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La Cadrega è un circolo ARCI di Torino.
La vita sociale del nostro Circolo si basa principalmente sulla promozione della cultura dal basso, tramite mostre e presentazioni di libri cerchiamo di aiutare artisti e scrittori emergenti eorganizziamo inoltre varie attività didattiche come il corso di chitarra e vari corsi di lingue.
L’evento più importante del nostro anno sociale è il CadregaFest; lo organizziamo puntualmente presso circoli amici con l’obiettivo di promuovere la musica come elemento stimolante dell’amicizia e del rispetto reciproco.
Quotidianamente nella nostra sede di Via Principessa Clotilde, 23 bis creiamo momenti di socializzazione e di interazione democratica tra i Soci, che si confrontano quotidianamente con libertà, rispetto e in totale uguaglianza. Tutto questo avviene grazie a un’intensa attività in cui il gioco e la ricreazione sono parte fondamentale.
Fin dall'inizio dell’emergenza Coronavirus il Circolo si è trovato in grande difficoltà e, anche dopo la riapertura successiva alla chiusura durante la prima fase dell'emergenza, le misure emesse dal Governo per fronteggiare l'emergenza lo hanno messo in seria difficoltà. Di questo passo la vita del Circolo è a rischio e con lui tutte le attività che offriamo alla comunità locale come corsi, mostre, eventi ludici, etc. sono state cancellate.
Il perdurare di questa situazione per noi significa che corriamo il rischio di non riuscire più a sostenerci, quindi di dover smettere di essere quello che siamo:
“La Cadrega”
Con il vostro aiuto vogliamo cercare di sostenere il nostro circolo, perché quando l’emergenza finirà del tutto avremo bisogno di ricostruire la nostra normalità, tramite tutte le iniziative che hanno sempre caratterizzato la nostra vita quotidiana.
Per farlo abbiamo bisogno di una spinta in più, di un aiuto da parte da parte di tutti, soci e non, anche per continuare a rimastare insieme.
Rimastare insieme non è un errore… è un’espressione che usiamo tra di noi. Nella nostra comunità può voler dire tutto e niente, in questo caso forse potremmo interpretarla come un "cercare di rimanere quel che siamo", stando assieme, interagendo e sentendosi tutti parte di tutto. Ma ognuno è liberto di leggerla come preferisce, l'importante è, appunto, rimastare insieme.
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