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SCLAVANIE: UNA SFIDA CULTURALE TRA LE MONTAGNE
Le popolazioni slave che per prime abitarono le zone montane delle Pre-Alpi Giulie, intorno al VII secolo d.C., trovarono una terra inospitale e incolta. La necessità di trovare un modo per convivere con questo ambiente ha portato alla nascita di una comunità forte e coesa,come spesso è accaduto nella storia degli insediamenti montani. Da allora queste terre prendono il nome di Sclavanie, termine che indicava appunto le origini Slave delle prime popolazioni che abitarono questi territori. Oggigiorno Sclavanie ha completamente cambiato il proprio significato, tanto da essere stato assorbito dalla lingua Friulana per indicare, in maniera talvolta dispregiativa, le persone che vivono prevalentemente nelle zone montane di confine e che hanno mantenuto ancora vive le loro radici slave.
Tuttavia il fenomeno sociale dello spopolamento dei borghi montani ha minato la base per la trasmissione orale e la sopravvivenza di memorie e antiche tradizioni. Questo patrimonio, per quanto debole e assopito, risulta ancora presente. Il lavoro fotografico realizzato negli ultimi 5 anni da Davide Degano diventa uno strumento a sostegno delle minoranze linguistiche, per aiutare la conoscenza, la trasmissione, la conservazione e la valorizzazione di tale diversità culturale.
L’ABBANDONO DEI BORGHI AL CONFINE
La tenace e impavida resilienza di queste genti ha subito come in altre parti d’Italia il fascino della vita moderna, conveniente e confortevole. Nel periodo 1650 e 1750 nell’area si raggiunse un ammontare significativo di abitanti pari a circa 6.000 unità. Canebola nel 1650 contava 780 abitanti. Un’economia difficile e di sussistenza ma che sosteneva diversi centri abitati e migliaia di famiglie. Già nel 1800, tuttavia, ha inizio un declino e uno spopolamento progressivo che prosegue ancora oggi come testimoniato dai censimenti Istat.
Nel decennio tra il 1960 e il 1970 sono ben 42 i borghi a svuotarsi completamente, a divenire “fantasma”. Un trend nazionale che alimenta l’immagine della montagna come terra di solitudine e fatica. Solo una minoranza fortunata di aree montane pare rilanciarsi grazie al turismo di massa che trasforma paesaggi secolari e identità, oltre a omogeneizzare le economie locali privandole di una propria ragione d’essere autonoma.
Davide Degano si muove attraverso questa ricerca alla riscoperta dei luoghi di infanzia, tra un arcipelago di minuscoli borghi semi abbandonati. Qui incontra gli abitanti, ne raccoglie le memorie, le storie, i paesaggi. Un viaggio che invita alla riflessione sul destino dell’Italia composta al 70% da comuni con meno di 5.000 abitanti, circa il 20% della popolazione totale. Per rallentare l’emorragia demografica di una trama insediativa diffusa e piccola, e quindi la fuga dei giovani verso le aree urbane, servono alternative concrete. Nell’arco alpino diversi studi documentano pratiche e strategie di rigenerazione locale, esempi positivi di “ritorno al borgo”. Davide Degano ha scelto di affrontare la questione a casa propria, provando a misurarsi con una controversa visione, stregato dalla bellezza e potenza di queste terre.
UNA RICERCA SU BASE ETNOGRAFICA
Sclavanie è un libro che racconta la riscoperta di un microcosmo geografico, di un’area montana al confine tra Italia e Slovenia, ove affondano le radici dell’autore Davide Degano. Attraverso un riesame attivo, critico e consapevole del “locale” è indagata la memoria comune tramandata agli abitanti che resistono tra questi luoghi. Con uno sguardo etnografico, a partire dalle forme dell’abitare, dell’occupare la natura, del fare comunità, economia, paese, si isolano elementi e suggestioni culturali. Grazie alle fotografie tali elementi narrativi possono essere osservati rispetto alle minacce e opportunità del contemporaneo favorendo una lettura prospettica inedita.
Esplorare i temi che più caratterizzano quest'area, come l'emigrazione e lo spopolamento dei piccoli borghi, diventa allora un’occasione per riflettere sui valori dell’abitare e del fare comunità, sulla loro trasformazione, degrado, estinzione ma anche riscoperta e fioritura.Che opportunità offrono questi territori? A quali vocazioni rispondono? Come possono competere nelle trame del globalismo metropolitano? La dimensione borgo montano non solo come strategia nostalgica di riposizionamento ma reale chance di rigenerazione di tessuti capaci di garantire occupazione e qualità del vivere come in pochi altri contesti.
In questa logica di osservazione si inseriscono nel libro i contributi testuali e le analisi maturare sul campo da Livia Raccanello e Michael Biesmann.
MINORANZE SLAVE, LINGUA FRIULANA
La struttura linguistica del Friuli Venezia Giulia è molto complessa e unica nel suo genere, grazie alla sua posizione geografica che la rende un punto di passaggio obbligatorio sulle direttrici europee nord-sud, est-ovest. Qui si incontrano lingue latine, slave e germaniche, eredità di un passato che ha visto queste popolazioni vivere le une affianco alle altre. Questa particolarità rende il Friuli Venezia Giulia l’unica regione in Europa dove vengono ancora utilizzate ben quattro lingue ufficiali all’interno del medesimo territorio: l’italiano, lo sloveno, il friulano e il tedesco. All’interno di questo panorama linguistico ricco e articolato, trovano spazio ulteriore varietà linguistiche locali e regionali.
Sclavanie, ha come obiettivo la valorizzazione di questo sterminato patrimonio culturale.
Il libro è narrato in lingua italiana, in friulano e in sloveno attraverso le citazioni degli stessi residenti del luogo.
L’edizione sarà disponibile su richiesta in lingua friulana, in sloveno e in inglese.
LA STORIA DEL PROGETTO
Il progetto ha inizio nel 2017, quando Davide Degano incomincia a fotografare i luoghi della sua infanzia. Le prime foto vennero pubblicate nel 2018, in un lavoro collettivo che prende il nome di “We Feed the World”, a cura di Cheryl Newman. Successivamente Sclavanie si è ampliato, fino a raccogliere più di 2.000 negativi. Nel 2019 il progetto viene presentato con una mostra “introduttiva” presso il palazzo regionale Oberdan, a Trieste. Successivamente si sono aggiunti l’antropologa Livia Raccanello e il ricercatore e docente austriaco Michael Biesmann. Negli anni il progetto è stato pubblicato su diverse riviste nazionali ed internazionali come ArtDOC, Icon Magazine e British Journal of Photography, venendo selezionato per il Paul Schuitema Award 2020 (con menzione d’onore) e vincendo Urbanautica Institute Award 2020 (sezione Antropologia e Territori). Ora, grazie anche all’impegno di Penisola Edizioni, in collaborazione con Urbanautica Institute, potrà diventare una pubblicazione accessibile.
Sclavanie diventerà uno strumento di racconto, di divulgazione, da condividere con le scuole, le biblioteche, gli abitanti e con quanti studiano e si interessano a queste tematiche.
LA PUBBLICAZIONE
Il libro include una ricca rassegna fotografica a cura di Davide Degano, con circa 110 foto accompagnate da didascalie dettagliate, foto d’archivio e le testimonianze delle persone del luogo.
L’antropologa Livia Maria Raccanello,collaboratrice dell'Istituto per la Ricostruzione del Castello di Chucco-Zucco a Faedis, in provincia di Udine, descrive in un saggio la sua esperienza nel processo di rivitalizzazione del piccolo borgo montano di Stremiz.
Michael Beismann, urbanista e specialista in pianificazione del territorio e in precedenza ricercatore presso l'Università di Innsbruck, analizza il fenomeno del ripopolamento nei piccoli borghi montani delle Alpi, portando attenzione alcuni casi virtuosi in Svizzera e Francia, e confrontandoli con le problematiche ancora persistenti nei borghi italiani.
Questi due saggi sono accompagnati da mappe e illustrazioni tematiche prodotte da Regional Synergie.
Formato:
- 256 Pagine
- 110 foto
- 30 foto d'archivio
- Formato chiuso: 22x27 cm
- Designer: Rudi van Delden, Davide Degano
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Grazie alla prevendita su piattaforma di crowd-funding potete assicurarvi una copia ad un prezzo scontato e allo stesso tempo contribuire alla produzione del libro. Inoltre, è possibile accedere ad altre ricompense vantaggiose come le copie autografate, le stampe fine-art da collezione, e altri sconti unici.
Il finanziamento collettivo inoltre offre all’autore una maggiore indipendenza nel sviluppare la propria opera e nel ricercare i collaboratori. Infine, assicura un maggiore rispetto della propria creatività, senza alcun tipo di restrizioni, di censure o altre imposizioni di mercato.
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SCLAVANIE: A CULTURAL CHALLENGE IN THE MOUNTAINS
The Slavic populations who first inhabited the mountainous areas of the Julian Pre-Alps, around the 7th century AD, found an inhospitable and uncultivated land. The need to find a way to live in this environment has led to the birth of a strong and cohesive community, as has often happened in the history of mountain settlements. Since then these lands have taken the name of Sclavanie, a term that indicated the Slavic origins of the first populations who inhabited these territories. Today Sclavanie has completely changed its meaning, so much so that it has been absorbed by the Friulian language to indicate, in a derogatory way, the people who live mainly in the mountainous border areas and who have kept their Slavic roots still alive.
However, the social phenomenon of the depopulation of mountain villages has undermined the basis for the oral transmission and survival of memory and ancient traditions. A heritage that, even though weak and dormant, is nevertheless present. The photographic work carried out in the last 5 years by Davide Degano becomes a tool in support of linguistic minorities, to help the knowledge, transmission, conservation, and enhancement of this cultural diversity.
THE ABANDONMENT OF THE VILLAGES BY THE BORDER
The tenacious and fearless resilience of these people, however, has suffered, as in other parts of Italy, the charm of a modern, convenient and comfortable life. In the period between 1650 and 1750, the area reached a significant amount of inhabitants of about 6,000 units. The small village of Canebola alone, in 1650, had 780 inhabitants. A difficult and subsistence economy but which supported several villages and thousands of families. Already in 1800, however, a decline and a progressive depopulation began and continues today as evidenced by the Istat censuses.
In the decade between 1960 and 1970, 42 villages were left empty starting the phenomena of the "ghost towns". A national trend that feeds the image of the mountain as a land of loneliness and fatigue. Only a fortunate minority of mountain areas seems to be relaunching thanks to mass tourism that transforms centuries-old landscapes and identities, as well as homogenizing local economies by depriving them of their autonomous reason for being.
Davide Degano moves through this research to the rediscovery of childhood places, among an archipelago of tiny semi-abandoned villages. Here he meets the inhabitants and collects their memories, stories, landscapes. A journey that invites to reflect on the fate of Italy made up of 70% municipalities with less than 5,000 inhabitants, about 20% of the total population. To slow down the demographic hemorrhage of a widespread and small settlement, and therefore the exodus of young people to urban areas, concrete alternatives are needed. In the Alpine arc, various studies document local regeneration practices and strategies, positive examples of "returning to the village". Davide Degano has chosen to tackle the issue at home, trying to compete with a controversial vision, bewitched by the beauty and power of these lands.
A RESEARCH ON ETHNOGRAPHIC BASIS
Sclavanie is a book that tells the rediscovery of a geographical microcosm, of a mountain area on the border between Italy and Slovenia, where the roots of the author Davide Degano lie. Through an active, critical, and conscious re-examination of the "local", the common memory handed down to the inhabitants who resist among these places is investigated. With an ethnographic gaze, starting from the forms of living, of occupying nature, of making community, economy, cultural elements and suggestions are isolated. Thanks to the photographs, these narrative elements can be observed concerning the threats and opportunities of the contemporary, favoring an unprecedented perspective reading.
Exploring the themes that most characterize this area, such as emigration and the depopulation of small villages, then becomes an opportunity to reflect on the values of living and making community, on their transformation, degradation, extinction but also rediscovery and flowering. What opportunities do these territories offer? What vocations do they respond to? How can they compete in the plots of metropolitan globalism? The mountain village dimension not only as a nostalgic strategy of repositioning but a real chance of regeneration of mechanisms capable of guaranteeing employment and quality of life as in few other contexts. The textual contributions and the analyzes matured in the field by Livia Raccanello and Michael Biesmann are inserted in this logic of observation.
SLAVIC MINORITIES, FRIULIAN LANGUAGE
The linguistic structure of Friuli Venezia Giulia is very complex and unique, thanks to its geographical position which makes it a crossing point on the north-south, east-west European directions. Here, Latin, Slavic, and Germanic languages meet, a legacy of a past that has seen these populations live side by side. This particularity makes Friuli Venezia Giulia the only region in Europe where four official languages are still used within the same territory: Italian, Slovenian, Friulian, and German. Within this rich and articulated linguistic landscape, further local and regional linguistic varieties find space.
Sclavanie aims to defend and enhance this immense cultural heritage. The book is narrated through the words of the residents themselves in Italian, in Friulian, and the Slovenian dialect known locally by the name of Po Nasem.
The edition will be available on request in Friulian, Slovenian, and English.
THE HISTORY OF THE PROJECT
The project started in 2017 when Davide Degano began photographing the places of his childhood. The first photos were published in 2018, in a collective project called "We Feed the World", curated by Cheryl Newman. The work then expanded to collect more than 2,000 negatives. In 2019 Sclavanie is presented with an "introductory" exhibition at the regional palace Oberdan, in Trieste. Subsequently, the anthropologist Livia Raccanello and the Austrian researcher and teacher Michael Biesmann joined the project. Over the years the work has been published in various national and international magazines such as ArtDOC, Icon Magazine, and British Journal of Photography. It has also been selected for the Paul Schuitema Award 2020 (with honorable mention) and has won Urbanautica Institute Award 2020 (Anthropology and Territories section ). Now, thanks also to the commitment of Penisola Edizioni, in collaboration with the Urbanautica Institute, it will become an accessible publication. A storytelling and dissemination tool to be shared with schools, libraries, inhabitants, and with those who study and are interested in these issues.
THE PUBLICATION
The book includes a rich photographic production by Davide Degano. About 110 photos accompanied by detailed captions, archive photos.
The anthropologist Livia Maria Raccanello, collaborator of the Institute for the Reconstruction of the Castle in Faedis, in the province of Udine, describes, in an essay, her experience in the revitalization process of the small mountain village of Stremiz.
Michael Beismann, Town Planner and Spatial Planning Specialist. Previously a researcher at the University of Innsbruck, he analyzes the phenomenon of repopulation in the small mountain villages of the Alps, bringing attention to some virtuous cases in Switzerland and France, and comparing them with the problems persisting in the Italian villages.
These two essays are accompanied by thematic maps and illustrations produced by Regional Synergie.
Format:
- 256 Pages
- 110 photos
- 30 archival pictures
- Closed format: 22x27cm
- Designers: Rudi van Delden, Davide Degano
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Thanks to the presale on the crowd-funding platform, you can secure a copy at a discounted price and at the same time contribute to the production of the book. In addition, you can access other advantageous rewards such as autographed copies, collectible fine-art prints, and other unique discounts.
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Prototipo del progetto, utilizzato come tesi di laurea. Immagini indicative del libro finale.
Dummy of the project, used as a thesis. Images indicative of the final book.
La raccolta fondi terminerà durante la prima settimana d'agosto. A inizio settembre il fotografo Davide Degano, assieme al team di Penisola Edizioni, inzierà le operazioni di stampa e produzione del libro. Il volume sarà pronto verso la fine del mese di settembre e successivamente verrà inviato ai sostenitori del progetto!
The crowd-funding campaign will be running until the first week of August. During the first week of September the photographer Davide Degano, together with the Penisola Edizioni team, will start the production of the volume. The book will be ready toward the end of September and subsequently will be shipped to the supporters of the project!
STAMPE PREMIO
Per coloro che avranno come premio una stampa firmata e numerata, sarà possibile scegliere fra i soggetti proposti sotto. Verrete contatti personalmente da Davide Degano per la scelta dei soggetti, a campagna conclusa!
Le stampe verrano prodotte dal fotografo Davide Degano, che utilizzerà una stampante professionale, Canon imageprograf pro-1000, su carta Hahnemuhle Matt Fine Art.
REWARD PRINTS
For those who will have a signed and numbered print as a prize, it will be possible to choose among the proposed subjects. You will be personally contacted by Davide Degano for the choice of subjects, once the campaign is over!
The prints will be produced by photographer Davide Degano, who will use a professional printer, Canon imageprograf pro-1000, on Hahnemuhle Matt Fine Art paper.
Stampe 20x25 cm (dimensioni effettive)
Villaggio Prosenicco
Prosenicco Village
Cava Krokolcic
Krokolcic quarry
Ritratto
Portrait
Stampe 30x40 cm (dimensioni effettive)
Robedischis
Robedischis village
Ponte di Napoleone
Napoleone's bridge
Dino, l'ultimo scalpellino
Dine, the last stonemason
Parlano di Sclavanie/ Features :
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