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La Luna di Vasilika

Una campagna di
Nathalie Bini

Contatti

Una campagna di
Nathalie Bini

La Luna di Vasilika

La Luna di Vasilika

Campagna terminata
  • Raccolti € 2.436,00
  • Sostenitori 45
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Comunità & sociale

Una campagna di 
Nathalie Bini

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Il Progetto

01/11/2016: ANCORA cinque giorni PER PORTARE CALORE AL CAMPO!!!!!



ENGLISH VERSION SEE BELOW, VERSION FRANCAISE EN BAS

Vasilika, 5 ottobre 2016, ore 19.00.


Si festeggia un compleanno nell’Hangar 1. Con Erica e Nazmie, due volontarie conosciute al campo, varchiamo la soglia. Prima, seconda, terza tenda, ci sono palloncini appesi, un  piccolo campione compie due anni oggi.
“Salam Aleikum Mama!”,
“Aleikum Salam my friend…”.
Questa è casa loro, siamo sempre molto delicate quando veniamo invitate ad avvicinarci alle tende. Ci vogliono insieme a loro, c’è musica. Osserviamo commosse quanta normalità si intravede in queste gesta. Sappiamo bene quanta sensazione di fallimento e disperazione ci siano in realtà dietro a Mama che appende le lucine all’ingresso della tenda.
E’ il compleanno del suo bambino e lei ha fatto di tutto perché fosse un giorno felice, un giorno normale di compleanno.



Grazie all'associazione MAM Beyond Borders, ad ottobre 2016, sono stata due settimane in uno dei numerosi campi per rifugiati che si trovano nei dintorni di Salonicco. Nel campo di Vasilika vivono 1300 persone, di cui 500 bambini, in prevalenza siriani e curdi. Sono scappati dalla guerra e dalla povertà assoluta, hanno affrontato lunghi viaggi a piedi o con imbarcazioni di fortuna, han passato giorni in attesa in campi provvisori, spesso poi brutalmente smantellati come quello di Idomeni.


L’idea che mi ero fatta non si avvicinava neanche lontanamente a quanto ho trovato in realtà. Da casa, la difficoltà della situazione, la precarietà, l’equilibrio instabile su cui si regge un campo rifugiati è inimmaginabile.

Queste persone scappano dalla guerra, non quella dei film, quella vera. Da medico, ti rendi pienamente conto di quanto i loro corpi raccontino la loro storia. Hanno schegge di bomba nelle gambe e nelle braccia, hanno gli incubi la notte, soffrono di ansia e depressione, la paura è un’ombra costante nei loro occhi anche quando sorridono. Sono partiti con poco e sono rimasti con niente, se non la speranza di un futuro migliore.
La burocrazia, la situazione non facile dell’economia mondiale, la politica e gli interessi di chi decide, monetari più che umanitari, fan si che siano destinati a vivere nei campi ancora per molti mesi.

Vivono in tre o quattro per tenda, senza riscaldamento, con i bagni chimici esterni e le docce fredde, con un cambio di vestiti a testa, devono difendersi dai topi e da altri ospiti indesiderati. Il cibo “fresco” è poco, solo alcuni hanno le risorse per comprarne; quello “preparato” viene consegnato da una ditta esterna ed è nutrizionalmente poverissimo e sempre uguale, da cinque mesi. Le condizioni sanitarie sono precarie, tantissimi bambini soffrono di asma per la polvere, infezioni batteriche e virali si propagano rapidamente in tutto il campo, persone affette da patologie cardiache o metaboliche non sono trattate da mesi, essere sottopeso o in ritardo nella crescita è comune.

Queste persone non ricevono soldi direttamente da nessuno, l’unica piscina che c’è nel campo è quella che si forma quando piove.  Molti vorrebbero darsi da fare, hanno delle capacità, erano lavoratori come voi, ma l’ONU ha stabilito da anni che i rifugiati non possono lavorare. L’unica cosa che possono fare è sistemare il campo, le donne rendono le tende un posto così accogliente da restare stupiti e ammirati, c’è chi è tornato a fare il barbiere, a gestire un mini mini supermercato o una specie di bar, con il caffè solubile che qualche volontario ha procurato.

Nai campi, ci sono le grandi organizzazioni ma come sempre la burocrazia rende il loro intervento un po’ macchinoso e sono presenti a orari limitati. I rifugiati, però, sanno che qualche fondamentale ora in più è coperta dai volontari di MAM Beyond Borders e Firdaus. Noi praticamente raddoppiamo le ore di presenza e questo ha fornito le basi per cui ora i rifugiati vedono in noi un grande sostegno. Seppure con difficoltà, si fidano delle nostre risposte e in queste due settimane quando rispondevo che sarebbero stati chiamati tutti un po’ alla volta, mi hanno dato fiducia e hanno avuto pazienza. Apprezzano il fatto che sia stato allestito uno spazio di attesa bello e accogliente, quasi come un negozio di uno dei nostri centri città, e che, al loro turno, un volontario con un immenso sorriso, li saluti rispettosamente e si dedichi alla persona per un quarto d’ora cercando di trovare un compromesso tra i capi disponibili e la necessità di vestire caldamente 1300 persone.
I sorrisi e i grazie che ci rivolgono uscendo, sono sinceri e indelebili.

Per sopravvivere a questa situazione precaria conservare la dignità, sentirsi esseri umani e non bestie, è fondamentale.

Son timidamente orgogliosa di essere andata tenda per tenda a visitare le persone malate e di essere riuscita a tranquillizzarli anche solo per qualche giorno sull’arrivo di scarpe e vestiti per tutti. É solo una goccia nel mare di cose di cui avrebbero bisogno. Erica, Nazmie ed io avremmo voluto stare al campo non 12 ma 24 ore, perché sono davvero tante le cose da fare.

Ho deciso così di tornare a Novembre, non senza prima essermi impegnata a far conoscere a quante più persone possibile la loro situazione.

Cosa puoi fare tu?

-  Quello che vorrei davvero che facessi è informarti e contribuire ad un'informazione corretta. Contribuire a diffondere voci false, sul fatto che sono tutti terroristi, stupratori e ladri o che ricevono montagne di soldi, aumenta solo le difficoltà di tutti e rende il nostro mondo un posto sempre peggiore. So bene che è un periodo di incertezza economica, non ti chiedo di togliere alla tua famiglia per dare a loro, ma per lo meno non cliccare mi piace al primo articolo pieno di odio che ti capita sotto gli occhi. Chiedi ai tuoi nonni com’era la guerra e vivere sotto i bombardamenti, leggi dei libri di storia, informati su dei quotidiani degni di questo nome, chi ci guadagna se i “poveri” si fanno la guerra tra loro, sono sempre i soliti potenti e stra ricchi! Se ti sfoghi sui rifugiati, la situazione del tuo paese non cambierà!!

-  Se hai voglia di fare una donazione, vestiti e scarpe per l’inverno, bollitori per l’acqua calda, altri beni di prima necessità per l’igiene e la salute, sono una cosa di cui necessitano sicuramente e anche un piccolo apporto può fare molto. Considerando le difficoltà di spedizione, ho visto che la cosa più conveniente è comprarli sul posto, ovviamente potrai vedere cosa acquisto e gli scontrini saranno consegnati per la dichiarazione dei redditi o semplicemente come prova di dove è finito il tuo contributo. Per piccolo che sia, ti ringrazio della tua generosità. 

-  Se hai tempo e possibilità di prendere dei giorni, contatta MAM Beyond Borders o Firdaus e parti come volontario, qualunque sia il tuo mestiere. Potrai dare una mano e tornerai con uno spirito nuovo, perché allontanarsi da casa, sconfiggere i pregiudizi, vedere con i tuoi occhi la situazione, ti arricchirà forse più di quanto tu darai a loro.


Quel 5 ottobre, lasciamo Vasilika alle 19.30.
Non abbiamo mai commentato questo momento tra volontarie, ne abbiamo commentati tanti ma questo no, ce lo siamo tenuto ognuna nei propri occhi, andava bene così.
Su Vasilika quella sera c’era uno spicchio di luna che mai scorderemo.
Brillava sul campo, noi l’abbiamo guardata una, due volte, meravigliate, quasi come se fosse assurdo vedere una cosa così bella in un contesto così triste.


Oggi sono qui a scrivervi perchè da quell’istante ho capito che siamo noi l’unica loro speranza.
Grazie di cuore a tutti coloro che mi aiuteranno.

Nathalie

http://www.mambeyondborders.org

http://www.associazionefirdaus.com




VERSION FRANCAISE

Vasilika, 5 octobre 2016, 19heures

 Dans le hangar 1 on fête un anniversaire. Avec Nazmie et Erica, deux benevoles que j'ai rencontrées la bas, nous entrons. Première, deuxième, troisième tente, des ballons sont accrochés, un petit gamin a deux ans aujourd’hui.
“Salam Aleikum Mama!”,
“Aleikum Salam my friend…”.

C’est chez eux ici, nous sommes toujours un peu gênées quand nous sommes invitées à nous approcher des tentes. Il y a de la musique, ils veulent que nous restions avec eux. Emues, nous observons cette normalité que l’on entrevoit dans ce geste. Nous sommes conscientes qu’ en réalité Mama qui suspend les petites lumières à l’entrée de la tente doit ressentir une profonde sensation d’échec et de désespoir.

C’est l’anniversaire de son enfant et elle a fait tout ce qu’elle pouvait pour que ce soit un jour heureux,un jour d’anniversaire.


Grace à l'association MAM Beyond Borders, pendant deux semaines j’ai vécu dans un des nombreux camps de réfugiés situés aux alentours de Salonique. 1300 personnes dont 500 enfants en majorité syriens ou kurdes vivent dans ce camp.Ils ont fui la guerre et la pauvreté, ils ont affronté un long voyage à pieds ou dans des embarcations de fortune, ils ont été parqués dans des camps provisoires souvent brutalement démantelés comme celui de Idomeni.

L’idée que je m’étais faite d’un tel lieu correspond bien peu à la réalité. De chez nous, la précarité, les mille difficultés, l’équilibre instable sur lequel se tient un camp de réfugiés est inimaginable. 

Ces personnes fuient une vraie guerre pas celle d’un film. Comme médecin on déchiffre sur leur corps leur histoire. Ils ont des éclats de bombe dans les jambes, dans les bras, ils font des cauchemars la nuit, ils  souffrent  d’anxiété et de dépression, la peur est une ombre constante dans leurs yeux même quand ils sourient. Ils sont partis avec presque rien et seule l’espérance d’un meilleur avenir les soutient. La bureaucratie, la situation économique mondiale, la politique et les intérêts de ceux qui décident vont sûrement prolonger leur permanence dans ces camps. 

Ils vivent à trois ou quatre dans une tente, sans chauffage, les toilettes chimiques sont à l’extérieur ainsi que les douches froides. Un vêtement de rechange par personne. Ils doivent aussi lutter contre les rats et autres intrus. Les aliments frais sont rares, seuls ceux qui ont quelques ressources peuvent se le permettre ; les repas peu variés  sont délivrés par une cantine externe, leur qualité nutritionnelle est pauvre. Les conditions sanitaires sont précaires, de nombreux enfants souffrent d’asthme, les infections bactériennes et virales se propagent rapidement dans le camp, des personnes souffrant de pathologies cardiaques ou métaboliques ne reçoivent aucun traitement depuis des mois, un déficit de poids ou un retard de croissance est très fréquent.

Ces personnes ne reçoivent directement aucun subside. La seule piscine du camp est celle qui se forme après les pluies abondantes de ces derniers jours. Les hommes voudraient travailler, ils en ont les capacités, c’étaient des travailleurs comme nous tous mais l’ONU a décidé depuis des années que les réfugiés ne peuvent pas travailler. Améliorer l’état du camp est la seule chose qu’ils peuvent faire, les femmes tentent d’embellir leur tente, de les rendre accueillantes et on est étonné du résultat. Certains ont repris leur métier , ils coiffent ou gèrent un mini-magasin ou une espèce de bar, des bénévoles leur  procurent du café.

Dans les camps, les grandes organisations humanitaires sont présentes mais comme toujours la bureaucratie rend leur intervention compliquée et durant des horaires limités. Toutefois les réfugiés savent qu’ils peuvent compter sur les volontaires de MAM Beyond Borders et Firdaus. Nous sommes présents dans le camp toute la journée et sommes donc un véritable soutien pour les réfugiés. Même si cela n’est pas facile, ils se fient de nos explications. Durant ces deux semaines je leur expliquais qu’ils seraient appelés chacun à leur tour, ils m’ont fait confiance et ont attendu patiemment. Ils ont apprécié l’installation d’un espace accueillant – presque comme un magasin – où ils sont attendus par un bénévole au large sourire qui dédient à chacun quelques minutes pour trouver l’habit adapté parmi les vêtements disponibles tout en tenant compte de la nécessité d’habiller chaudement 1300 personnes.

Les sourires et les remerciements sont sincères et inoubliables. Pour survivre à une situation si précaire et conserver sa dignité, se sentir des êtres humains et non des animaux est fondamental.

Je suis timidement orgueilleuse d’être allée de tente en tente rendre visite aux malades et d’avoir réussi à les tranquilliser sur la question vestimentaire. C’est une goutte d’eau dans la mer bien sûr, mais Erica, Nazmie et moi, nous aurions voulu rester dans le camp 24 h sur 24 car il y a tellement de choses à faire !

C’est pourquoi j’ai décidé d’y retourner en novembre non sans avoir d’abord informé le plus de personnes possible sur la situation des camps.

QUE PEUX-TU FAIRE, TOI ?

Ce que j’aimerais d’abord que tu fasses, c’est t’INFORMER.  Ceux qui contribuent à répandre la rumeur selon laquelle les réfugiés sont des terroristes, des violeurs et des voleurs qui reçoivent des sommes d’argent de nos gouvernements ne font que rendre la situation encore plus difficile. Je suis consciente que nous traversons une période d’incertitude et de difficulté économique, je ne te demande pas de priver ta famille mais au moins ne clique pas « j’aime » au premier article plein de haine qui te tombe sous les yeux. Demande à tes grands-parents comment c’était la guerre et vivre sous les bombardements, lis des livres d’histoire, informe-toi dans la presse.

Si tu as envie de CONTRIBUER, des vêtements et chaussures pour l’hiver, des bouilloires électriques pour se procurer de l’eau chaude et d’autres biens de première nécessité pour l’hygiène et la santé  sont ce dont nous manquons. Toutefois, vu les difficultés rencontrées pour organiser les expéditions, il vaut mieux acheter le nécessaire sur place et  une petite contribution serait donc plus adaptée. Je m’engage à conserver toutes les preuves d’achat, tickets de caisse...afin de vous illustrer l’emploi des donations.

Si tu as le temps et la possibilité de consacrer quelques jours, contacte MAM Beyond Borders o Firdaus et pars comme bénévole quelle que soit ta profession. Ton aide sera précieuse et tu reviendras enrichi car partir, abattre les préjudices, voir de tes propres yeux la situation est une expérience unique.


Ce 5 octobre nous quittons Vasilika vers 19.30. Nous n’avons jamais commenté ce moment mais nous en avons commenté d’autres entre nous .Ce moment nos yeux seuls l’ont mémorisé et c’était juste ainsi. Sur Vasilika ce soir-là il y avait un quartier de lune que nous n’oublierons jamais. Il brillait sur le camp, nous l’avons regardé intensément , émerveillées de voir une si belle chose dans un contexte si triste.


Aujourd’hui je vous écris parce que depuis cet instant j’ai compris que pour les réfugiés nous sommes leur unique espoir dans l’immédiat.

Merci de tout coeur à ceux qui m’aideront.

Nathalie.




ENGLISH VERSION

Vasilika, 5 October 2016, 19:00.

A birthday is being celebrated in Hangar 1. With Nazmie and Erica, two volunteers I met there, I step in and search for the third tent on line B.

“Assalam Alaikum Mama” “Assalam Alaikum my friend..”

A little boy is running around, he is the two-year-old prince of the party. We get invited to the celebrations, music is being played in the background. Mama is hanging a wire of coloured lights at the entrance of the tent. Her smile is trying to cover the sadness that you could read in her eyes. It’s her baby’s birthday and she is trying her best effort to make it as close to a normal birthday as possible, defying the odds and the situation she lives in.


My name is Nathalie, and I am here to tell you about a reality so close to our homes, and yet so far from being properly covered and narrated by European media. I very recently spent two weeks as a medical volunteer in a refugee camp, located on the outskirts of Thessaloniki city, near a small Greek village, Vasilika. I joined MAM beyond borders and Firdaus, two associations that are currently active in Greece. 1300 people, 500 of whom are children, presently live in this camp. They are Syrian arabs and Kurds who, after fleeing their war torn country, found themselves stuck and stranded in refugee camps in Greece, since the now strictly controlled Greek borders were closed months ago. These people faced long marches on foot, a life-threatening journey across the sea separating Turkey from Greece, and at their arrival in Europe were deported to temporary camps first, and to government-controlled camps afterwards.

I wasn’t prepared to see what I witnessed there. The reality was far worse than what I had ever imagined. Words cannot fully describe the amount of difficulties that refugees face on a daily basis inside the camp.

Many kids, women, men, bore the signs of the war on their bodies, as many had still pieces of bombs stuck in their arms and legs, under the skin, causing them neurological issues and incessant pain. People suffered from post traumatic stress disorder, and many had nightmares at night: what they saw and lived through haunted them at any hour of the day and night. They fled home with not many personal belongings, and many lost all they had in the dangerous journey to Europe. Unfortunately they are doomed to stay in these refugee camps for many months to come, due to bureaucratic and political reasons.

Nevertheless they still have hope for a brighter future.  

In Vasilika camp tents are located inside hangars, and in each tent live at least 3-4 people. 1300 people use everyday common showers and chemical bathrooms, installed outside the hangars. They don’t have many clothes, and that is a main issue now that winter is approaching. Rats are everywhere, and fresh vegetables and food are available only for the very few who are lucky enough to have some money left to buy them. The rest have to rely only on the food provided by a EU funded private company that has been delivering everyday, for the last 5 months, the same nutritionless ready-to-eat food. The quality of this food is very poor, and personally I wouldn’t feed with this food even an animal.

Hygienic levels in the camp are very poor, and in this dusty environment many kids suffer on a daily basis from asthma attacks and viral and bacterial infections (moreover infections spread very fast through the camp population). Patients with cardiological or metabolical pathologies have been left untreated for months. Many kids are underweight because they don’t eat enough and therefore don’t grow properly.

Refugees don’t directly receive money from anybody, as many might think they do. They are not even allowed to work, as a UN resolution set restrictions on this issue many years ago. Most of the refugees had a job that they left to flee the war, and now use they craftiness to help fixing the camp, and making it a better place. That’s also the only thing they can do in the waiting for the bureaucratic process, that will hopefully lead them to other European countries, to go through. Women try their best to make the tents as comfortable as possible, and some men have even built swings for the kids using some pieces of wood and cloth. There are also some barbers and hairdressers in the camp, and a little coffe shop was set with the help of volunteers.

Big humanitarian organisations are present at the camp for only few hours a day, and unfortunately bureaucracy makes their actions slow. On the other hand ,MAM beyond borders and Firdaus are present at the camp all through the day, trying to meet the unanswered needs of 1300 people. Thanks to our continuous presence refugees have learnt to trust us and rely on us for support. MAM beyond borders and Firdaus is active in the distribution of clothes, and now that winter is approaching people who are still in the waiting to receive something warm to wear come to us asking if they will receive anything at all, afraid of being left behind. We constantly reassure them that everybody will receive warm clothes, and to trust us and to have patience. We built a little waiting area outside the spot where we distribute the clothes, and we tried to make it as comfortable as possible. Each person coming for clothes is greeted by volunteers with a smile and is helped to find something of their size and taste. The smiles on people faces when they leave with something fitting them warmes our hearts.

We believe that it is of the utmost importance dignifying people as human beings in such a precarious situation, where they feel mistreated and desperate.

The reality is that what we do is just a drop in the ocean of the needs of these people, but it is better than nothing, and it is a way to give them some relief. Erica, Nazmie and I would have liked to stay helping in the camp 24 hours a day, because the things to do, and the people to visit as a doctor, were never ending.

That’s why I decided to go back to Vasilika in November, and that’s why I am trying to make everybody aware of the miserable situation refugees live in.

What can YOU do?

It is very important is to stay informed of what is happening just a few hours of flight from your home, in Europe. I would like you not to believe the retorics of some European political parties that state that all refugees are terrorist, rapist, thieves, or that they receive great amounts of money by governments. These things are simply not true, and those who benefit from wars are not the civilians who are forced to leave their destroyed country. I would like you not to raise barriers between you and people who speak different languages, and have different cultures. After all we are all human beings, and we are often too quick in judging others.

You can help us with donations, thanks to which we will be able to buy directly in Greece, at a lower price and avoiding luggage costs, what is needed by refugees. Things that are going to be desperately needed now that winter is coming, are warm clothes, shoes, boilers to have hot water and personal hygiene products. Every money transaction will be documented through receipts and photos. Receipts will be available for tax return purposes, or simply as a proof of how your money will be spent. Even a little donation can help.

You can also join MAM beyond borders and Firdaus as a generic or medical volunteer. Everybody can be of help, the work to do is a lot. As a volunteer you would also see with your own eyes the situation these camps are left in. I assure you that it is a life changing experience.

Vasilika, 5 October 2016, 19:30.

That evening we volunteers left the camp at 19:30. The dusty air was filled with the screams of the children playing, and the darkness was starting to cover the camp and its inhabitants. A crescent moon was shining up in the sky, smiling at us, and we stood there with our heads up mesmerized by this sight. You just wondered how something this beautiful could be seen in such a desperate situation.

That moment I fully realised the importance of our work as volunteers, and how we represented a light of hope and relief for the inhabitants of the camp.

I sincerely thank with all my heart whoever will help them,

Nathalie.

Commenti (9)

Per commentare devi fare
  • MB
    natahlie Bini Grazie Nathalie Bini sei bravissima con questa iniziativa!!!
    • avatar
      Concetta avete il cuore grande e lo allargate a noi...grazie...
      • eb
        emanuela Bravissima Nathalie...giù c'è davvero tanto bisogno di persone come te! Così una piccola parte di me riparte con te, grazie! Porta i miei abbracci ai piccoli e ai grandi di Vasilika...
        • AM
          Adriano Bravi. Chapeaux
          • AT
            Alberto  Grazie di tutto che fate per rendere il mondo un posto migliore. Restiamo umani
            • sz
              UCL Magnifique témoignage. Merci.
              • MO
                Marco Sei una grande Donna. Buon ritorno a Vasilika. Un abbraccio.
                • ML
                  Massimo  accattiamo tutte cose!
                  • avatar
                    Marta Spero che per quando il mio bambino (se non prima ovviamente) avrà l'età per capire queste cose più nessun bambino/donna/uomo debba subire tutto questo. In bocca al lupo sono sicura investirai bene la mia piccolissima donazione!

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