Una campagna di
stefanopanzeriContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
NELLE NOSTRE CASE OLTRE L’OCEANO
Progetto di narrazione domestica nelle case degli italiani di Argentina e Uruguay a partire da “Questa è la bella vita che ho fatto…” monologo tratto dall’autobiografia di un bracciante siciliano del 1899.
IL PROGETTO IN SINTESI
TRA MAGGIO E GIUGNO 2015 andrò in Argentina e Uruguay e forse Cile (VERSIONE DELUXE) proponendo nelle case private di famiglie di origine italiana il racconto “Questa è la bella vita che ho fatto…” teatro dall’autobiografia di un bracciante siciliano del 1899 conservata presso l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR). La narrazione espressamente costruita per spazi domestici sarà anche occasione di confronto su cosa significhi migrare, su cosa rappresenti l’Italia per chi l’ha lasciata e si sente comunque italiano.
Il materiale raccolto dagli incontri sarà in parte inserito in un video di fine progetto, probabilmente in una corrispondenza giornaliera con un giornale/ magazine in cui si racconterà il viaggio e ciò che accade e sarà spunto per la creazione di un nuova narrazione
IL PROGETTO NEL DETTAGLIO
“Questa è la bella vita che ho fatto…”
è la storia di una vita,
ma è anche la storia di un viaggio verso una terra sconosciuta
un viaggio senza altro bagaglio all’infuori della propria storia, di quello che si è.
“Questa è la bella vita che ho fatto…” è tratto da un’autobiografia scritta da un uomo che, alla fine della sua vita decide di mettere nero su bianco quel viaggio che lo ha allontanato dalla sua terra che lo ha cambiato.
Il viaggio nello spazio si sovrappone allora al viaggio nel tempo e chissà, forse i dettagli perdono definizione, le date si confondono, le facce si sovrappongono, ma emerge l’essenza di un passato perduto e la forza, l’energia, il desiderio di andare avanti, la molla del viaggiare, del vedere come sarà domani, cosa ci sarà dietro la curva, oltre la galleria, al di là del monte, oltre l’oceano.
Emerge la voglia di sopravvivere, di migliorarsi, di andare avanti.
La storia che racconto serve anche a ricordare, recuperare una memoria collettiva: la vicenda umana del singolo è metafora del vissuto di una nazione, della Storia che, con il proprio esistere, il più delle volte inconsapevolmente, si costruisce.
Il protagonista Vincenzo allontanato dalla sua Sicilia allo scoppio della prima Guerra Mondiale non è quindi lontano da chi ha abbandonato e abbandona ancora oggi la propria terra guardando a un futuro nuovo, diverso, migliore e nel farlo scrive una pagina di Storia.
Ecco che l’andare per le case a raccontare la straordinaria vicenda umana di Vincenzo, cercando la verità della testimonianza diretta, valica, va oltre la celebrazione di un momento della nostra storia nazionale, e diventa occasione per celebrare la nostra storia di individui, un momento che definisce e rappresenta noi italiani e con il quale forse dobbiamo tornare con lucidità a fare i conti. Gli italiani sono un popolo che viaggia, che migra da sempre.
E la storia recente che ci vede anche come paese meta di altre migrazioni non basta a cancellare il nostro passato, né a distogliere l’attenzione da un nuovo fenomeno migratorio che da tempo ormai è davanti i nostri occhi.
E la migrazione riguarda tutti noi, indistintamente dalla classe sociale o dalla regione di provenienza anzi, le terre dove ultimamente sono nate le spinte più xenofobe, sono proprio quelle che fino a pochi decenni fa hanno prodotto i maggiori flussi migratori e i paesi in cui viaggerò, Uruguay e Argentina mostrano chiaramente tutto questo (il 40% della popolazione uruguaiana è di origine italiana e i Furlan, i Trevisan sono molti…)
Raccontare nelle case degli italiani d’oltreoceano ha quindi un doppio valore: portare una testimonianza per ricordare un periodo della nostra storia nazionale, una tappa di formazione della nostra identità di popolo; ma anche verificare, confrontarsi con chi è anche italiano su cosa sia il nostro paese, su cosa sia stato. entrare in contatto con chi ha lasciato l’Italia, chi l’ama per quello che magari non è più, chi la ricorda come la propria patria e chi la rinnega.
La testimonianza di un ragazzo del 1899 mandato dalla Sicilia a combattere sull’Altopiano di Asiago diventa quindi la chiave per rileggere non solo la nostra Storia di nazione ma anche la nostra storia di popolo.
Io incontrerò famiglie italiane di prima, seconda e terza generazione, nel prendere contatti ho sentito una gran voglia di raccontarsi, di dirsi italiani, ma anche un amore per la nuova patria e il desiderio di farla conoscere.
Anche io nel mio piccolo sono figlio di una migrazione interna al nostro paese e dettata dalla necessità di sopravvivere, come spesso accade, sono nipote di veneto-friulani arrivati "affamati" in Brianza, cercherò di tenerlo presente guardando negli occhi e ascoltando le parole di chi vorrà raccontarsi, a tu per tu, senza filtri, proprio come io avrò raccontato loro la mia.
COME MI PUOI AIUTARE?
Supportandomi nel passo più impegnativo dal punto di vista economico: il volo. Una volta arrivato in Uruguay, che credo sarà il punto di arrivo e ripartenza del mio viaggio, cercherò di sostenermi solo attraverso il teatro proponendo, un seminario di Commedia dell’Arte e, in un sorta di baratto teatrale, il mio spettacolo in cambio di ospitalità e di un piccolo contributo per raggiungere la tappa seguente del viaggio.
COME VERRAI RICOMPENSATO?
Riceverai in cambio del tuo contributo ciò che puoi vedere dalla scheda del progetto ma soprattutto e indipendentemente da quale sia il tuo contributo, riceverai la mia riconoscenza per avermi aiutato a portare a termine un’esperienza di crescita personale attraverso ciò che più amo fare: il teatro.
ALTRE INFORMAZIONI SU ME E QUESTA E’ LA BELLA VITA CHE HO FATTO…
CHI SONO E COSA FACCIO:
http://www.stefanopanzeri.eu sito personale
VIMEO
https://vimeo.com/user13221285
http://www.youtube.com/watch?v=qngJWjjGAV4 la mia faccia
http://www.youtube.com/watch?v=TAEUQ5y8X00 la mia faccia + la mia voce
FILM https://vimeo.com/95554040
COMPAGNIE CON CUI LAVORO:
JOGIJO: Produzione europea
http://www.stefanopanzeri.eu/STEFANO_PANZERI/COMPAGNIA,_COMPANYIA,_COMPANHIA_JOGIJO.html
PaneDentiTeatro: produzione
http://www.panedentiteatro.org
Teatro del Buratto: produzione e formazione
http://www.teatrodelburatto.it/
teatro sociale di como: produzione e formazione
http://www.teatrosocialecomo.it
coop attivamente: produzione e formazione
LINK A VIDEO PARZIALE REGISTRAZIONE DI UNA REPLICA IN CASA
http://www.youtube.com/watch?v=8yYkXIHEiwQ
PROMO TEATRO IN CASA
http://www.youtube.com/watch?v=8qSmg-8Wx08
REGISTRAZIONE FRAMMENTI QUESTA E’ LA BELLA VITA CHE HO FATTO
https://www.youtube.com/watch?v=F3MoxeKQ7H8
LINK A MASTERCLASS DI COMMEDIA DEL’ARTE RIVOLTA ALLE SCUOLE SUPERIORI, ALLE SCUOLE DI TEATRO E ALLE UNIVERSITA’
http://www.stefanopanzeri.eu/STEFANO_PANZERI/LATTORE_E_LA_MASCHERA_DELLA_COMMEDIA_DELLARTE.html
Commenti (10)