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Dopo il successo di “Tutta colpa di Gabo”, è di nuovo in scena la famiglia Bencini, tra amori e visioni, avide badanti e parenti serpenti, un nuovo noir ironico e leggero ambientato a Firenze.
Una saga familiare che, mescolando sapientemente paradosso e comicità ai temi classici del giallo, mette in scena vizi e manie di una matriarcale famiglia toscana, in verità assai atipica, governata dalla nonna Argisa (donna di grandi sentimenti e di grandi arrabbiature l’ha de nita Fabio Galati sulle pagine di Repubblica, nella sua recensione al primo romanzo della serie). Tra le stranezze dei nipoti - il tentativo di tradurre Diabolik in Latino è una di queste - e un mistero da risolvere il libro scorre con agilità grazie anche all’uso di una lingua mai scontata eppure sempre accessibile al lettore.
Elisa Minì, è nata a Firenze nel 1969. Vive nel Chianti e lavora a Firenze dove ha lo studio di commercialista; nonostante ciò, ha pubblicato racconti in diverse antologie; tra questi: La sostanza delle cose, Perrone Lab, Incipit d’autore, febbraio 2012; Mille battiti di ali, Perrone Lab, Incipit d’autore, aprile 2012.
Medaglia di bronzo al Premio Firenze 2010 nella sezione racconti inediti con il racconto Lei pensa Lui no. L’intreccio della lana, 3° classi cato al Premio Letterario Nazionale Danilo Chiarugi; nalista al Premio Fi- renze edizione 2011 nella sezione racconti inediti; 1° classi cato al Premio Letterario Nazionale Domenico Rea Città di Empoli nel 2012.
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