Una campagna di
Giuseppe DidonnaContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
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Ciao,
Sono Giuseppe, vengo dall'Italia ma vivo in Turchia da quasi 10 anni. Sono un giornalista, appassionato di montagna e corse di lunga distanza.
All'inizio del 2023 mi sono posto l'obiettivo di correre la Gobi March, una gara prevista il prossimo giugno nel deserto del Gobi in Mongolia, di 250 km in totale, distribuiti su 6 giorni in totale autosufficienza. Una sfida per realizzare la quale oltre a tanto allenamento era necessario raccogliere sponsor a causa degli onerosi costi di iscrizione e partecipazione. Tra gennaio e l'inizio di Febbraio mi sono impegnato nella ricerca di sponsor e sono riuscito a garantire la copertura di una parte dei costi di iscrizione. Poi è arrivato il mattino del 6 febbraio, il giorno che ha cambiato per sempre la storia della Turchia e scavato un solco tra il prima e il dopo nella vita di milioni di persone. Per lavoro sono dovuto volare nelle aree terremotate dove ho passato 17 giorni. Giorni che hanno lasciato dentro di me un'impronta indelebile.
Tornato a Istanbul, dove vivo, ho sentito totalmente inutile rimettermi a cercare sponsor per la gara e faticato a stabilire un legame tra la vita prima e la vita dopo la catastrofe che ha colpito il Paese che mi ha accolto, il Paese dove vivo e lavoro e che amo.
Quando avevo ormai deciso di abbandonare l'idea di partecipare alla Gobi March e restituire le sponsorizzazioni raccolte, un amico runner mi ha parlato della possibilità di trasformare la raccolta fondi in un'iniziativa umanitaria e ho deciso di correre per gli altri e per uno scopo: sostenere le popolazione colpite dal terremoto in Turchia econtribuire in minima parte a un'emergenza di fronte alla quale mi sentirei altrimenti impotente.
Se la raccolta fondi supererà i 20 mila euro una minima parte della cifra (circa 5%) raccolta servirà a coprire le rimanenti spese di iscrizione rimaste scoperte prima del giorni del sisma. Se la cifra raccolta rimarrà sotto i 20 mila euro il ricavato andrà interamente agli abitanti di villaggi di montagna colpiti dal terremoto e coprirò personalmente le spese di iscrizione.
Il progetto prevede il finanziamento di opere di riparazione di strutture danneggiate dei villaggi di montagna nelle province di Adıyaman e Hatay. In particolare al momento ho individuato i villaggi curdi di Zey, in provincia di Adiyaman, e Incirli, nell'Hatay. Due delle province più devastate dal sisma dove gli aiuti non sono arrivati e che nell'ordine di priorità rimangono dietro le grandi città distrutte. Allo stesso tempo villaggi la cui economia si basa su equilibri stagionali che impongono la ricostruzione di strutture di uso comune nel più breve tempo possibile.
Il terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria il 6 febbraio 2023 ha causato più di 45.000 morti e il bilancio continua a salire ogni giorno. È una tragedia umanitaria di proporzioni senza precedenti e i sopravvissuti vivono in tende condivise, anziani e bambini dormono su materassi e tappeti. Le infrastrutture idriche danneggiate hanno aumentato il rischio di ipotermia e i bambini non possono tornare a scuola perché gli edifici sono stati considerati non sicuri.
Queste persone avranno bisogno di tutto nei prossimi giorni, settimane e mesi: riparo, coperte, cibo, acqua, medicinali, articoli per l'igiene, materiali per la ricostruzione delle case. I soldi raccolti verranno utilizzati per riparazioni e per acquistare beni di prima necessità da distribuire alle famiglie che hanno perso tutto. La campagna è realizzata grazie alla collaborazione con Raffaella Biondo, da anni impegnata in progetti di cooperazione in Medio Oriente e grande esperienza nel sud della Turchia, che mi aiuterà nella gestione della campagna e nella distribuzione degli aiuti.
Qua sotto il reportage che ho realizzato dalle aree terremotate:
Hello,
My name is Giuseppe Didonna, I have been working as a journalist in Türkiye since 2014, I am passionate about mountains and long distance running.
At the beginning of 2023 I had set for myself the target of running the Gobi March, a 250 km 6-days stage race in the Mongolian desert, in self-efficiency.
In order for this dream to become true, it is needed to invest a huge amount of work out as well as money to cover participation fees. From January till the beginning of February, I was looking for sponsors and financial support to cover more or less half of my participation fee to the race. But then, on the night of the 6th of February, the earthquake happened; an irrevocable turning point that changed the history of Turkiye forever.
As a journalist, I spent over two weeks in the earthquake-impacted areas, impregnating myself with memories, feelings, sounds and smells that will stick with me for a long time, maybe forever.
Once back to my house in Istanbul, I started feeling like my search for sponsors for Gobi project was totally useless and meaningless. I decided to give it up and refund the sponsors I had found before the disaster happened. Then, a friend, who is a runner too, told me about the possibility to turn this race into a fundraising campaign.
If the fundraising reaches a minimum of 20.000 euro, a small percentage (5%) will be used to cover my participation fee to the Gobi March. If the amount remains below that threshold, it will be entirely disbursed for the victims of the earthquake.
Therefore, my plan is to use the opportunity of running in the desert of Gobi as a way to raise awareness and funds for mountain villages hit by the quake, such as Zey and Incirli, respectively in the provinces of Adiyaman and Hatay, two of the most devastated areas.
The earthquake that happened in Turkey is a humanitarian tragedy of unprecedented proportions and, even in remote villages, survivors live in shared tents, elderly people and children sleep on mattresses and carpets. Damaged water infrastructures have increased the risk of hypothermia and children are unable to return to school as buildings have been deemed unsafe.
The money collected will be used to repair the facilities damaged by the quake which are crucial for the local economy, like barnes and dwells. More funds mean more help for these small communities, the very last to be reached by the official humanitarian aid.
The campaign is realised with the essential help of Raffaella Biondo, experienced aid worker and project manager, working in Middle East countries who will help me in the management of the campaign and the distribution of the funds raised.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Sconfiggere la povertà: porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque.
Sconfiggere la fame: porre fine alla fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile.
Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
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