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Ma perché diventa blu la mozzarella?
Siamo microbiologi appassionati e curiosi, che lavorano privatamente da 22 anni. Dalla nostra esperienza e quotidiana attività abbiamo colto i fenomeni più “strani” che la natura dell’infinitamente piccolo ci ha mostrato.
Uno di questi è quello dell’ormai famosa mozzarella blu, che tanto disagio dà alle aziende casearie, e tanto disgusto ai consumatori.
Ma perché un piccolo organismo così innocuo è capace di fare tali e tanti danni?
Ce lo siamo chiesto e abbiamo voluto capirci di più.
Abbiamo provato ad isolarlo, capire come crescesse e quali fossero le sue caratteristiche. Abbiamo cercato di sviluppare un terreno di coltura per riconoscerlo subito e dalla nostra caparbietà è nato il terreno ideale che abbiamo brevettato.
La nostra gioia nel riuscire ad isolarlo e nell’individuare le colonie batteriche anche ad occhio nudo, con quel bel colore bruno che ammirate nella foto, ci ha entusiasmato ancora di più nel voler capire come potesse e perché riuscisse a produrre il pigmento blu sulle mozzarelle.
Il nostro protagonista o meglio, la nostra protagonista, è la Pseudomonas fluorescens, ma non la solita, una sottospecie veramente ed a dir poco diabolica.
Ma chi è la Pseudomonas fluorescens?
Non è un extraterrestre.
E’ proprio tra di noi, vive nell’acqua e ama il fresco (vive e cresce bene tra +4°C e 15°C) ed anche i nostri latticini, su cui lascia la sua impronta blu.
E’ un batterio gram-negativo e vive solo in presenza di ossigeno. Il suo nome “P. fluorescens” deriva dalla sua capacità di rilasciare, in condizioni particolari, pigmenti fluorescenti che illuminati con lampada Wood appaiono come un firmamento di stelle, mentre nella luce visibile appaiono gialli, rossi o blu.
Il pigmento, chiamato INDIGOIDINA, si produce in determinate condizioni sulla mozzarella, come anche quello bruno sul nostro fantastico terreno, ma la curiosità ci ha spinto a chiederci che relazione c’è tra produzione di pigmento e ambiente, quando e perché lo produce, possiamo fare qualcosa per impedirglielo?
A questo punto chiediamo a Te, caro/a lettore/trice, il tuo importantissimo sostegno per darci una mano al fine di risolvere questo problema, e proseguire così la nostra ricerca perché una soluzione l’abbiamo trovata, ma non tutte le domande hanno avuto risposta.
C’è ancora molto da fare e ti invitiamo a far parte di tutto questo affinché, con la nostra ricerca, possiamo evitare che questo batterio invada i nostri latticini obbligando consumatori ed aziende casearie a distruggere tanto cibo solo per il suo inquietante colore blu.
Grazie per il tuo tempo e per il tuo fondamentale sostegno!
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