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Palestina: sosteniamo la fattorie distrutte in Cisgiordania

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Banca Etica e Fondazione Finanza Etica

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Palestina: sosteniamo la fattorie distrutte in Cisgiordania

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  • Raccolti € 1.615,00
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  • Categoria Comunità & sociale
  • Obiettivi
    16. Pace, giustizia e istituzioni forti

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Il Progetto

IL CONTESTO

La popolazione palestinese da un anno è vittima di una guerra spietata che non accenna a placarsi. I riflettori dei media sono puntati sul massacro di Gaza e sull’estensione del conflitto in Libano. Poca attenzione viene dedicata all’altra regione che compone la Palestina, la Cisgiordania, dove gli attacchi da parte dei coloni israeliani contro i palestinesi sono aumentati costantemente nel corso degli anni, raggiungendo un picco nel 2024. 

Gli insediamenti israeliani nati dopo il 1967 sono ritenuti illegali ai sensi del diritto internazionale e la stessa Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja lo ha ribadito nel suo ultimo pronunciamento del 19 luglio di quest’anno. Nonostante questo, l’occupazione del suolo palestinese continua, indisturbata. Non solo: gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi della Cisgiordania sono aumentati di anno in anno fino a raggiungere il numero massimo proprio quest’anno.

Secondo un report del Jerusalem Legal Aid and Human Rights Center (JLAC), il 2024 si configura già come il periodo di maggiore espansione israeliana a danno dei palestinesi negli ultimi vent’anni. A questo si aggiunge la presenza di 800.000 coloni israeliani su 3 milioni di abitanti palestinesi. Dall’inizio dell’anno fino a luglio scorso erano 649 le strutture demolite con il conseguente sfollamento di 1.232 persone: un aumento del 43% rispetto alla prima metà del 2023 e addirittura del 65% rispetto al 2022.

Nelle ultime settimane, inoltre, si assiste a una intensificazione degli attacchi nell’area, in particolare contro i campi profughi di Jenin, Tulkarem e Tubas. Si tratta di  una vera e propria mutilazione geografico-demografica dello spazio palestinese, sempre più frammentato. 

L’occupazione illegale israeliana produce effetti catastrofici anche sull’economia palestinese. Come riporta Unctad, l’agenzia Onu per il commercio e lo sviluppo, in Cisgiordania il 96% delle attività commerciali ha ridotto le proprie entrate e il 42% ha licenziato dipendenti. Molte realtà economiche, specie quelle del settore agroalimentare sono state danneggiate, incendiate o interamente distrutte a causa degli attacchi dei coloni o dell’esercito, con conseguenze devastanti per famiglie e villaggi. 

La distruzione di terreni agricoli prelude spesso alla coltivazione di questi ultimi da parte dei coloni israeliani. Anche l’occupazione del territorio attraverso l’agricoltura è infatti un altro metodo utilizzato per espandere il territorio degli insediamenti. 

Come evidenziato da un’analisi condotta da Forensic Architecture in collaborazione con l’organizzazione B’tselem, i coloni israeliani attualmente coltivano più di 10.000 ettari di terra palestinese in Cisgiordania. 

Le colonie costituiscono un crimine di guerra secondo il diritto internazionale.

Francesca Albanese - Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati

SCOPO DELLA RACCOLTA FONDI

Obiettivo della campagna di crowdfunding, organizzata dalle realtà palestinesi di microfinanza ACAD e Reef, in collaborazione con Banca Etica, storico partner di entrambe, e Fondazione Finanza Etica, è dunque sostenere, ricostruire e ripristinare fino a 156 imprese individuali o piccole comunità operanti nel settore agroalimentare colpite dagli attacchi dei coloni.

Come quella di Sufian, un contadino di Tulkarem, che ha subito enormi perdite dopo che l’esercito israeliano ha invaso la sua fattoria, situata non lontano dalla barriera di separazione israeliana, distruggendo tutto, dalla stalla alle coltivazioni. O quella di Omar, che vive nel campo profughi di Nour Shams: anche lui ha visto devastata la sua azienda agricola, da cui dipendono i redditi di due famiglie, la sua e quella del fratello. Una razzia che lo ha riportato indietro di dieci anni.

La storia è sempre dalla parte degli oppressi, ogni colonialismo è destinato a finire.

Ilan Pappé, storico israeliano

Sostenere la raccolta fondi di ACAD e Reef significa aiutare la popolazione palestinese a far ripartire tali attività dopo le vessazioni subite e a vivere nuovamente una vita dignitosa. Significa contribuire a ristabilire in parte i diritti umani dei palestinesi calpestati dalla brutalità dell’occupazione.

COME CONTRIBUIRE

Puoi donare tramite Produzioni dal Basso e sostenere la raccolta condividendola sui tuoi canali social: invita le persone che conosci ad aiutare i contadini palestinesi a ripartire!

Una nota in materia di trasparenza: per evitare possibili blocchi sulle singole donazioni dirette verso la Palestina in conseguenza delle attuali normative, il conto corrente legato alla raccolta fondi è intestato a Fondazione Finanza Etica che provvederà a destinare il denaro ad ACAD e Reef. Queste ultime, a loro volta, redistribuiranno i fondi raccolti tra le realtà palestinesi danneggiate dagli attacchi.


ENGLISH VERSION

THE CONTEXT

Over the last year, the Palestinian population has been the victim of a brutal war with no sign of an end. While media attention focuses on the Gaza massacre and the conflict's spillover into Lebanon, little attention is paid to the other region that makes up Palestine, the West Bank, despite a sharp rise in attacks by Israeli settlers on Palestinians, which peaked in 2024.

Israeli settlements that have been established after 1967, are deemed illegal under international law and the International Court of Justice in The Hague itself reiterated this in its latest ruling on July 19 this year.

Despite this, the occupation of Palestinian land continues, undisturbed. 

Not only that: attacks by Israeli settlers on Palestinians in the West Bank have increased year by year until reaching a maximum number just this year.

According to a Jerusalem Legal Aid and Human Rights Center (JLAC) report, 2024 is already emerging as the most significant period of Israeli expansion at the expense of Palestinians in the last two decades. 

In addition, 800,000 Israeli settlers live in the West Bank amidst a Palestinian population of 3 million. 

Between the start of the year and July, 649 structures were demolished, displacing 1,232 people—an increase of 43% compared to the first half of 2023, and as much as 65% over 2022.

In recent weeks, there has been a marked escalation in attacks, particularly targeting the refugee camps in Jenin, Tulkarem, and Tubas. This represents a profound geographic and demographic mutilation of an already increasingly fragmented Palestinian territory.

The Israeli occupation is also having a devastating impact on the Palestinian economy. According to UNCTAD, the UN trade and development agency, 96% of businesses in the West Bank have seen a reduction in revenue, and 42% have been forced to lay off employees. Many businesses, particularly in the agribusiness sector, have been damaged, burned, or completely destroyed by settler or military attacks, leading to disastrous consequences for families and entire communities.

The destruction of Palestinian agricultural land frequently serves as a precursor to its cultivation by Israeli settlers. In fact, land occupation through agriculture has become another tactic used to expand settlement territory. An analysis conducted by Forensic Architecture, in collaboration with the B'Tselem organization, reveals that Israeli settlers are currently cultivating over 10,000 hectares of Palestinian land in the West Bank.

THE CROWDFUNDING CAMPAIGN GOAL

This crowdfunding campaign is organized by two palestinian microfinance institutions, ACAD and Reef, in collaboration with Banca Etica, which is a long-standing partner of both, and Fondazione Finanza Etica. The goal is to support, rebuild, and restore up to 156 individual businesses and small communities in the agribusiness sector that have been impacted by settler attacks and the abuses of the Israeli army.

Among those affected is Sufian, a farmer from Tulkarem, whose farm—situated near the Israeli separation barrier—was severely damaged when the Israeli army invaded, destroying everything from his barn to his crops. Similarly, Omar, a resident of Nour Shams refugee camp, saw his farm devastated, setting him and his brother's family back a decade as they depended on its income.

HOW TO CONTRIBUTE

You can donate through Produzioni dal Basso and support this initiative by sharing it on your social media channels. invite the people you know to help Palestinian farmers get a new start!

Transparency note: to prevent possible blockages on individual donations going to Palestine due to current regulations, the bank account linked to this crowdfunding campaign is registered under Fondazione Finanza Etica. 

The foundation will allocate the funds to ACAD and Reef, which will then redistribute the money among the Palestinian entities affected by the attacks.

Commenti (5)

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  • EV
    Elisabetta Per fare, nel piccolo, la nostra parte.
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      Rossella Rossella
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        Beatrice Restiamo umani
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          Marianna Sostenere questa raccolta fondi significa anche gridare il proprio no a una occupazione illegale e brutale. Facciamolo in tanti!
          • EP
            Emanuela Non lasciamoli soli!

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