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Nel film L’uomo dal braccio d’oro - The man with the golden Arm - di Otto Preminger, Frank Sinatra interpreta un tossicodipendente, abile mazziere e promettente batterista. Braccio talentuoso, come l’occhio d’oro di Marco Melani capace di cogliere diligentemente gli aspetti più celati, i più intriganti e sofisticati della realtà, dei film. Occhio a tratti offuscato dalla droga e sempre pronto a ridestarsi. Vispo, ironico, dolce occhio d’oro.
Marco Melani. Il viandante ebbro, a cura di enrico ghezzi e Fabio Francione, è il libro che ha acceso nell’autrice la passione per questo ossessivo e rivoluzionario cinéphile. A partire dalla fine degli anni ‘60 fino ai primi ‘90, Marco Melani di volta in volta veste i panni di regista, sceneggiatore, montatore, selezionatore nei festival, collaboratore Rai (Schegge, Blob, Fuoriorario) e critico cinematografico.
Potente e raffinato parlatore agisce il cinema creando ponti e connessioni: tra registi provenienti da ogni parte del mondo, tra autori e attori (la coppia Roberto Benigni e Jim Jarmusch ne è un esempio), tra critici e registi, tra pubblico e autori.
Il suo occhio è fulmineo nell’individuare ciò che ha un valore, oltre ad essere sensibile al nuovo. La critica che attua è d’esplorazione non coloniale, scopre, diffonde. Indaga le nuove cinematografie, rivisita il cinema classico con uno sguardo sempre originale, inaspettato, rivelatorio.
Bulimico di idee, di film, di amici e di “droga che non chiamava Julie”, Melani nonostante la sua imponente corporeità, lascia una traccia sotterranea, poco vistosa e al contempo carica di presenza. Come un fiume carsico, ha cambiato il paesaggio sovrastante senza farsi notare.
Certa televisione di oggi, come alcuni festival e modi di fare e vedere il cinema, portano ancora le sue tracce.
Marco Melani sembra non essere rimasto impresso nella memoria dei posteri nel modo in cui avrebbe meritato. Raccontarlo è dunque rivendicarlo perché il suo agire il cinema ha molto da insegnarci: come spettatori, come autori, come curatori e come critici.
Cosa ci insegna?
A rivoluzionare, ad azzardare, a non perire nella quieta indifferenza del precostituito.
Insegna a guardare dove solitamente lo sguardo si perde, si distrae. Come spettatori, ad essere partecipanti, esigenti, ad avere un rapporto dialettico con ciò che vediamo; come autori ad essere socraticamente maieutici; come curatori a dar spazio al marginale, a quello che ha bisogno di essere visto; come critici a non cadere in ideologie e preconcetti, ma soprattutto ad indagare non fermandosi a ciò che il mercato propone, a creare discorsi, approfondimenti, non solo punteggi in stelline o pallini.
Il film è uno sguardo al passato che rivela le falle del presente e propone implicitamente “risoluzioni” future, prossime.
Da più di 10 anni l’autrice sta raccogliendo in modo totalmente indipendente tracce di questo straordinario personaggio. Sono state fatte oltre trenta interviste a parenti e amici, registi, critici, curatori. Tra questi troviamo grandi nomi del cinema italiano e internazionale, della critica e della televisione: Otar Ioseliani, Amos Gitai, Giuseppe Bertolucci, Clare Peploe, Fiorella Amico, Chema Prado, Tonino de Bernardi, Paolo Benvenuti, Francesca Archibugi, Julio Bressane, Enrico Ghezzi, Adriano Aprà, Marco Giusti, Sergio Grmek Germani, Roberto Silvestri e tanti altri.
Il materiale finora raccolto proviene da archivi privati, dall’archivio personale di Melani e una piccola parte dagli archivi Rai.
The man with the golden eye vuole percorrere la vita lavorativa e affettiva (due dimensioni per lui sempre strettamente correlate) di Marco Melani, intrecciando ricordi, testimonianze, visioni e film, in modo inaspettato, come il nostro ci insegna.
Per completare la lunga lavorazione del film, mancano ancora all’appello alcune importanti interviste, in Italia e all’estero, la raccolta di ulteriore materiale d’archivio (interventi televisivi di Melani, filmati amatoriali privati, estratti di film di cui si è occupato) con relativa digitalizzazione, e la post produzione - il montaggio, la color correction e il mixaggio del suono. Infine è previsto un lavoro di distribuzione che sarà altrettanto indipendente e non privo di costi.
L’autofinanziamento si è esaurito nel tempo e il tempo che richiede è troppo dilatato.
C’è dunque un’urgenza nel chiudere, nel raccontare e diffondere il verbo melaniano come quei frati francescani alla fine di “Francesco giullare di Dio” di Roberto Rossellini: dopo un girotondo, si fanno cadere sparsi a terra e i loro corpi, disposti a raggiera, indicano la direzione del loro predicare.
Chiara Seghetto
Dopo la laurea al DAMS cinema di Bologna, lavora come proiezionista alla Cineteca di Bologna. Al contempo collabora alla realizzazione di vari videoclip e cortometraggi indipendenti rivestendo vari ruoli: aiuto-regia, assistente di produzione, attrice. Nel 2013 è socio fondatrice dell’associazione culturale Kinodromo dove si occupa di programmazione. Nel 2015 si trasferisce a Londra dove collabora come revisionatrice e catalogatrice di pellicole 16mm, al LUX. Nel 2018 fonda NonPLace Film per la promozione di film “invisibili” in contesti non cinematografici. Dal 2019 insegna come guest lecturer teoria cinematografica in vari istituti scolastici.
Gianmarco Rossetti
Lavora come direttore della fotografia dal 2003, realizza durante la sua carriera lungometraggi di fiction, documentari, spot pubblicitari, filmati corporate e video-installazioni. Collabora con numerosi autori e produzioni italiane ed internazionali. Molti dei suoi lavori partecipano ad importanti festival ed esposizioni ottenendo premi e riconoscimenti nell’ambito della cinematografia.
Gianluca Sportelli
Si laurea al DAMS cinema di Bologna con tesi sull’immaginario filmico di Terry Gilliam. Si diploma in regia presso il Centro Sperimentale, dove gira alcuni corti che vengono selezionati nei maggiori festival internazionali. Attualmente lavora come autore televisivo, sceneggiatore e regista. Insegna cinematografia e regia cinematografica presso la Rufa di Roma.
Con il contributo di: Chema Prado, Enrico Ghezzi, Luca Ferro, Gérard Courant, Monica Dall'Asta, Fulvio Baglivi, Giuseppe Spina, Giulia Mazzone, Margherita Malerba, Lorenzo Burlando, Davide Sorlini.
In The man with the golden arm by Otto Preminger, Frank Sinatra plays a drug addict, skilled dealer and promising drummer. A talented arm, like Marco Melani's golden eye capable of diligently grasping the most hidden, most intriguing and sophisticated aspects of reality, of films. An eye at times clouded by drugs and always ready to wake up. Sprightly, ironic, sweet golden eye.
Marco Melani. Il Viandante Ebbro, edited by Enrico Ghezzi and Fabio Francione, is the book that ignited the author's passion for this obsessive and revolutionary cinéphile. From the end of the 60s to the early 90s, Marco Melani plays the role of director, screenwriter, editor, selector in festivals, Rai collaborator (Schegge, Blob, Fuori Orario) and film critic.
Through his powerful and refined talking, he creates bridges and connections: between directors from all over the world, between authors and actors (the couple Roberto Benigni and Jim Jarmusch is an example), between critics and directors, and between the public and authors.
His eye is able to grasp quickly the value and the novelty of things. He investigates new cinematographies and revisits classic cinema, always with an original, unexpected and revealing gaze.
Bulimic of ideas, of films, of friends and of "drugs he didn’t call Julie", Melani, despite his towering body, leaves an underground trace, hardly visible and at the same time full of presence. Like a karst river, he has changed the landscape above without being noticed.
Some of today's television programmes, as well as some festivals and ways of making and seeing cinema, still bear traces of him.
Marco Melani seems scarcely imprinted in the memory of posterity as he would have deserved. Telling his story is therefore claiming his legacy because his way of inhabiting the world of Cinema has a lot to teach us: as spectators, authors, curators and critics.
What does he teach us?
To revolutionise, to risk, not to perish in the quiet indifference of the pre-established world.
He teaches us to look where the gaze usually gets lost and gets distracted.
He teaches spectators, to be participants, demanding, to have a dialectical relationship with what they see; to authors to be maieutic; to curators to give space to the marginal, to what needs to be seen; to critics not to fall into ideologies and preconceptions, but above all to investigate without stopping at what the market offers, to create discourses, insights, not just scores with stars or dots.
The film looks back at the past to reveal the faults of the present and implicitly proposes future or near-term "resolutions".
For more than 10 years the author has been collecting traces of this extraordinary character relying on her own finances.
She has done more than thirty interviews with relatives and friends, directors, critics and curators. Among these, we find great names of Italian and international cinema, critics and television: Otar Ioseliani, Amos Gitai, Giuseppe Bertolucci, Clare Peploe, Fiorella Amico, Chema Prado, Tonino de Bernardi, Mario Martone, Paolo Benvenuti, Francesca Archibugi, Julio Bressane, Enrico Ghezzi, Adriano Aprà, Marco Giusti, Sergio Grmek Germani, Roberto Silvestri and many others.
Various material has been collected from the Rai archives, private archives and Melani’s personal archive.
The Man with the Golden Eye goes through the working and emotional life of Marco Melani (for him, two dimensions that are always closely related), intertwining memories, testimonies, visions and films, in an unexpected way, as he teaches us.
The Man with the Golden Eye, still needs the following to be completed: some important interviews, in Italy and abroad; the collection of further archival material (television appearance by Melani, private amateur films, extracts from films associated with him in one way or another) with related digitalization, and post-production - editing, colour correction, and sound mixing. Furthermore, equally independent film distribution is planned.
Self-financing has proven unsustainable and we would appreciate it if you could donate to be able to finish the film.
We strongly believe in telling and spreading Melani's word like those Franciscan friars at the end of Francesco jester of God by Roberto Rossellini: after a roundabout, they fall scattered on the ground and their bodies, arranged in a radial pattern, indicate the direction of their preaching.
Chiara Seghetto
After graduating from DAMS at the University of Bologna, she works as a projectionist at the Cineteca di Bologna. At the same time, she collaborates in the making of various independent video clips and short films, covering different roles, from assistant director to actress. In 2013 she is a founding member of the Kinodromo cultural association where she is involved in film programming. In 2015 she moves to London where she works as a reviewer and cataloger of 16mm films at LUX. In 2018 she founds NonPLace Film to promote "invisible" films in non-cinematographic contexts. Since 2019 she has been teaching film theory as a guest lecturer in various training institutes.
Gianmarco Rossetti
He has been working as a cinematographer since 2003, making during his career fiction feature films, documentaries, commercials, corporate videos and video installations. He collaborates with numerous Italian and international authors and productions. Many of his works have been selected for important festivals and exhibitions obtaining prizes and awards in the field of cinematography.
Gianluca Sportelli
He graduated from DAMS cinema at the University of Bologna with a thesis on Terry Gilliam's film vision. He graduated in Film direction at the Centro Sperimentale, where he directed some short films that were selected for major international festivals. He currently works as a television writer, screenwriter and director. He teaches cinematography and film direction at Rufa in Rome.
With the support of: Chema Prado, Enrico Ghezzi, Fulvio Baglivi, Monica dall'Asta, Giuseppe Spina, Giulia Mazzone, Margherita Malerba, Lorenzo Burlando, Davide Sorlini.
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