Una campagna di
Giovanna VolpiContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Milano è la città dove abito. E’ una bella città, a ben guardare: il punto è che siamo noi cittadini a renderla bella o non bella.
Ho immaginato una storia dove l’unico linguaggio è la musica di uno scanzonato quartetto di musicisti che camminano per le strade, i parchi e le piazze di una Milano inusuale, bellissima. E se la loro musica compisse delle poetiche magie, se avesse il potere di farci incontrare, comunicare, aprire l’uno all’altro, se rivelasse la vera natura di ciascuno? Che accadrebbe?
La musica è il linguaggio che non ha bisogno di traduzione, la musica ci rende migliori: ci costringe ad alzare gli occhi, guardarci, a riconoscerci con allegria: la natura umana resta la stessa sotto qualunque cielo.
Ho incontrato i Bandaradàn anni fa. Suonavano per strada, e dietro di loro un corteo di bambini allegri contagiati da una incredibile voglia di ridere. Mi sono ricordata di loro quando ho scritto questo corto ( con il tutoraggio di Walter Fontana, che non finirò di ringraziare) per il Diploma in Sceneggiatura alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano. Ho mandato loro il testo, hanno detto subito di sì e l’avventura è cominciata.
Questo piccolo film nasce con il sorriso ed è girato tra amici: la stessa gioia è con noi mentre si lavora. Lo stesso principio di ascolto vale nella finzione come nella vita.
Il denaro che vi chiedo serve al noleggio dei mezzi tecnici (la presa diretta è un vero casino), a remunerare chi deve riprendere e chi deve montare e, naturalmente, serve a rimborsare solo in piccola parte chi, per vivere, suona. Che delle cicale abbiamo bisogno come l’aria.
Siete dei nostri?
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