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È un progetto teatrale a cura di Agnese Fallongo, attrice e autrice del testo.
Con Domenico Macrì, Eleonora De Luca e Teo Guarini.
Regia di Alessandra Fallucchi.
Si tratta di uno spettacolo con musiche dal vivo nato un po’ per gioco e un po’ per amore dalle interviste fatte a persone anziane del centro-sud Italia, appartenenti alla generazione della prima metà del ‘900. La generazione dei nostri nonni, della seconda guerra mondiale, dei mestieri fatti con le mani, della terra e del mare. Storie che si mescolano con le leggende popolari e che, semplicemente, meritano di essere ascoltate…
“Sapevate che l’Italia è il paese con il maggior numero di dialetti, tradizioni e culture popolari al mondo? Ma questa ricchezza è un relitto del passato, destinato ad estinguersi con il tempo, o un patrimonio vivo, che occorre ancora studiare e valorizzare? E se è vero che non sai dove vai se non sai da dove vieni, oggi: qual è la nostra casa? Qual è la nostra Itaca?”
Lo spettacolo vede avvicendarsi sul palco quattro personaggi che raccontano al pubblico le proprie “storie di vita”, una crasi tra realtà e leggenda popolare. Mamozio, Maria, Reginella e Arturo: due uomini e due donne che racchiudono tutte le vicende più commoventi e più divertenti che ci sono state raccontate dalle persone intervistate nei differenti paesini italiani. Un pescatore calabrese che non sa nuotare; un pizzaiolo romano nella Garbatella degli anni 40’; una ragazza madre che sogna di ballare lo swing in una Sicilia devastata dal dopoguerra ed una signora napoletana che racconta la leggendaria storia della sua famiglia.
Naufragare in questo passato, che non è poi così passato, pensiamo sia un ottimo punto di partenza per rispondere ai nostri interrogativi. Vorremmo far sì che il pubblico si abbandoni alle acque di una saggezza popolare che sembra ormai sbiadita ma che è invece ancora viva e colorata, come le persone che abbiamo incontrato.
Al centro dello spettacolo l’elemento musicale che fa da fil rouge tra un racconto e l’altro tramite canti popolari e polifonici, musiche dal vivo e strumenti tradizionali. La musica assume una funzione poetica per dare voce a quelle emozioni che spesso, proprio come accade in una serenata, non riusciamo ad esprimere solo a parole.
Mi capitava spesso, sia per lavoro che per diletto, di girare per paesini italiani quasi sconosciuti, parliamo addirittura di borghi di 1000, 200, 80 abitanti. Durante questi viaggi mi accadeva di conoscere persone molto semplici (nell’accezione più genuina del termine) ma con storie incredibili, leggende da manuale, insomma, vite da raccontare. Più di una volta avevo sentito l’esigenza di voler scrivere questi racconti ma mi sembrava come di perderne la magia abbassando lo sguardo sul foglio bianco, distogliendo quindi l’attenzione dagli occhi di queste persone così “felliniane” che mi stavano regalando i loro ricordi. Un giorno ho quindi deciso di cominciare a documentare il tutto con un semplice registratore, niente video, solo voci dal sapore antico, come fossero dei cantastorie. Nel giro di un anno ho raccolto moltissimo materiale gelosamente conservato nel mio pc nella cartella “Storie di Vita” con tanto di foto e file audio di tutte le persone incontrate in questo arco temporale. Si tratta per lo più di gente anziana, che svolge “mestieri in via di estinzione” come pescatori, contadini, artigiani oppure semplicemente persone incontrate sul lungomare, nella taverna del paese, nel bar della piazza.
Di seguito e nella sezione "gallery" potrete trovare il link alla traccia audio con le voci reali delle persone intervistate.
https://www.youtube.com/watch?v=h9lIVG8k3KE
Oggi sta diventando sempre più complicato portare il pubblico a teatro, la maggior parte delle persone intervistate mi ha confessato di non aver mai assistito ad uno spettacolo teatrale. Allora come riuscire a parlare a tutti? Attraverso quale linguaggio? In che modo creare qualcosa che possa toccare il cuore di un bambino come quello di un anziano, quello di un intellettuale come quello di un pescatore? È a queste domande che è legata la scelta e la risposta di utilizzare differenti dialetti, una delle più grandi ricchezze della nostra Italia. Tornare alle radici, alla terra, al mare. Da cittadina quale sono è stato davvero interessante addentrarmi in questi luoghi dove la gente sa addirittura chi è il proprio vicino di casa (“Incredibile!”) e provarne così a studiare luci ed ombre per scattare la fotografia perfetta. Piccoli paesi fatti di sapori e musiche tradizionali, odori, danze, feste religiose, sagre, accoglienza, tempo per parlare e per conoscersi, ma anche ignoranza, pregiudizio, mafia (nell’accezione più vasta del termine) e ingiustizie di ogni sorta. Tutto il mondo è paese, nessuno può saperlo meglio di noi italiani. Per questo vogliamo parlare attraverso un linguaggio fruibile da tutti, che rimanga fedele alle origini e alle testimonianze dei personaggi delle nostre storie, alle quali è stato semplicemente dato un costume di scena per salire sul palco.
Quando ho fatto sentire per la prima volta le interviste che avevo registrato ai miei colleghi mi sono stupita io stessa dell’impatto emotivo che hanno avuto queste “piccole testimonianze” su di loro. Difatti hanno subito sostenuto con entusiasmo il “mio” progetto facendolo diventare “nostro”; Alessandra Fallucchi, attrice e regista, ha deciso di donarci il suo supporto artistico occupandosi della regia dello spettacolo. È ormai da quasi un anno che investiamo su “La leggenda del pescatore che non sapeva nuotare”: con forza, dedizione, professionalità ed entusiasmo. Purtroppo però, essendo una giovane compagnia senza sovvenzione alcuna, ci troviamo in difficoltà.
Tra i vincitori della rassegna teatrale “Pillole”, “La leggenda del pescatore che non sapeva nuotare” debutterà al Teatro Studio Uno dal 30 marzo al 9 aprile 2017, per poi fare una piccola tournée estiva ancora in via di definizione. Abbiamo fatto il possibile per dimezzare tutti i costi di produzione, ma la realtà è che abbiamo bisogno di voi.
I fondi raccolti verranno utilizzati per la realizzazione, la comunicazione e la distribuzione dello spettacolo. Nello specifico:
- materiali per la promozione: flyer, locandine;
- spese di gestione: spazio prove, affitto teatro, siae, agibilità;
- remunerazione attori, regista e tecnici (tecnico audio/luci, videomaker, grafico);
- scenografia, costumi, strumenti musicali;
- spese di viaggio per i vari spostamenti della compagnia;
È per questa ragione che abbiamo deciso di lanciare questa campagna di crowdfunding: perché con il vostro aiuto il nostro progetto possa non solo essere sostenibile, ma anche migliorare e crescere.
Domenico Macrì
Si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte del Dramma Antico di Siracusa (INDA).
Studia con Mauro Avogadro, Graziano Piazza, Emiliano Bronzino, Carlo Boso, Emma Dante, Roberta Carreri, Peter Stein.
Lavora in teatro con Daniele Salvo, Cristina Pezzoli, Luca De Fusco, Maurizio Donadoni, Moni Ovadia, Andrea Battistini, Gigi Proietti, Andrea Baracco, Piero Maccarinelli, Giancarlo Sepe, Daniele Pecci.
Nello spettacolo è Mamozio.
“Che a me il mare mi piaceva, ma preferivo guardarlo la sera, dalla riva, con tutto il riflesso della luna sull’acqua… e mi piaceva pensare all’amante di mio nonno, a Maria: la donna col vestito fatto di mare. E pensavo che pure io ci volevo ballare però mi vergognavo, come quando c’è una femmina troppo bella che tu ti vergogni… eh, così! Mi bastava sentirne il profumo…”
Eleonora De Luca
Si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte del Dramma Antico di Siracusa (INDA).
Studia con Mauro Avogadro, Graziano Piazza, Emiliano Bronzino, Carlo Boso, Matteo Belli, Francesca Della Monica, Peter Stein.
Lavora in teatro con Daniele Salvo, Cristina Pezzoli, Maurizio Donadoni, Moni Ovadia, Andrea Battistini, Federico Tiezzi, Emanuela Giordano.
Lavora in tv con Gianluca Tavarelli e Giacomo Campiotti.
È la protagonista femminile dell’ultimo film di Ficarra e Picone “L’ora legale”.
Nello spettacolo è Maria.
“Nca ci criu ca mi brillavano gli occhi… c’avevo davanti quelle due grosse spalle attaccate a un metro e novanta di cristiano con gli occhi verdi che mi guardava. Io non sapevo neanche come si chiamava, cioè in realtà lo sapevo ma me l’ero già dimenticato. Sapevo solo che era un soldato americano, che era bellissimo e che mi voleva, ho pensato che potesse bastare. Mi prese per mano e mi portò via, lontano… non lo so dove…”
Teo Guarini
Si diploma all’Accademia Internazionale d’Arte Drammatica Teatro Quirino di Roma e all’Académie Internationale des Arts du Spectacle (A.I.D.A.S.), Versailles.
Studia con Carlo Boso, Gigi Proietti, Ugo Maria Morosi, Lello Arena, Paolo e Vittorio Taviani, Francesco Pannofino, Michele Placido, Ugo Pagliai, Marylin Fried.
Lavora in teatro con Gabriele Mazzucco, Carlo Boso, Sergio Basile, Massimo Verdastro, Alvaro Piccardi.
Nello spettacolo è Arturo.
"Io ‘nnamorato, ma de ché nonnì! Io so' er più desiderato de Garbatella: re delle pizze e de li stornelli, mica me posso dedicà a ‘na donna sola?! (…) Ma lei me piaceva pe’ davero e pure se c'avevo r’core che me strabuzzava, stritolava, sconquassava e s'arrovellava non riuscivo a fa niente...”
Agnese Fallongo
Si diploma all’Accademia Internazionale di Teatro di Roma e all’Académie Internationale des Arts du Spectacle (A.I.D.A.S.), Versailles.
Studia con Massimiliano Civica, Adriano Evangelisti, Graziano Piazza, Paolo Triestino, Emmanuel Gallot Lavallèe, Paola Tiziana Cruciani, Tosca Donati.
Lavora in teatro con Raffaele Latagliata, Alessandra Fallucchi, Carlo Boso; collabora con La MaMa Umbria International, Compagnia Ondadurto Teatro.
Lavora in tv con Luca Ribuoli. Dal 2011 lavora come doppiatrice.
Nello spettacolo è Reginella.
“Ci siamo sempre voluti bene! Eravamo vero una famiglia felice! Il nostro segreto è che a nuje ci bastava poco: ‘na forchetta e nu cultello, vabè pure nu chucchiaio! Nu piatto, nu tovagliolo, nu bell bicchiere i vino e poi ‘na minestra, nu pochetto e formaggio sopra pecchè chillo… nu goccetto d’olio e nu piezz e pane ca’ pummarola e ca’ muzzarella, co’ prezzemolo e ‘na fugliulella e basilico… a nuje ci bastava poco…”
Regia di Alessandra Fallucchi
Si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Studia con Anton Milenin, Nicolaj Karpov, Kennet Rea, Wendy Alnutt, Alan Woodhouse, Berti Tobias, J.F.Politzer, E.Kremer, Odin Theatret, Theatre O of London, Danio Manfredini, Valerio Binasco, Emma Dante, Claudio Collovà, Giuseppe Cutino.
Lavora in teatro con Lorenzo Salveti, Marco Baliani, Maurizio Panici, Walter Pagliaro, Nicasio Anzelmo, Emanuela Giordano, Marco Lucchesi, Gino Zampieri, Adriana Martino, Luciano Damiani, Alessandro Marinuzzi, Graziano Piazza, Vincenzo Zingaro, Mario Prosperi, Maddalena Fallucchi, Nuccio Siano, Antonio Serrano, Patrizio Cigliano, Beppe Cino, Alessandro Machia, Phillys Nagy (Royal Court of London), Mohammed Driss (Teatro Stabile di Tunisi), Andy Arnold (Tron Theatre Glasgow), Susanne Lion (Teatro Nazionale di Vienna), Sergej Issaev (Gitis di Mosca).
Lavora in tv come protagonista di puntata nelle serie: Rex VII, Un medico in famiglia, Maresciallo Rocca 4, RIS 4, Camici bianchi.
“The young Pope” di Paolo Sorrentino nel ruolo della suora Spencer.
Lavora al cinema come attrice protagonista per i registi Giulio Federico Janni
(Carogne) e Giacomo La Rosa (La verità dell’attimo).
Come regista dirige:
“Declinazioni d’amore” di Franca de Angelis prod. FattoreK.
“Alla ricerca delle città invisibili” da Italo Calvino. Prod. Il Carro dell’Orsa.
“Per non dimenticare: per la giornata della memoria” Prod. Il Carro dell’Orsa.
“Italia 15/18: Storie comuni del tempo di guerra” Prod. Il Carro dell’Orsa.
“Voci dall’Iliade” da A.Baricco Prod. Il Carro dell’Orsa.
“I segreti di Villa Borghese” Prod. Zetema.
Il Carro dell’Orsa nasce nel 1995 e dai suoi esordi si è sempre distinta per l’elevata qualità dei progetti culturali con l’obiettivo di essere strumento di promozione per la drammaturgia contemporanea, per i giovani attori e i giovani autori, promuovendo autori italiani mai rappresentati che si sono rivelati in seguito delle autentiche scoperte (Anne Ciccone, Cinzia Villari, Francesca Satta Flores, Tommaso Capolicchio, Franca De Angelis, Patrizio Cigliano, Betta Cianchini e molti altri).
Per quanto riguarda la produzione di spettacoli, l’attenzione si è concentrata principalmente sulla drammaturgia contemporanea italiana e straniera, producendo testi inediti o pochissimo rappresentati. La compagnia si propone di lavorare all’interno di un ambito di “scrittura scenica” che veda la parola al centro della propria indagine teatrale. La parola come veicolo di emozione, gli attori come mezzo indispensabile per comunicare tale emozione al pubblico. Un progetto dunque che non è stato mai solo di “messa in scena” di testi, scelti in modo casuale, ma di ricerca e sviluppo di tematiche precise, con una particolare attenzione alla ricerca di soluzioni scenografiche innovative ed anche la scelta di spazi teatrali non convenzionali, assieme all’utilizzo della musica dal vivo come strumento per potenziare la carica emotiva. Molti testi sono stati frutto di una vera e propria scelta di “committenza” di opere ad autori italiani, altri invece scelti perché trattavano temi a noi molto cari (la famiglia, la capacità catartica e salvifica della Letteratura e della Cultura, il mondo delle donne, la difficoltà della relazione d’amore, le tematiche sociali legate all'integrazione e alla diversità).
Il Carro dell'orsa annovera oggi tra i suoi soci artisti di varia età ed esperienze. Dagli storici fondatori Alessandra Fallucchi, Rossella Compatangelo, Maria Alessandra Giuri, Paolo Macioci, Valerio Sabino alle nuove collaborazioni Alessandro Machia, Nicasio Anzelmo, Raffaele Latagliata.
Fino al 2010 la compagnia è stata diretta da Maddalena Fallucchi, dal 2010 ad oggi invece è sotto la direzione artistica di Edoardo Siravo.
La compagnia si occupa di produzione e coproduzione di spettacoli ed eventi, formazione per attori e non attori, Teatro Ragazzi.
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