Una campagna di
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Il lavoro nasce dall’incontro tra ricerca storiografica e fotografia. Attraverso un'analisi a tutto tondo del divenire e del riconoscersi partigiani, emerge come la Resistenza sia stata per i suoi protagonisti e protagoniste prima di tutto un'esperienza. O meglio, l'esperienza per eccellenza. Uno spartiacque nelle loro esistenze come nella storia del nostro Paese.
La complessità del lavoro fotografico fa affiorare inoltre quello che rimane oggi dei volti e dei luoghi della Resistenza e ciò che possono e devono ancora raccontare. La parte testuale e le immagini, pur nella loro autonomia, dialogano perfettamente tra loro spaziando dal contesto nazionale alle vicende particolari della regione Marche.
Il saggio di Chiara Donati, attraverso un accurato spoglio delle fonti della soggettività in senso ampio, completate dalla visione di documentazione presente negli Archivi degli Istituti della Resistenza o della Fondazione Gramsci, privilegia una lettura che si muove sul filo della memoria e secondo i meccanismi del tempo. È una narrazione che fa riferimento, in modo originale, al complesso e contraddittorio universo dei sentimenti che le diverse scansioni e le diverse esperienze della stagione partigiana hanno imposto ai resistenti.
Lo studio ha il proposito di riannodare queste esperienze di vita andando oltre l'ormai "classico" e fondamentale canovaccio delle “tre guerre” (di Liberazione, civile, di classe), e assumendo una prospettiva esistenziale: per esempio nel rapporto con la paura, con la violenza agita e subita e con la morte, nella relazione con il territorio e con il gruppo di appartenenza, con il mondo politico, o ancora con l’idea di futuro.
È stato quindi possibile individuare quattro aspetti che racchiudono tutta la dimensione di eccezionalità, complessità e contraddittorietà che contraddistingue la Resistenza e che avrebbero avuto delle conseguenze negli itinerari di vita del dopoguerra. A emergere è come essa sia stata per i suoi protagonisti un’esperienza soggettiva, di verità, stra/ordinaria e suggestiva.
Le fotografie di Marco Biancucci si propongono di raccontare i volti, i luoghi e gli oggetti della Resistenza marchigiana tra passato e presente.
Sono stati ritratti nella loro quotidianità alcuni degli ultimi partigiani in vita nella regione: 20 in tutto. Cosa possono dirci oggi questi volti della scelta fatta oltre 70 anni fa? È un filo che si vuole ricollegare a quel momento di rottura con l'ordinario e, di conseguenza, a quella sospensione temporale in cui vennero meno alcune certezze, ma in cui allo stesso tempo ci fu una forte assunzione di responsabilità.
Sono poi stati immortalati i luoghi della Resistenza. Spazi in cui si consumarono gli scontri armati, le violenze stragiste ma anche i momenti più vivi e intimi della socialità partigiana. I luoghi che in quel tempo fuori dal tempo divennero spazi di entusiasmo, di paura, di dolore, di riflessione, di aspettativa hanno assunto nel presente significati e utilizzi a volte affini, a volte totalmente differenti.
Infine gli oggetti appartenuti a partigiani non più in vita sono delle spie del processo in corso: la venuta meno dei protagonisti porta con sé il rischio di una perdita di memoria. L’assenza e la presenza ci interrogano sul valore della testimonianza e sulle modalità possibili per veicolarla e riscoprirla anche in un futuro prossimo.
Le fotografie dei partigiani e i luoghi della Resistenza sono state realizzate in pellicola bianco e nero, mentre quelle degli oggetti in digitale.
Chiara Donati
Sono nata nel 1986 a Fermo. Per me l’uso delle parole ha un valore fondamentale nell’espressione di se stessi e del mondo che ci circonda. Fin da piccola scopro di essere una divoratrice di libri, amante del silenzio e della solitudine. Non a caso oggi sono una docente di storia e filosofia.
I miei studi in storia contemporanea mi hanno portato a vivere tra Bologna, Granada e Teramo. Di Resistenza ho avuto l’occasione di parlare e di scrivere in numerose occasioni e pubblicazioni. Gli uomini e le donne che l’hanno fatta, con i loro pensieri, emozioni, aspettative, non finiranno mai di affascinarmi.
Marco Biancucci
Sono nato nel 1977 a Monte Vidon Corrado. Ho iniziato a fotografare rubando la macchina regalata a mio padre per i suoi 50 anni.
Sono affascinato dalla fotografia perché mi racconta quando da piccolo ero in braccio a mia madre. Continuo a provare e per fortuna a sbagliare.
Sono fotografo professionista da 15 anni. Mi occupo principalmente di fotografia commerciale e progetti di reportage sociale.
Il lavoro è stato promosso e finanziato nella fase iniziale d'impaginazione grafica dall'ANPI provinciale di Fermo.
I fondi raccolti tramite questa campagna serviranno a coprire le spese di produzione del libro, del manifesto e delle stampe fotografiche. Le vostre donazioni verranno raccolte soltanto se il traguardo che ci siamo prefissati verrà raggiunto.
Se riuscissimo a raccogliere di più di quanto prefissato ci piacerebbe impreziosire il nostro libro utilizzando carte e materiali diversi e, magari, concedendoci qualche pagina in più.
Costi:
Editing e produzione
Design del libro
Stampa di 350 copie
Stampa dei poster
Stampa delle foto
Costi di spedizione
Costi del crowdfunding
Formato verticale chiuso 17x24 cm
Rilegatura a filo refe
Nr. 350 copie
Lingua italiana
Copertina stampata in sola bianca in solo nero, supporto Fedrigoni Sirio Color Rough Cherry da 210 gr. con stampa a caldo del il titolo con lamina nero opaca
Interni di nr. 240 facciate stampate in sedicesimi alternate in rilegatura di cui: n° 112 pagine stampate a 1 colore (nero) su carta Fedrigoni Arena Ivory Rough gr. 100 e n° 128 pagine stampate a 4 colori su Fedrigoni Symbol Tatami White gr. 135
Design: CH RO MO / Roberto Montani
Siamo onorati e contenti di annunciare che lo scrittore Wu Ming 2 parteciperà con un suo contributo al libro.
Ecco una sua anticipazione!
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