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Da circa due anni il Center for Near Space (CNS) sta studiando un concept per una futura stazione spaziale fondata su una logica completamente rivoluzionaria rispetto alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che rispetti i principi della sostenibilità e dell'apertura dello Spazio all'esperienza di tutti gli abitanti della Terra. Siamo pronti a presentare al pubblico il progetto SpaceHub in un importante evento che si terrà al Planetario della Città della Scienza di Napoli (da confermare), ma in quanto organizzazione no-profit abbiamo bisogno del tuo aiuto per completare una serie di attività preliminari:
Intendiamo fare di SpaceHub un progetto open-source, per perfezionarne i dettagli e gli elementi costitutivi, al fine di giungere allo sviluppo di un progetto partecipativo, innovativo e al tempo stesso credibile e realizzabile sul piano ingegneristico. La presentazione del progetto sarà solo il primo passo di un'iniziativa unica in Italia e in Europa di cui puoi diventare protagonista!
La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), attualmente orbitante intorno alla Terra, fra meno di dieci anni andrà sostituita, e da circa due anni, all’interno del Center for Near Space, un gruppo interdisciplinare di ricercatori, specialisti, studenti e professionisti provenienti da diversi ambiti disciplinari si riunisce per pensare a una nuova stazione spaziale.
L’attuale ISS è una stazione spaziale dedicata alla ricerca scientifica e abitata continuamente dal 2000 da un equipaggio variabile tra i 2 e i 6 astronauti. Di dimensioni 20x72x104 metri, questa enorme “farfalla”, è sostanzialmente usata come laboratorio in microgravità, e al suo interno è dotata esclusivamente di locali tecnici, dove non esiste una reale privacy né una differenza tra alloggi, spazi dedicati alla ricerca, aree comuni.
Il team di progetto voluto dal Center for Near Space sta affrontando la tematica della permanenza nello spazio sotto un altro punto di vista. Non si tratta di passare semplicemente dai 6 ospiti attuali a un numero più ampio, né di rispondere a nuove e diverse esigenze prestazionali, ma di passare dall’attuale ISS, giustapposizione di elementi autonomi ma priva di sintesi, a un insieme capace di espressione unitaria. Il Center for Near Space ha così coniato il termine OrbiTecture®, contrazione di Orbital Architecture, per sottolineare appunto il nuovo approccio progettuale per disegnare le stazioni spaziali del futuro, e conseguentemente con lo stesso termine ha battezzato il team.
Il Center for Near Space ritiene che entro il 2069 (a 100 anni dal primo passo dell’Uomo sulla Luna) le missioni scientifiche su Marte saranno di routine e, per quella data, lo spazio geo-lunare ospiterà una comunità di centinaia (forse migliaia) di persone. Lo sviluppo della “città spaziale” prevederà l’esistenza di basi planetarie localizzate su Luna o Marte, ma anche di basi orbitali, su cui è focalizzata proprio l’idea di partenza e le attività del Center for Near Space.
Il progetto di stazione spaziale denominato SpaceHub riguarda un nodo infrastrutturale di futura generazione in grado di accogliere fino a un centinaio di persone e di garantire funzioni di:
Per quanto riguarda il posizionamento nello spazio, SpaceHub può essere collocato sia in un’orbita LEO (Low Earth Orbit, orbita attorno al globo terrestre di quota compresa tra l'atmosfera e le fasce di van Allen, ovvero tra i 160 e 2000 km) sia in orbita lunare oppure in uno dei punti lagrangiani del sistema cislunare. Si tratta di uno spazioporto che, oltre ad offrire la possibilità di una funzione di molo spaziale, avrà delle aree adibite alla permanenza umana in orbita per rispondere alla domanda di turismo spaziale e di ricerca in assenza di gravità.
Trattandosi di un “pezzo” di una città logicamente simile a quelle a cui siamo abituati sulla Terra, SpaceHub dovrà rispondere a esigenze sociali e di comfort molto più spinte di quanto sia stato finora realizzato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, con l’obiettivo di offrire una qualità di vita paragonabile a quella degli habitat a cui siamo abituati.
Il concept si fonda pertanto su 3 assunti:
1) Contenere i costi di trasferimento in orbita, costruendo strutture snelle direttamente in assenza di gravità (con sistemi robotizzati di additive manufacturing), anche per non dover sopportare i carichi al lancio che impongono pesi maggiori.
2) Limitare la dipendenza dalla madre Terra, massimizzando principi di sostenibilità e realizzando colture agrarie.
3) supportare le future missioni su Marte e Luna, realizzando ambienti di training.
La proposta per il futuro SpaceHub è frutto del gruppo di lavoro promosso nel 2015 dal CNS guidato da:
Fanno parte del team di progettazione:
Hanno inoltre contribuito tanti altri professionisti, specialisti e liberi pensatori attraverso discussioni e confronti, e stimolanti suggerimenti. Tra questi, in particolare, Antonio Del Vecchio, Gabriele Falco, Enrico Ferrone, Roberto Gardi, Giuseppe Maglio, Raimondo Mancinelli, Ciro Melcarne, Raffaele Savino, Ernesto Vallerani, Daniele Vangone.
Il Center for Near Space (CNS), centro di competenza sullo spazio dell'Italian Institute for the Future, è nato in Italia nel 2015. La sua missione principale è la diffusione dell’utilizzabilità e fruibilità dello Spazio da parte di un numero sempre maggiore di cittadini, nell’ottica di favorire un diverso e più positivo orientamento del pubblico verso le attività astronautiche nello Spazio esterno terrestre, colmando l'attuale distanza di percezione e creando possibilmente interesse da parte della componente privata di utilizzatori senza la quale lo Spazio resterà sempre un fatto limitato ai soli addetti ai lavori e non un cambiamento dell'intera umanità.
Nel pensiero del CNS il concetto “Near” può caratterizzare l’avamposto del cosiddetto Quarto Ambiente, ovvero la regione che va dalla superficie della Terra all’orbita bassa (LEO). Ma “Near” può essere interpretato anche come concetto di vicinanza all’Uomo e quindi pensare allo Spazio inteso veramente come nuova componente ambientale futura della vita dell'umanità.
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