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Il documentario esplora Ruggero Deodato, regista di alcuni dei film più innovativi e controversi della storia del cinema, con pellicole che hanno ispirato e continuano ad ispirare grandi registi contemporanei. Una dimensione stilistica che tocca picchi di realismo acuto con sfumature violente, nata dalla fusione di due maestri con cui ha lavorato per anni: Rossellini e Corbucci. Il documentario ha lo scopo di mettere in luce colui che è un regista per antonomasia, ovvero un mero osservatore della realtà, in tutte le sue sfumature, anche quella più cruda. La sua figura verrà scoperta come un mosaico tramite le interviste degli artisti contemporanei che maggiormente si sono ispirati al suo cinema e degli stretti collaborati che hanno seguito direttamente il suo percorso. Analizzeremo alcune delle sequenza cult della sua fimografia il tutto accompagnato da una parte fiction in cui riprodurremo l’iconico processo ai danni di Deodato dopo l’uscita di “Cannibal Holocaust”.
Foto backstage instervista Eli Roth, Firenze 2022
Il documentario ha lo scopo di rappresentare Ruggero Deodato attraverso il suo cinema, lo stile registico e fotografico attingerà dalle sue pellicole per ricreare quelle atmosfere tanto care al regista. Durante le interviste vi sarà un largo uso della camera fissa, con movimenti leggeri e sinuosi per dare dinamicità. Il look visivo sarà molto contrastato, con dei controluce incisivi, che andranno a svelare gli intervistati come un mosaico, in cui la luce ci mostra solo a sprazzi i loro tratti somatici ed il contesto circostante, in modo da dare spazio ai loro racconti e permettere allo spettatore di scoprire man mano le peculiarità che contraddistinguono ogni singolo intervistato. Oltre alle reference cinematografiche la fotografia e la scenografia attingerà da opere pittoriche di artisti rinascimentali e barocchi come Caravaggio, Rubens, Rembrandt e Vermeer. Il processo sarà riprodotto all’interno di un’aula di tribunale in cui i movimenti di macchina e la fotografia nasconderanno allo spettatore il volto di Ruggero Deodato (interpretato da un attore), è perciò un processo allegorico perché Ruggero rappresenta tutti quegli artisti che hanno dato vita a opere d’arte senza filtri raccontando le proprie storie in modo crudo ed esplicito.
Foto della prima di "Cannibal House" con Ruggero Deodato, Milano, 2021
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