Una campagna di
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Qualcosa di nuovo sta nascendo nell’Alto Vicentino, precisamente in via Manin 26 a Schio. UnoSpazio che nasce da un percorso collettivo con molteplici forme e geografie, da una storia di LOTTA e di CURA contro e oltre quei confini geografici e sociali che segnano il nostro presente.
Come ben sapete, il Collettivo Rotte Balcaniche si spende da anni lungo le più violente frontiere d’Europa. Tutte le volte che torniamo, però, sentiamo il bisogno di continuare l'impegno e la lotta iniziata ai confini, l'esigenza di costruire un'alternativa concreta nel territorio delle nostre quotidianità. Perché non basta abolire i confini in quanto tali, ma è necessario abbattere l’ordine razzista e coloniale su cui si fonda la nostra società, smantellando le condizioni materiali per cui la moltiplicazione dei confini si rende necessaria. Confini che non significano solo esclusione ma sottomissione, marginalizzazione, gerarchia, sfruttamento.
Attorno a questa esigenza collettiva si è formata un'assemblea - eterogenea per origine, età, provenienza, ma coesa nell'obiettivo - che si è presa la responsabilità di prendersi cura di uno Spazio fisico. Un'assemblea aperta a chiunque voglia partecipare alla costruzione di un luogo di inclusione e resistenza nell'Alto Vicentino.
A fronte dell'impegno preso è stata registrata anche un'associazione: Altromondo APS.
Grazie a questa è stato possibile ricevere in usufrutto lo spazio in via Manin. Questo accordo preso con il proprietario ci da la possibilità di sognare in quel luogo per almeno 20 anni.
Perché questo Spazio ambisce a diventare luogo: di incontro, di socialità, di solidarietà concreta, di mutualismo, di critica, di opposizione, di creatività, di autorganizzazione, di lotta per i diritti di tutte. Un luogo che accenda la rabbia e l’amore. Un luogo di vita che rompa la piatta superficie di questo territorio, facendo emergere e aggredendo le sue contraddizioni, che esistono anche e soprattutto quando mute ed invisibili.
Questo Spazio vuole essere risposta alle necessità reali delle persone che lo attraversano. Per questo è fondamentale avere al più presto una stanza per la convivialità, dove allargare e contaminare l'assemblea stessa e connetterla in modo più radicato al territorio. Solo da questo processo generativo si potrà tracciare una direzione precisa; senza di esso si ricade in uno schema gerarchico e assistenziale. La prima necessità quindi è diventare luogo di socialità, aggregazione e riferimento per le persone.
Questo Spazio sa sognarsi, idearsi e progettarsi. Le idee sono tante: uno sportello legale, una biblioteca multilingue, un ambulatorio popolare, delle stanze per la residenzialità, un laboratorio artigianale, una ciclofficina, uno spazio sicuro ed inclusivo per fare sport… e molte altre stanno balenando alle nostre menti. L'edificio è presente ma vogliamo riempirlo in modo partecipato, ascoltando il territorio, senza fretta.
Abbiamo però bisogno di partire da qualcosa di molto concreto: malta e mattoni, fili e tubi, tegole e infissi. I primi interventi che stiamo già attuando sono la sistemazione dei muri e delle malte, la rimozione delle pavimentazioni oramai deperite, la sistemazione degli infissi, la costruzione di servizi igienici adeguati e di tutti gli impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento. Inoltre, dobbiamo sostituire una parte del tetto.
A proposito di TETTO: la prima campagna che lanciamo avrà come oggetto il rifacimento del tetto sopra i due garage! La struttura dei garage, infatti, ha una vecchia copertura in amianto e per poterla mettere a norma dobbiamo innanzitutto rimuovere i pannelli di asbesto. Inoltre, la copertura inadeguata ha causato delle infiltrazioni, intaccando i travi di una parte dell'immobile. Rimuovere l'amianto vuol dire continuare quel processo di bonifica e di protezione sociale che in Italia non è ancora concluso, ma ha dei costi importanti. Sostituirlo vuol dire riqualificare un grande spazio, di 60 metri quadrati, che diventerà una sala polifunzionale.
Il progetto è già stato fatto, ma abbiamo bisogno di un grande sforzo collettivo! A tre mesi da oggi vogliamo poter vivere lo spazio dei garage, arrivando alla cifra di 16.000 euro che ci permetterà di coprire i costi di rimozione, smaltimento e sostituzione del tetto in amianto. Fissiamo l'equinozio di primavera come tempo utile per raccogliere la somma di denaro necessaria. Aiutaci ad assicurare alla sommità dello Spazio una degna e sana copertura.
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