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Vogliamo fare del Centro Recupero Tartarughe Marine del Museo di Storia Naturale del Salento, un presidio permanente di tutela di questi meravigliosi rettili, sempre più grande ed attrezzato per poter salvare più tartarughe possibile.
Le tartarughe marine sono rettili diffusi nelle acque temperate e tropicali di tutto il mondo. In particolare le specie che frequentano il Mediterraneo sono considerate in pericolo di estinzione e negli ultimi anni si è registrato un importante calo numerico nelle popolazioni delle diverse specie di tartarughe. Le cause, quasi tutte legate all’antropizzazione, concorrono ad accelerarne il processo di estinzione. La specie più comune, Caretta caretta, è identificata come prioritaria nelle direttive europee, ed è classificata come vulnerabile nella lista rossa delle specie.
In Puglia e nella Penisola Salentina in particolare, negli ultimi anni le informazioni riguardanti la biologia ed ecologia di questa specie sono aumentate considerevolmente, grazie anche all’attuazione di efficaci azioni di conservazione e di protezione e studio svolte dal Centro Recupero Tartarughe Marine di Calimera che hanno accresciuto le conoscenze riguardanti la distribuzione, l’abbondanza, e le aree di nidificazione della specie; inoltre, sono state efficacemente sviluppate ed attuate nuove strategie di recupero e riabilitazione di individui ricoverati.
Il Centro Recupero Tartarughe Marine (CRTM), rappresenta ad oggi una realtà di riferimento per lo studio, la conservazione, ed il monitoraggio delle tartarughe marine dei mari Salentini e inizia, grazie allo sviluppo di progetti di cooperazione internazionale ad essere riferimento per alcuni paesi del mar Mediterraneo. Il CRTM si costituisce oggi come un centro primario di raccolta di informazioni relative al rinvenimento di esemplari spiaggiati o catturati, siano essi deceduti od ancora in vita; ciò è sostenuto dalla sottoscrizione di vari protocolli d’intesa e collaborazioni con varie istituzioni di ricerca, Comuni e associazioni di vario genere, che hanno la finalità principale di intervenire repentinamente per il recupero di esemplari in difficoltà fino all’intervento da parte degli addetti e provvedono alla consegna dell’animale al CRTM. Inoltre, la sede del CRTM dispone di strumentazione tecnica, spazi recettivi, e personale altamente specializzato per l’accoglienza degli esemplari rinvenuti, la loro stabulazione e sistemazione in vasca, oltre che una prima visita veterinaria eseguita da personale specializzato sui rettili marini; valutazione della diagnosi e istituzione di terapia idonea per la degenza, interventi chirurgici adeguati al livello di competenza del CRTM e dell’ambulatorio annesso, reintroduzione in mare.
Tale elevato grado di efficienza del CRTM ha già ricevuto ampi riconoscimenti e risultati in campo locale e nazionale. Il costante monitoraggio, unito al rapporto instaurato con numerosi pescatori, cittadini e darsene, ha dato risultati soddisfacenti permettendo il recupero di esemplari altrimenti destinati a morte certa. Questo è stato possibile grazie ad una capillare rete di osservazioni coordinata dal nostro Centro che vede impegnate numerose figure nell’opera di recupero degli esemplari in difficoltà, molte di queste figure, sono persone comuni che hanno a cuore il nostro progetto di conservazione.
L’opera di recupero svolta dal Centro tartarughe marine del Museo di Storia naturale del Salento durante i suoi anni di attività, oltre trenta, ha permesso di riportare alla normale attività e alla vita naturale circa un migliaio di esemplari di tartarughe marine, rinvenuti feriti anche in gravi condizioni, nonché ha permesso, grazie ad una gestione programmata e costante, la nascita e il raggiungimento del mare per altrettanti nuovi nati della specie Caretta caretta.
Il Salento, e in particolare la Provincia di Lecce, dopo il rinvenimento del primo nido nel 2006 a Torre dell’Orso, ha ospitato negli anni una serie di eventi che si sono susseguiti con cadenza annuale o biennale, fino ad arrivare al 2018 e 2019, quando si sono registrati 15 casi di nidificazione accertati. La totalità dei rinvenimenti è stata in tutti i casi assolutamente casuale e attribuibile a varie situazioni, nelle quali l’impatto antropico ha sempre avuto un ruolo rilevante.
È evidente che programmare campagne di monitoraggio dei litorali sabbiosi potenzialmente idonei alla nidificazione, nel periodo adeguato, porterebbe ad un incremento dei rinvenimenti e a una più corretta messa in sicurezza dei siti.
L'obiettivo generale del nostro lavoro di monitoraggio delle nidificazioni è sì quello di permettere il naturale svolgimento dell’incubazione, ma soprattutto quello ottenere dati per avere una risoluzione avanzata dei fattori che regolano l'attività di nidificazione e il successo riproduttivo di Caretta caretta sulle coste adriatica e ionica della Provincia, fornendo, allo stesso tempo, strumenti predittivi che possano supportare efficacemente future azioni di protezione che consolidano i successi di conservazione ottenuti negli anni passati.
Disporre di personale qualificato comporta sforzi notevoli e, soprattutto, costi notevoli, che ad oggi il CRTM del Museo di Storia naturale del Salento sopperisce in parte grazie all’impegno dei tecnici del centro che “volontariamente” mettono a disposizione il loro tempo e le loro competenze. Malgrado ciò, non si ottengono i risultati sperati, e si interviene solo dopo i rinvenimenti casuali, molto spesso frutto di compromissioni causate involontariamente dall’uomo. Le conseguenze sono una riduzione considerevole della percentuale di schiusa.
Alla luce di tutto questo, gli Enti pubblici preposti dovrebbero intervenire attivamente con soluzioni mirate, per evitare che sforzi così importanti per la salvaguardia di una specie a rischio di estinzione abbiano esiti infausti. Tutto questo porterebbe a netti risvolti, non solo nella salvaguardia di una specie a rischio, ma diventerebbe un volano importante nell’offerta turistica del nostro territorio.
Ma purtroppo, ciò che spesso sembra semplice e scontato, incontra difficoltà o volontà discordanti, e per questo motivo ci siete venuti in mente Voi, i nostri più fedeli sostenitori.
Cari amici, ci conosciamo da oramai tanti anni, e sappiamo bene che seguite con partecipazione tutto il lavoro che facciamo in difesa delle tartarughe.
Come già sapete, il nostro lavoro è assolutamente volontario, non abbiamo convenzioni o sovvenzioni di nessun tipo, e solo grazie alla nostra abnegazione e passione che andiamo avanti, e continueremo a farlo, mi auguro, per tanti anni ancora.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto, di un sostegno economico per riuscire in un importante evoluzione delle nostre attività. Come sapete bene la forza di volontà non ci manca, e non saremmo mai riusciti a superare più di trent’anni e ad arrivare a questo punto, senza credere in quello che facciamo, la nostra passione ed il nostro spirito di sacrificio, ci hanno permesso e ci permettono tutt'ora di superare tante difficoltà.
Ma a questo punto, vogliamo provare a coinvolgervi attivamente, ci sentiamo spesso chiamati eroi o angeli delle tartarughe, ma siamo convinti che con l'aiuto di tutti, e non parlo solo dell'aiuto economico, ma coinvolgendovi attivamente nel nostro progetto, potremo avere più occhi sul territorio, e soprattutto collaboratori fidati sui quali contare in caso di bisogno.
Io sono Piero Carlino, direttore del Centro tartarughe, molti di voi mi hanno conosciuto in varie occasioni, dai nidi, alle liberazioni e ultimamente anche dai media. La mia idea, condivisa dai miei collaboratori, è quella di crescere, farci conoscere da tutti, e diventare un centro sempre più grande, perchè siamo convinti che solo crescendo strutturalmente e aumentando gli spazi, si possono salvare più tartarughe.
Il nostro centro ospita attualmente in media una quarantina di tartarughe all'anno, ma le segnalazioni per tartarughe morte rinvenute lungo la costa del nostro Salento sono di gran lunga di più, questo perchè spesso non arrivano alla nostra attenzione e magari rimangono spiaggiate per lungo tempo, morendo o magari vengono pescate e ributtate in mare con qualche problema.
Grazie ad oltre trentanni di esperienza, le competenze le abbiamo, sia per salvare le tartarughe, sia per formare collaboratori fidati e sensibilizzare sempre più persone sul nostro territorio. Una crescita strutturale ci permetterebbe di aumentare i posti vasca, e quindi ospitare più tartarughe in difficoltà, e per questo che abbiamo acquistato sei nuove vasche di oltre 4000 lt, ora però dobbiamo adeguare una nuova sala che ci permetterà di ingrandirci.
Mi piacerebbe creare un bilancio pubblico, da condividere con i nostri sostenitori, in modo da far capire quali sono le reali spese che vengono affrontate da un centro recupero e garantire trasparenza nell'utilizzo dei fondi.
La nascita di un centro di eccellenza popolare, finanziato dalla gente comune, non potrà che essere un importante volano per una grande opera di sensibilizzazione in difesa di specie fortemente minacciate. Le tartarughe sono un bene comune e tutti dovrebbero garantirne la salvaguardia, noi ci sentiamo dei privilegiati a lavorare con quesrti splendidi animali, ma con il nostro aiuto chiunque può essere coinvolto e fare un piccolo gesto per cambiare una situazione altamente compromessa.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
Utilizzo sostenibile del mare: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
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