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L'ISOLATO è un film documentario girato in un’area di Cuneo compresa tra Via Antonio Meucci, via Sebastiano Grandis, Corso Giovanni Giolitti, Via Silvio Pellico e Piazzale della Libertà.
Questa zona ha preso forma in prossimità della stazione tra gli anni '30 e gli anni '50, nella parte sud-ovest del centro: vista dall’alto sembra un triangolo, situato all’interno del cuneo che dà nome alla città.
L’ISOLATO, uno spazio di poche centinaia di metri quadrati, oggi è ospite di trasformazioni sociali e urbane tipiche dell'Italia contemporanea. Un luogo mediatizzato che genera polemica e preoccupazioni, a cui spesso vengono associate parole come "degrado", "decoro", "ordine pubblico".
L'ISOLATO è l'emblema delle inevitabili difficoltà generate dagli incontri di traiettorie individuali, generazionali e culturali e, allo stesso tempo, un innegabile esempio di attivazione di Cittadinanza.
In una città di provincia come Cuneo, è un luogo che permette di far vivere fianco a fianco persone con un passato e un presente diversi. Persone che hanno racconti da condividere, mostrare e far ascoltare; racconti di sfide quotidiane, burocratiche e umane. Non servono appuntamenti: è sufficiente passeggiarci, “fare due vasche”, avere un po’ di tempo per osservare, incontrare e, magari, interagire con chi con-vive L'ISOLATO.
L’ISOLATO vuole mettere a nudo la propria complessità, raccontandola attraverso le storie di chi questo triangolo di strade lo vive e percorre tutti i giorni: i residenti, i commercianti e le persone che lo frequentano regolarmente.
Crediamo nel linguaggio del documentario capace di raccontare i fatti e le situazioni senza la pretesa di dimostrare tesi precostituite, lasciando al fruitore stesso il compito di trarre le proprie conclusioni.
Vogliamo DOCUMENTARE il racconto corale, multi-trama, dei nostri protagonisti,costituito da testimonianze e immagini che potrebbero e vorrebbero diventare una forma di memoria sociale collettiva. L’obiettivo primario è portare maggiore consapevolezza in città e favorire una visione più ampia e completa di un'area che finora non è stata raccontata in profondità e della quale è ancora del tutto sconosciuta la ricchezza culturale e umana.
Vogliamo NARRARE una città che si confronta davvero con questi aspetti, forse per la prima volta, in ritardo rispetto ad altre realtà italiane che quotidianamente vivono dinamiche legate alla convivenza.
Vogliamo FOTOGRAFARE in maniera approfondita e particolareggiata un momento complesso della trasformazione di un’area residenziale di una città italiana, tentando di rendere universali le storie di un contesto locale.
Sostenerci vuol dire PARTECIPARE ATTIVAMENTE a un progetto audiovisivo che è partito dal basso: crediamo alla forza del crowdfunding, un mezzo capace di generare relazioni, confronto e opportunità per far crescere il film in maniera collettiva.
Sappiamo che un'idea di per sè non è abbastanza e abbiamo già investito molto in tempo e risorse per creare qualcosa di concreto iniziando le riprese.
Abbiamo lavorato per mesi sul territorio cercando e creando contatti, partecipando alla vita di zona, alle riunioni, agli eventi, abbiamo alimentato l'interesse e il coinvolgimento attorno all'ISOLATO cercando di intercettare i bisogni di tutti, anche quando non manifesti; siamo entrati nelle case, nei negozi, di giorno e di notte, abbiamo messo su carta tutto questo e dopo abbiamo schiacciato REC.
Per continuare con la produzione e le riprese, per poter accedere ad altri fondi e dimostrare che è un lavoro necessario, voluto e condiviso
ABBIAMO BISOGNO DEL TUO AIUTO!
Insegnante di lingue straniere, accompagnatore turistico ed ex operatore sociale.
Nato e cresciuto a Cuneo, mi sono trasferito poco più che ventenne a Torino dove oggi vivo e lavoro. Per più di 12 anni mi sono occupato di persone con disagi fisici e mentali, sia in struttura sia sul territorio, collaborando con il Comune di Torino, le cooperative Valdocco e L'Arcobaleno, l’Associazione Terra del Fuoco. Ho lavorato nella comunità sperimentale Il Dado con rom romeni, in comunità psichiatrica di tipo B, con minori a rischio, con persone affette da disabilità mentale e persone non-vedenti.
In questi 12 anni ho anche vissuto e lavorato per tre anni in Australia e in Nuova Zelanda.
Sono appassionato di scienze sociali e linguaggi artistici, in particolare musica, filmaking e fotografia, ho frequentato l’Istituto Fellini per il cinema e lo spettacolo e la scuola nazionale di video partecipativo e cinema documentario a cura di Zalab. Chitarrista, bassista, cantante e compositore per passione.
Antropologo culturale e filmmaker, vivo a Roccavione – Cuneo. Mi formo come documentarista con l'Aura Scuola di Cinema di Ostana. La mia esperienza con l’immagine si intreccia con il mio interesse per la ricerca antropologica nella produzione di documentari. Dopo aver dedicato anni ad un’indagine intorno al sistema di accoglienza e alla condizione dei rifugiati a Torino, ho collaborato a progetti di interesse socio-culturale sul territorio, tra le Alpi e la pianura, raccontando le relazioni tra territorio e comunità, musiche e culture, lingue e individui.
Tra i titoli: “Climbing Walls, Making Bridges. Capoeira, Parkour & Becoming Oneself in Turin”, “Lo sol poder es que de dire”, “Courenta dentro”, “La Vioulounado – Na Rigoulado de Vioulouns a Fraise”, Transumare”, “Il mio posto è qui? Vivere da rifugiati in Italia”. Ho lavorato con Fredo Valla al film documentario “Bogre – La grande eresia europea” e attualmente tra gli altri progetti mi sto dedicando al montaggio di un lungometraggio sul viaggio nomade della Carovana Balacaval.
Antropologa e cittadina attiva. Dopo aver frequentato il master Europeo CREOLE "Cultural Differences and Transnational Processes” in antropologia sociale e culturale in Spagna e Slovenia, ho lavorato nell’ambito dell’educazione non formale attraverso metodi di pedagogia attiva e intelligenza collettiva in Francia, in Etiopia, in Grecia e in Italia come operatrice socioculturale, animatrice e facilitatrice. Ad oggi sono impegnata come etnografa e operatrice della salute per l’ONG Medici Senza Frontiere con cui ho svolto una missione in Iraq e ad Haiti, collaboro come giornalista per il settimanale cuneese “La Guida”, coordino la comunicazione della Rete minerali clandestini, sono stata membro del direttivo della Scuola di Pace di Boves e dell’APS MiCo. Sono tuttora consigliera del comitato del quartiere Cuneo Centro e faccio parte dell’organizzazione della rassegna culturale “Zoé in città”.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Città e comunità sostenibili:creare città sostenibili e insediamenti umani che siano inclusivi, sicuri e solidi.
Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.
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