Una campagna di
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Il protagonista è un uomo solo al centro della scena, al centro della storia, al centro del mondo: ma non al centro di se stesso. In questo flusso di coscienza, un non-mitico Edipo si è già accecato.
Se il celebre predecessore lo ha fatto una volta vista la verità, qui invece lo fa prima ancora prima di vedere.
Prima ancora di vivere.
È la paura che acceca, la paura di non poter superare i fantasmi, gli schemi, le aridità reiterate della periferia fisica e mentale, la vera protagonista di questo spettacolo. Un’opera sull’incomunicabilità che vede al centro della scena un uomo in dialogo col fratello mai nato.
Da una banale discussione tra i genitori – tra una madre amata, che porta negli occhi la sofferenza di tutte le donne vittime della vita, e un padre odiato, che vorrebbe simbolicamente uccidere, perché (a torto o a ragione) il protagonista vede in lui riflessa la sua inadeguatezza – l’uomo senza nome viene a sapere che, prima che lui nascesse, la madre ha subito un aborto.
Da questa rivelazione scocca una scintilla che gli cambia la vita: «Io potevo non esistere, potevo non nascere».
Da qui si genera un dialogo a senso unico: da un lato, c’è un feto non nato, dall’altro, un feto rabbioso di paura, vivo, che però si percepisce come aborto. Ne emerge un flusso vulcanico, un dialogo aperto, un’invettiva nei confronti di un fratello mai nato, di un fratello che non nascendo, lo costringe a esistere, facendogli vivere una vita all’insegna dell’incomunicabilità familiare, una vita borderline, in una periferia dimenticata da Dio e dagli uomini. Circondato da brutture, l’uomo non riesce più a vedere la bellezza, quella delle sfumature, della semplicità, quella nascosta dentro se stessi.
Da qui l’accusa al fratello mai nato, che lo ha intrappolato in una condizione di sconosciuto a se stesso e al mondo, in cerca di una verità che non riesce a guardare in faccia.
Rifugiandosi tra le braccia di Marta, una massaggiatrice, ritrova in lei sprazzi di felicità emotiva, non avvertendo alcun giudizio, ma sentendo la vicinanza di un’anima abbandonata come lui. Marta è la chiave di volta, è lo sprono alla bellezza.
Nonostante tutto. Marta lo accoglie nella sua intimità. “Bisognerebbe avere il coraggio dei ragazzi che si lanciano dagli scogli per tuffarsi ed essere accolti”.
In fondo è ciò che desideriamo tutti nella vita, essere accolti.
«C’è una donna costretta e un uomo in violenza, c’è il desiderio dell’odio e la conoscenza del dolore, c’è la scoperta di una non nascita, di un figlio non voluto, che fa scivolare la frana dei pensieri e dei desideri in una drammaturgia che coniuga sul corpo dell’attore i passaggi di un racconto di crescita incerta, di una fisicità felice, di un incontro che lenisce e cancella per qualche momento le ansie in cui in filigrana si intravede la sagoma di una generazione che cerca sorrisi e li teme». Giulio Baffi, “Repubblica Napoli”
«L’impatto con il pubblico di Sala Assoli, teatro napoletano in cui lo spettacolo è andato in scena l’1 e 2 aprile, è fortissimo: presenti molti artisti e attori, pubblico commosso, lunghi applausi. L’interpretazione di Del Prete è intensa e a tratti emerge qualcosa di fortemente personale che lo rende vulnerabile sulla scena». Emanuela Ferrauto, “Dramma.it”
«Sergio Del Prete dona un’interpretazione preziosa: si muove con una disperazione che tende i nervi, i suoi e di chi osserva, oltre il sopportabile; la sua voce strozzata incalza i ricordi di una vita miserabile inchiodando lo spettatore al suo posto». Valentina Mancini, “Teatro e Critica”
«Non dev’essere un caso che quest’urlo così umano, feroce e poetico, emerga dalla sezione più notturna del festival; non è un caso che ad emetterla sia la parte più giovane, valida e fragile della teatralità napoletana». Alessandro Toppi, “Repubblica Napoli”
«Sergio Del Prete, immerso in una bella scrittura pungente, ci racconta queste “nostre vite scassate”, con la furia, tenera e allucinata, di un De Niro in “Taxi Driver”, con decisione, risolutezza e chili di personalità». Tommaso Chimenti, “Recensito.net”
Dramma.it a firma Emanuela Ferrauto http://www.dramma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=34755%3Asconosciuto-in-attesa-di-rinascita&catid=39%3Arecensioni&Itemid=14&fbclid=IwAR3vYlBnCgUjQgKG0AENk-qySqhODS2U6_i_PiHC3Rb4bZlmkoOrTTZVYfk
Controscena.it a firma Ilenia Borrelli http://www.controscena.it/sergio-del-prete-sala-assoli/?fbclid=IwAR0ePn7M-pkUD_w6w8S6FyUEhb_ecUYjzlUkoJWd0aKe-tTbXS5kyYRNQ5Y
Su Teatro&Critica in Cordelia a firma Valentina Vittoria Mancini https://www.teatroecritica.net/2023/04/cordelia-aprile-2023/?fbclid=PAAaZ8FsvSrEDYJf-2hPpNXkvwJQJl9J6D1jPPSB4d4Wx36fTeCCTMXCngV6s
Napoli Today a firma Viviana Graniero https://www.napolitoday.it/cultura/sconosciuto-in-attesa-di-rinascita-sergio-del-prete-sala-assoli.html?fbclid=IwAR3OMR31FenPlZ8gWjRWTsqIQmU3fwlxvZWDK1Sf9L365OsMdPOjN3Yz1TE
Il Corrierino a firma Federica D’Auria https://www.ilcorrierino.com/la-possibilit-di-amarsi-senza-conoscersi-/32536.html?fbclid=IwAR2g1fDb2J62PhVM0t42cIJ5imp1YXp1QRZP3GJ3EsRM0k8xxNskCfTNiYk
Linkazzato a firma Fabio Andreozzi https://www.linkazzato.it/del-prete-il-suo-sconosciuto-in-sala-assoli/
Armadillo Furioso a firma Francesco Bove https://www.armadillofurioso.it/sconosciuto-in-attesa-di-rinascita-un-atto-unico-di-sergio-del-prete/?fbclid=IwAR3P1RfemiEoi-XZxvkJX_ppxXjkCvY2FHrvQ9qB0XuhEQBJbu7aS34rwoA
La Rivista Intelligente a firma Maria Laura Irene https://www.larivistaintelligente.it/lodio-della-periferia/maria-laura-irene/
Quarta Parete Roma a firma Sara Formisano https://quartapareteroma.it/sconosciuto-in-attesa-di-rinascita-quando-una-non-nascita-ci-serve-per-parlare-della-vita/
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