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Il porto del Granatello è stato costruito in epoca borbonica nel 1773,fu denominato così per un’antica piantagione di alberi di melograno compresa tra Villa Menna e il vicino convento di S. Pasquale, ed è situato nelle vicinanze del centro cittadino. Gli spazi a terra risultano limitati; in più il lato di levante del porto confina a nord con Villa Bruna e nella restante parte con la linea ferroviaria, che ne condizionano eventuali ampliamenti.
Accedere al porto borbonico per godere della sua unica atmosfera, del profumo mare e delle gioie dell’anima non è mai stato facile, anzi per i diversamente abili è praticamente impossibile.
Si consideri che sono ivi ubicati la stazione marittima Anthon Dorn, l’E.N.E.A. e diverse attività ristorative, balneari e ricreative che fanno del Porto anche il fulcro della vita notturna dei comuni del vesuviano. Inoltre, la adiacente stazione ferroviaria costituisce la prima linea ferroviaria italiana direttamente collegata con il Museo Ferroviario di Pietrarsa.
Le uniche vie di accesso non prevedono supporti o agevolazioni ai diversamente abili e a soggetti con limitate capacità motorie, allo stato quasi otalmente esclusi dal godimento di un posto unico e bellissimo.
Mi propongo di raccogliere fondi per il montaggio di scale per il trasporto dei disabili presso le scalette adiacenti la stazione ferroviaria, e di due telecamere di video sorveglianza al fine di evitare inutili atti vandalici.
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