LAMIA è il progetto per un cortometraggio scritto e diretto da Martina Selva, basato sul racconto drammatico surreale Veleno di vipera di Laura Zavagno.
Lisa ha trent’anni, vive con il marito Giacomo e il parrocchetto Paco, la notte fatica a dormire e da mesi un terribile prurito le tormenta la pelle.
Tutti, dal marito alla madre, non fanno che ripeterle che è stressata e che deve rilassarsi; forse è il lavoro, forse qualcosa nell’alimentazione. La verità è che Lisa sente su di sé le insistenti pressioni che la vogliono presto mamma, non riesce a rimanere incinta e nessuno dei medici a cui si è rivolta sembra trovare una spiegazione o una soluzione.
La svolta arriva quando un nuovo medico le comunica la sua particolare condizione: Lisa ha in corpo veleno di serpente e si sta preparando a fare la muta.
Opera: Lilith di Judit Ágnes Gallai
DI CHE COSA VOGLIAMO PARLARE:
Se mi comporto bene e faccio tutto quello che mi viene detto, se soddisfo i miei genitori, mio marito, la mia famiglia, potrò finalmente essere felice?
Lisa vuole fare tutto perbene, seguire il copione che le è stato affidato, essere delicata, ligia nei suoi doveri e non sgarrare dal cammino che, si sa, è quello corretto, perché tutti intorno a te, a un certo momento della tua vita, t’impongono di seguirlo.
Lisa non si fa domande sul suo essere, su ciò che realmente ama o ciò che desidera per sé, la soluzione per la sua felicità e il suo primario scopo è una sola: portare avanti la specie.
E allora ci prova, con tutte le sue forze, perché è ciò che le persone intorno a lei si aspettano che faccia. Insiste, ce la mette tutta per far contenti gli altri, Lisa ascolta sempre gli altri, farà sempre la scelta giusta.
Fino a oggi non ha fatto che scelte giuste: una bella casa, un marito in una posizione di prestigio, un lavoro che le permette di occuparsi della casa; manca solo la ciliegina sulla torta. Manca un figlio, poi la sua felicità sarà completa.
Ma il figlio non arriva e Lisa comincia a rendersi conto che potrebbe non essere mai completa. La sua frustrazione, il suo fallimento, la cambiano dentro, la trasformano in altro. Improvvisamente agli occhi di tutti non è più la moglie devota, ma passa a una nuova spaventosa categoria: se non sei madre, in quanto donna, allora cosa sei?
Un essere incomprensibile, un mostro. Se non crei, divori.
Lisa abbraccia questa nuova vera identità in tutto il suo splendore, perché a essere lo stampino degli altri ci si dimentica della propria, di natura.
E la tua natura può essere strisciante, disgustosa, incomprensibile agli occhi degli altri. Ma è tua.
Laura Zavagno
NOTE DELLA REGISTA:
Le Lamie nella mitologia greca erano creature femminili in parte umane e in parte animali, nel Medioevo il loro nome viene utilizzato come sinonimo di strega. A tali figure è associato un archetipo femminile di donna demone, nel mondo greco infatti le Lamie erano figure note per sedurre e adescare giovani uomini e poi nutrirsene, sono associate alla notte e al mondo magico ancestrale in contatto con la natura e la parte più animale dell’umano.
Il personaggio di Lisa prende ispirazione da queste creature archetipiche; sono rimasta to- talmente affascinata dalla visione di Laura e dal personaggio che ha creato. La sua è una storia contemporanea, una situazione condivisa da molte donne, ha un respiro ampio perché l’umanità si interroga da sempre su cosa sia naturale e cosa no nelle nostre vite. Naturale per una donna è essere madre e, se per qualche motivo, sia biologico o sia una decisione personale, non lo diventa, automaticamente è un essere umano a metà. Un corpo monco. Un mostro.
Lisa si trasforma perché è un essere resiliente e di grande profondità emotiva. Ha un rapporto viscerale con l’animale, si può dire che con il pappagallo Paco abbia un rapporto di vera e propria amicizia, e la natura la suggestiona e la muove. Solo quando accetterà questo legame e questo suo essere molto più che la definizione di donna che la società le offre, solo allora si libererà dal prurito che la assale e non la lascia dormire.
Vorrei raccontare questa storia come una fiaba dai toni dark di realismo magico.
Una casa immersa in un’atmosfera sospesa, sempre nella penombra, anche quando fuori apparentemente splende il sole.
La trasformazione di Lisa in serpente sarà messa in scena in maniera sottile, attraverso movimenti, suoni, luci e ombre; non vedremo il suo corpo serpente, sarà solo una percezione della sua natura profonda. Il suono sarà una parte importantissima della messa in scena di questa storia perché ci aiuterà a svelare e suggerire le emozioni che muovono i personaggi.
Tutta la narrazione sarà guidata da una tensione muta che muove i personaggi e le loro relazioni, una calma apparente.
Martina Selva
CHI SIAMO:
LOCATION:
L’appartamento in cui abitano Lisa e Giacomo è la principale location del film e verrà ambientato in un appartamento a Viareggio (LU).
RIFERIMENTI E IMMAGINARIO:
Questi sono alcuni dei film che, a loro modo, hanno influenzato il mio immaginario nella scrittura del cortometraggio.
MOODBOARD:
DONAZIONI:
I fondi raccolti grazie a questo crowdfunding e alle vostre donazioni, andranno a coprire una grossa parte delle spese di produzione.
Spese quali la retribuzione delle maestranze, le spese vive, la messa in scena e la post-produzione.
Le riprese del cortometraggio avranno luogo a settembre 2023 e ogni contributo sarà prezioso.
Aiutaci a sostenere questa campagna, condividila con i tuoi contatti e sui social!
Tra le ricompense previste per chi deciderà di sostenere la campagna ci sono una copia stampata in serigrafia della locandina illustrata da Giulia Ferrari (Junglia Illustrations) e una tote bag serigrafata con l’illustrazione da lei realizzata.
Questo progetto è prodotto da Martina Selva e Atmos Production. Il nostro progetto è stato particolarmente apprezzato da Sayonara Film, che si è dichiarata interessata alla distribuzione del cortometraggio, per il quale ha redatto una lettera d'interesse.
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