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Lapis è un acronimo che sta per Laboratorio per la Promozione della Imprenditorialità Sostenibile. Ma lapis, in siciliano, significa anche matita: il primo strumento utile per appuntare e abbozzare le idee. Lapis è un progetto che terrà insieme le proposte innovative di un team di giovani operatori di sviluppo con l’esperienza di mentori adulti coordinati dall’associazione Prometeo. L’obiettivo è creare un incubatore di idee,che interagirà con organizzazioni, gruppi spontanei e singoli cittadini che vogliono dare vita a nuove imprese sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e, soprattutto, sociale, in tutta l’area del Val di Noto. I giovani operatori di sviluppo saranno scelti - tramite un apposito bando che permetterà loro di avere una borsa di studio (di 10mila euro) per nove mesi - tra quelli che, dopo la laurea, hanno deciso di restare (o di tornare) per investire i propri talenti su un’Isola in cui il lavoro più che cercato va creato.
Dal turismo esperienziale alla digitalizzazione, dall’agricoltura circolare alle periferie urbane fino alla mobilità sostenibile. Qualsiasi sia il campo di azione - a partire dai 17 obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite - Lapis punta a incentivare la costruzione di quelle che Adriano Olivetti chiamava Fabbriche di Bene. Imprese sostenibili capaci di coniugare l’innovazione con la cura delle persone, delle comunità e dei territori.
Ai giovani sarà affidato il compito di analizzare le potenzialità e i bisogni del territorio e correlarli a buone pratiche di imprese sostenibili. Come progetto di comunità, Lapis lavorerà in rete con tutti gli attori locali disponibili a creare una intelligenza collettiva condivisa. I giovani, supportati da tutor e mentori volontari, renderanno pubblica la banca dati di proposte imprenditoriali. Svolgeranno, inoltre, un’attività di animazione territoriale per promuovere l’economia civile sostenibile e spingere altri giovani all’auto-imprenditorialità.
Illogo di Lapis rappresenta anche un cerchio e come tale vuole essere senza vertici, paritario, inclusivo. Il cerchio di tutti. Entra anche tu nel cerchio di Lapis.
«Nel cerchio sparisce l’identità di chi lo ha iniziato e diventa di tutta la comunità». L’ideatore della metafora del cerchio di Lapis è Giovanni Romano, il presidente dell’associazione Prometeo. Nato 67 anni fa a Priolo Gargallo (in provincia di Siracusa), sin da giovanissimo partecipa alle lotte contro un modello di sviluppo insostenibile per l’ambiente e la salute dei cittadini. Cresciuto all’interno degli scout, Giovanni fa sue le idee di rinnovamento nate dall’incontro tra cattolici, movimento operaio e cultura laica umanistica. Interrotti gli studi di Sociologia, inizia a lavorare nella Cgil. Lasciato il sindacato, per oltre dieci anni si occupa di educazione alla pace. Arriva poi alla cooperazione sociale ricoprendo diversi ruoli: presidente del consorzio di cooperative sociali Consolidas,coordinatore regionale della rete Cgm, consigliere nazionale di Federsolidarietà,presidente della cooperativa L’Arcolaio, consigliere della Fondazione di Comunità Val di Noto. La curiosità verso i movimenti della società civile continua a tenerlo in contatto con molte organizzazioni del terzo settore, a livello locale e nazionale. È un grande sostenitore della necessità di andare oltre le appartenenze e costruire, a partire dai territori, strategie collaborative ad alto impatto.
«Con Lapis vogliamo sottoscrivere un patto tra le generazioni. I giovani devono sentirsi sostenuti dall’esperienza di chi, in passato, si è speso per questo territorio e ora sente l’esigenza di passare il testimone». Francesco Ortisi è uno di questi.
Docente di materie letterarie al liceo e maestro indiscusso del pesceduovo alla siracusana, è anche uno dei componenti del direttivo dell’associazione Prometeo. Sessantadue anni e due nipotini, ha un passato da batterista in alcune band siracusane. È stato il primo consigliere comunale eletto dai Verdi a Siracusa. Per molti anni, ha coordinato l’associazione Agire solidalee ha promosso la costituzione di una rete tra le associazioni che si occupano di questioniambientali e disagiosociale.
«Vogliamo alimentare nei nostri giovani uno spirito pionieristico in una terra che troppo spesso viene dimenticata e sottovalutata. Con Lapis vogliamo dare una svolta al modo di concepire lo sviluppo del nostro territorio». È questo l'aspetto del progetto che sta più a cuore a Mariaconcetta Francica Nava. Da madre di un figlio "migrante economico" sa bene cosa voglia dire per i giovani essere costretti a lasciare la propria terra per realizzarsi. «Tra gli obiettivi del progetto Lapis - ci tiene a sottolineare - c'è anche quello di dare loro la possibilità di tornare o addirittura di non partire». Anche Mariaconcetta è tra i soci dell'associazione Prometeo. Qui è arrivata da un percorso attraverso diverse realtà locali: dall'associazione Pio La Torre al progetto dormitorio per i senzatetto Casa di Sara e Abramo, passando anche per l'esperienza di ambasciatrice perDynamo Camp,fino ad Accoglierete, la prima associazione in Italia che si occupa di minori stranieri non accompagnati.
«Il progetto Lapis promuove la ricerca di buone pratiche di sviluppo sostenibile», spiega il direttore del comitato scientifico Marcello Di Paola che si occuperà di selezionare quattro tra i giovani che parteciperanno al bando (che prevede borse di studio da 10mila euro ciascuna). «Unendo le capacità analitiche a quelle di ricerca sul campo, dovranno creare una riserva di dati e di idee per chi poi voglia mettere in campo attività imprenditoriali». Filosofo ambientale, oggi lavora all'Università di Palermo, dopo avere a lungo insegnato alla Luiss di Roma. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali su temi di etica, estetica, metafisica e teoriapolitica, con un focus sulle interazioni fra sistemi naturali e tecnologici e varie dimensioni del dibattito sull'Antropocene.
Di Paola, che vive tra Roma e la Sicilia, è anche tra gli iniziatori di filoni di ricerca emergenti come la filosofia dei giardini e la filosofia delle piante. Vivaista per retaggio e per passione, è fondatore e presidente di Minima Urbania, un network impegnato in educazione ambientale e sostenibilità urbana attraverso vivaismo succulento e varie attività formative, culturali e creative. È membro del Consorzio Internazionale dei Filosofi Ambientali. Tiene il blog Umano, non umano, più che umano per ReWriters.
«Questo è un periodo di grande trasformazione per la nostra società perché c'è molta più attenzione ai temi della sostenibilità economica». Ne è convinto Giovanni Grasso, il presidente della Fondazione di Comunità Val di Noto che sostiene il progetto Lapis dell'associazione Prometeo. «E chi meglio di un gruppo di giovani può governare questo cambiamento?!». Il riferimento è ai quattro laureati che verranno selezionati tramite il bando per diventare operatori di sviluppo. «La Fondazione crede molto in questo progetto e, per questo, ha partecipato sin dal momento della alla progettazione». Giovanni Grasso di professione è avvocato civilista e presta particolare attenzione alla materia contrattualistica, commerciale e al diritto privato del terzo settore. Competenze che gli hanno consentito di dare un notevole contributo all’attività, anche organizzativa, della Fondazione di Comunità Val di Noto.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
Innovazione e infrastrutture: costruire infrastrutture solide, promuovere l'industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l'innovazione.
Città e comunità sostenibili:creare città sostenibili e insediamenti umani che siano inclusivi, sicuri e solidi.
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