Una campagna di
Sara Manisera e Arianna PaganiContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Ivan Di Palma è un contadino, laureato in filosofia, che ha scelto di ritornare nella sua terra natale ad Atena Lucana, nel Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, per dedicarsi alla semina dei "grani del futuro", insieme a un gruppo di compari e compare.
Teresa Vallone è una donna anziana, una contadina che da giovane ha scelto di emigrare in Germania, abbandonando la terra per migliorare le condizioni di vita dei suoi figli.
Le loro storie si intrecciano seguendo il ciclo delle stagioni e la vita di un chicco di grano, dalla semina alla mietitura nell’anno della pandemia, interrogandosi sul passato, sul presente ma soprattutto sul futuro della terra da lasciare ai propri figli.
Regia: Sara Manisera
Soggetto e sceneggiatura: Sara Manisera
Autrici: Sara Manisera e Arianna Pagani
Fotografia: Arianna Pagani
Montaggio: Mattia Biancucci
Durata: 52'
Luogo: Il parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Anno di produzione: 2020/2021
Anno di distribuzione: 2022
Formato: DCP 2K
Sostenendoci ci aiuterai nelle spese necessarie per la post produzione necessaria per finire il documentario.
Nello specifico per pagare le figure professionali che stanno componendo il nostro team di lavoro: il montatore, il sound designer, il colorist, l'illustratrice, l'aiuto alla post produzione.
Questo documentario nasce nel 2020, nell’anno della pandemia. Non racconta né l’emergenza sanitaria, né il Covid.
Racconta la storia di un chicco di grano, dalla semina alla mietitura, seguendo il ciclo naturale delle stagioni.
Racconta la storia di una donna anziana, una delle migliaia di migranti che, negli anni Cinquanta, scelse di abbandonare le campagne per andare in Germania, a migliorare la vita dei suoi figli, e dei figli dei suoi figli.
Questo documentario racconta la storia di chi sta provando a dare vita a nuove forme di economia civile e di agricoltura che rispettino i diritti delle persone e, al tempo stesso, l’ambiente in cui viviamo.
Racconta di chi si prende cura del territorio, dei suoli e della salute di tutti noi, attraverso il cibo che mangiamo.
“Dobbiamo tornare a mangiare il nostro pane”, ci hanno detto in questo anno e mezzo i bravi seminatori e seminatrici, protagonisti di questo documentario.
Ed è forse questo l’insegnamento più grande.
Mangiare il nostro pane significa seminare e coltivare il cibo che mangiamo.
Significa proteggere il nostro territorio, dai prodotti chimici o dalle mafie.
Significa viverlo e presidiarlo, riconoscendo che noi esseri umani siamo solo di passaggio.
La Terra Mi Tiene è un omaggio alla Terra, al sacrificio di chi l’ha lasciata e di chi ha scelto di tornare a curarla.
Da diversi anni il mio lavoro è focalizzato sul caporalato, sull’agricoltura e sullo sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente. Nel 2012, mi sono laureata con una tesi sul caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori nell’agricoltura. Nel 2019, ho pubblicato un libro (Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne, Aut Aut Edizioni) raccogliendo le numerose storie di sfruttamento nei campi ma anche di chi prova a cambiare in meglio l’agricoltura, tutelando le persone e l’ambiente.
L’idea del documentario nasce ad aprile 2020 in piena pandemia. In quei mesi, insieme alla filmaker e fotogiornalista Arianna Pagani, stavo lavorando a un progetto reportagistico sull’agricoltura, sulla grande distribuzione organizzata e lo sfruttamento dei braccianti. Ho visitato diverse aziende e intervistato svariati imprenditori, braccianti e piccoli contadini. Uno di loro mi ha detto: “Io non produco in serie perché in natura non c’è niente di uguale ma ciò che vediamo ogni giorno nel supermercato è un prodotto omologato, a costi sempre più bassi. Questi prezzi, però, hanno delle ripercussioni su tutti. Le piante si ammalano e diventano sempre più deboli, i parassiti più resistenti, la biodiversità viene uccisa. La cosa assurda è che non ci rendiamo conto che, senza insetti, la frutta non esce più. Ma chi paga il costo di questo sistema?I lavoratori e l’ambiente”.
Ancora una volta, ho avuto la conferma che l’attuale sistema agro-alimentare è una delle principali cause di sfruttamento umano e ambientale. In quel momento ho pensato al mio incontro con Ivan di Palma, laureato in filosofia, che ha deciso di dedicare la sua vita al lavoro nei campi. Lui e un gruppo di sociologi, imprenditori e contadini hanno messo in piedi una cooperativa sociale costruita attorno ai grani nelle aree interne del Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano. Un modello di economia civile e di agricoltura sociale che ha riattivato pratiche comunitarie, connesse alla civiltà contadina - il Monte Frumentario, la CumpaRete, la Biblioteca del Grano - e ne ha attivate di nuove, come il Forno di Vincenzo: un forno sociale di comunità, una sperimentazione collettiva che ripensa al welfare e ai modelli assistenziali per persone con disabilità.
“La Terra Mi Tiene” è un documentario che intreccia due dimensioni: una intima e personale, l’altra più sperimentale e visionaria. I territori raccontati ne “La Terra Mi Tiene”, infatti, sono i luoghi da dove, cinquant’anni fa, i miei nonni, contadini e migranti, sono partiti, abbandonando la campagna per migliorare la loro vita, quella dei loro figli e, in qualche modo, anche la mia.
Questa è una restituzione, un omaggio a chi ha scelto di andare via. Tornare per raccontare questa storia di riscatto e di “contadini visionari” è, per me, una forma di restituzione dei sacrifici fatti dai miei nonni e da tutte le persone che sono emigrate.
Questo documentario, però, è anche un ritorno. Un viaggio nella memoria contadina che sta scomparendo ma che contiene i semi per immaginarsi un altro futuro. Seguendo il naturale ciclo delle stagioni e lo scorrere dei tempi della natura, come facevano i contadini del passato, Ivan, Antonio, Tazio, Mimmo e mia nonna ci raccontano la memoria e la fatica dei contadini, l’abbandono delle campagne, l’emigrazione, lo sfruttamento intensivo dell’agricoltura degli ultimi cinquant’anni ma anche di un meridione che non si lascia andare alla nostalgia e al vittimismo e che prova, partendo dalla memoria della civiltà contadina, a innovare, a restare nelle aree interne dell’Appennino, coltivando la biodiversità ed offrendo un modello di rinascimento ecologico della società.
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Perché abbiamo bisogno di storie e di racconti che ci offrano uno sguardo sul futuro.
Perché il modo in cui mangiamo oggi ha degli enormi impatti sulla salute delle persone e dell’ambiente, pertanto abbiamo bisogno di riportare al centro la dignità del cibo, di chi lo fa e di chi lo raccoglie.
Perché abbiamo bisogno di raccontare l’esistenza di soluzioni ai problemi moderni, guardando alla memoria del passato.
Perché siamo granella infinitesimale di una storia meridionale che deve ancora essere scritta.
Sara Manisera
www.saramanisera.com / www.fadacollective.com
Ha lavorato per le principali testate nazionali e internazionali come Al Jazeera, Rai 1, La Repubblica, Arte, Libération, Internazionale, The Nation, Radio Svizzera Italiana (RSI), The New Humanitarian. In questi anni si è occupata di donne, conflitti, società civile, ambiente e ha realizzato reportage in Iraq, Siria, Libano, Tunisia, Kosovo e Bosnia. Nel 2018 ha vinto il Premio Ivan Bonfanti con un articolo sulle donne, mogli dei combattenti dello Stato islamico, e la Colomba d’Oro per la Pace con il webdoc Donne fuori dal buio, realizzato con Arianna Pagani in Iraq. Ha ricevuto una special mention al True Story Award con un’inchiesta sui desaparecidos in Siria. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne” (Aut Aut Edizioni).
Arianna Pagani
www.ariannapagani.com / www.fadacollective.com
un film documentario di
Sara Manisera e Arianna Pagani
CON
Ivan Di Palma
Teresa Vallone
PRODUZIONE
Indipendente
REGIA
Sara Manisera
FOTOGRAFIA
Arianna Pagani
MONTAGGIO
Mattia Biancucci
CAMERA
Arianna Pagani
Ruben Lagattolla
COLOR CORRECTION
Alfredo Milano
MIXAGGIO AUDIO
Alessio Festuccia
ILLUSTRAZIONI
Maria Tortorella
ASSISTENTE
ALLA POST PRODUZIONE
Arianna Cerea
Un ringraziamento speciale a
Antonio Pellegrino
Rosangela Addesso
Valentina Arienzo
La Cumpa Rete
Indossando questa maglietta seminerai l'idea di un gruppo di bravi seminatori e brave seminatrici che curano la nostra terra e aiuterai noi a raccontare la loro storia.
Disegno illustrato dall'artista Maria Tortorella stampato su una maglietta di cotone organico.
Info tecniche sulle spedizioni:
👉🏽 A conclusione della campagna potrai scegliere la taglia (S, M, L, XL) e la combinazione di colori che preferisci tra maglietta bianca con illustrazione color terra o maglietta nera con illustrazione color grano.
👉🏽Poiché crediamo in un altro modello di economia e distribuzione, le magliette ordinate nelle principali città (Milano, Roma e Bologna) saranno spedite presso un unico punto di riferimento e ritiro, in ciascuna di queste città. Tutte le modalità per il ritiro saranno comunicate a conclusione della campagna.
Monte Frumentario
Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni
Fondazione MIDA
FADA Collective
Domus Otium
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Utilizzo responsabile delle risorse: garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.
Lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
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