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Riparto dal BIO: insieme per una nuova progettazione sociale

Una campagna di
Alessandro Colombini

Contatti

Una campagna di
Alessandro Colombini

Riparto dal BIO: insieme per una nuova progettazione sociale

Campagna terminata
  • Raccolti € 145,00
  • Sostenitori 6
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Food & agricoltura

Una campagna di 
Alessandro Colombini

Contatti

Il Progetto

Chi siamo?

Nel 1998 Alessandro Colombini, erede di una tradizione contadina centenaria, decide di abbandonare l’uso della chimica e adottare il metodo biologico. Pochi anni dopo, l’azienda è tra le prime sul territorio toscano a credere nell'agricoltura sociale ed a impegnarsi per il suo sviluppo, con progetti di inclusione socioterapeutica e lavorativa di persone disabili ed in situazioni di disagio sociale.

In riconoscimento del nostro impegno a favore di un’economia sostenibile, nel 2006 abbiamo vinto il Premio Etica e Impresa, sezione piccole e microimprese, e nel 2008 siamo state parte attiva del progetto ORTI E.T.I.C.I. - Orticoltura Economia Tecnica ed Inclusione Sociale Innovativa, in collaborazione con vari soggetti pubblici e privati, tra cui l’Università di Pisa.

Dopo oltre 15 anni di esperienza, continuiamo fermamente asostenere l’importanza e le potenzialità dell’agricoltura sociale per il nostro territorio e siamo sempre alla ricerca di nuove sinergie ed occasioni per sensibilizzare sul tema. Per questo, ad inizio 2018, il titolare ha dato vita all’Associazione di promozione sociale AgriCultura Sociale Onlus, con l’obiettivo di sviluppare percorsi formativi, socioterapeutici e socio-lavorativi nell’ambito dell’agricoltura sociale e di valorizzare il lavoro e le competenze nell’ambito dell’agricoltura biologica sul territorio.

Perché il progetto “Riparto dal BIO: insieme per una nuova progettazione sociale”?

Il lavoro agricolo è terapeutico, favorisce la crescita dell’economia locale e lo sviluppo del territorio. E’ questo l’assunto principale alla base del progetto. Nel corso degli anni, l’azienda ha attivato numerosi percorsi d’inserimento lavorativo per persone svantaggiate ed in molti casi gli operatori del servizio di salute mentale che avevano loro in carico hanno potuto constatare un miglioramento.

La nostra esperienza ci ha però insegnato che per ottimizzare le potenzialità del settore in termini di inserimento socio-lavorativo, i percorsi di agricoltura sociale devono essere seguiti da tutor professionali, con competenze nell'ambito del sociale e con conoscenze base in agronomia. Purtroppo, le realtà sul territorio non hanno le risorse ed il tempo di offrire un tale servizio di “accompagnamento sociale” a tutto tondo.Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto. Insieme possiamo riuscire a trasformare un’esperienza formativa in un percorso di sviluppo personale, dove le persone svantaggiate sono protagoniste e capaci di decidere del loro futuro professionale e personale in maniera autonoma.

Cosa vogliamo realizzare? 

Il progetto intende offrire un servizio di accompagnamento sociale mirato per un minimo di 3 richiedenti asilo e 3 persone svantaggiate od in condizioni di disagio sociale già coinvolte in un progetto d’inserimento socio-lavorativo in azienda. Questo permetterà di massimizzare i benefici dell’esperienza, cosicché queste persone possano sviluppare delle competenze nell’ambito dell’agricoltura biologica spendibili nel mondo del lavoro ed al tempo stesso avanzare in un percorso di formazione della loro personalità e identità e consapevolezza delle proprie capacità.

Cosa puoi fare tu?

Con il tuo contributo nei prossimi sei mesi intendiamo:

  • Coinvolgere un tutor professionale che segua minimo 3 soggetti con disabilità intellettive od in situazione di disagio sociale: il tutor sarà selezionato tra professionisti del sociale che preferibilmente abbiano già avuto esperienze all’interno di aziende agricole. Tra le sue mansioni vi sarà quella di identificare i bisogni di ciascuna persona e aiutare l’azienda nell’individuazione delle mansioni e delle modalità di relazione più adeguate, nel rispetto delle sue aspettative e del contesto sociale.

  • Coinvolgere un mediatore socioculturale che segua minimo 3 richiedenti asilo coinvolti nell'azienda: il mediatore aiuterà a superare le difficoltà della lingua ed a facilitare il rapporto con il personale dell’azienda e la comprensione delle dinamiche aziendali da parte del beneficiario. Il mediatore accompagnerà i richiedenti asilo sia nella fase di avvio che lungo il periodo di inserimento lavorativo.

  • Organizzare attività di sensibilizzazione sul biologico e sulla creazione di una filiera “sociale”, i soggetti beneficiari saranno coinvolti in attività di promozione aziendale ed eventi (e.g. mercatini, postazioni all’interno dei negozi) nei quali si evidenzi, oltre al valore economico e commerciale, il valore aggiunto sociale, lavorativo, terapeutico/educativo dell’esperienza.

Cosa ci mettiamo noi?

L’azienda Biocolombini metterà a disposizione la propria struttura aziendale, i terreni agricoli e le proprie risorse materiali per attivare percorsi di formazione per minimo 3 richiedenti asilo e 3 persone svantaggiate od in condizioni di disagio sociale. L’azienda si occuperà d’identificare tra i suoi dipendenti due referenti aziendali che coordineranno le attività, e si relazioneranno con i servizi competenti sul territorio secondo necessità. Ci assicureremo inoltre che i due tutor esterni (tutor professionale e mediatore culturale) redigano un bilancio delle competenze iniziale e una valutazione finale dell’esperienza per ogni persona; e conducano momenti periodici di verifica con azienda e beneficiari, per permettere alle persone in disagio sociale di raccontare la loro esperienza ed evidenziare e analizzare eventuali momenti di disagio.

È previsto un rimborso per gli spostamenti e spese di comunicazione, che saranno sostenute dall'azienda. È nostra intenzione inoltre collaborare con le altre realtà operanti sul territorio e condividere le buone pratiche per l’inserimento delle persone in condizione di disagio sociale nelle aziende agricole, valorizzando il valore aggiunto sociale, lavorativo e terapeutico/educativo dell’esperienza.

Perché il tuo contributo può fare la differenza?

Troppo stesso le persone svantaggiate od in situazioni di disagio sociale sono oggetti di una logica puramente “assistenzialistica”, dove mancano risorse e tempo per possano aiutare il soggetto a raggiungere un’autonomia personale e costruire la propria identità.

Con il tuo aiuto saremo in grado di offrire un’esperienza formativa mirata che fornisca nuove competenze ed al contempo consenta di sperimentare un nuovo stile di vita a contatto con la natura e di imparare il rispetto e la tutela dei cicli biologici. Tutto questo contribuirà alla formazione della personalità e identità delle persone svantaggiate. E beneficerà l’intera collettività, contribuendo a creare contesti di coesione sociale, capaci di rispondere ai bisogni della propria comunità e a valorizzare la diversità ed al contempo l’ambiente.

Crediamoci insieme!

Come azienda, possiamo contare su un buon numero di collaborazioni già in essere per replicare le buone pratiche di questo progetto in altre realtà e definire nuove forme di collaborazione per un’agricoltura sociale che sia di tutti.

Siamo parte di un contratto di reteche vede coinvolte altre importanti realtà agricole sul territorio e dal 2018 siamo partner insieme ad EcorNaturaSì, ed attivamente coinvolti nella sensibilizzazione sul ruolo che la produzione biologica può svolgere nel migliorare la salute della terra, della natura e dell’ambiente e l'aspetto sociale.

Partecipiamo regolarmente al Tavolo per l’Agricoltura Sociale Valdera, promosso dalla Società della Salute Valdera, ed al suo interno ci siamo battuti per la creazione di un logo di agricoltura sociale con il quale attualmente sono venduti i prodotti delle aziende aderenti al tavolo in 4 supermercati Unicoop Firenze. Il 20% del prezzo di un prodotto con il logo va direttamente ad un fondo usato per progetti di agricoltura sociale, valutati dal Tavolo.

Attraverso il tuo contributo, potremmo far partecipare le 6 persone in condizione di disagio sociale presso gli spazi dedicati all'interno di mercatini e/o supermercati Unicoop, facendo conoscere l’agricoltura sociale e chiarendo che chiunque può contribuire, semplicemente scegliendo di acquistare un prodotto che non è solo sano ma che fa anche del bene.


GRAZIE!                             

Commenti (1)

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    Simone Agricoltura e progetti di inserimento sociale.. che bellezza

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