook, Twitter o altri canali potrebbero fare la differenza.
Grazie.
Alessandro Lacché (1983) cresce e studia a Roma dove si laurea in Relazioni Internazionali e consegue un master di specializzazione in Scienze Diplomatiche. Da sempre attento alle dinamiche sociali, si è formato come operatore sociale partecipando a numerose iniziative. E’ proprio durante una di queste esperienze che comincia a fotografare quello che sarà il suo primo documentario, prendendo coscienza della possibilità di unire i propri interessi ai propri studi per il tramite del fotogiornalismo. Da gennaio 2014 è contributor dell’agenzia EchoPhotoAgency di Milano.
www. alessandrolacche.it
Karl Mancini (1978) nasce a Roma , cresce in Italia e in seguito si trasferisce a New York per specializzarsi negli studi. Comincia a viaggiare nel 1997 e ad occuparsi del sociale scrivendo testi focalizzati su temi come il lavoro minorile , la violenza contro le donne e collaborando con organizzazioni umanitarie no-profit. Negli ultimi 15 anni ha visitato più di 75 paesi affiancando al suo percorso nel sociale la passione per fotografia di reportage e il fotogiornalismo. Ha studiato fotografia a Roma fino a conseguire la Masterclass in Fotogiornalismo contemporaneo. Sempre a Roma ha esposto i suoi lavori in India, Sud America e Sud-Est Asiatico nel 2011, 2012 e nel 2013. Ha inoltre esposto alla Visual Art Gallery di Delhi (India) nel 2009 e, nel 2015, il suo ultimo progetto a lungo termine GHOSTS FROM THE PAST verrà esposto all’Head On Photo festival di Sidney (Australia). Nell’ultimo anno ha esposto al festival Fotoleggendo di Roma, è stato selezionato dalla rivista on-line Lens Culture tra gli Emerging European Talents, ha vinto il secondo premio al festival di Sestri Levante, semifinalista al Photolux Leica Awards ed è uno dei finalisti di Portfolio Italia 2014 in mostra presso il Centro della Fotografia d’autore di Bibbiena (AR). Da Gennaio 2014 è contributor di EchoPhotoAgency di Milano.
www.karlmancini.com
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