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“Dall’Italia verso Oriente, in un viaggio travolgente!”: è questo il motto di un’impresa eroica, a tratti quasi folle, che a breve coinvolgerà due amici.
Roberto Ferretti e Gian Andrea Bellingeri, da sempre appassionati di motori e automobilismo d’epoca, si stanno preparando alla partenza per un viaggio di 18.600 chilometri dall’Italia alla Mongolia e ritorno.
I due avventurieri - è proprio il caso di dirlo - viaggeranno a bordo di una Fiat 126 del 1989 rinominata Skeggia. Attraverseranno 10 Paesi nel giro di 37 giorni percorrendo la maggior parte dei chilometri su strade bianche.
L’essenziale per sopravvivere concentrato in una automobile d’epoca, un motore messo a nuovo e tanta passione porteranno Roberto, Gian Andrea e la Skeggia attraverso paesaggi spettacolari. L’incontro con le culture locali è parte fondamentale del motivo del loro viaggio: respirare i profumi e le tradizioni di terre nuove per avvicinare l’italianità al resto del mondo.
A bordo della Skeggia 126 viaggerà anche un assegno sociale-umanitario. “Il nostro pellegrinaggio non è solo un’avventura di due amici, ma un viaggio alla scoperta di altre realtà con lo scopo di aiutare altre persone, perchè vorremmo dare la possibilità ad altre persone nel mondo di poter prendere e partire” raccontano i due protagonisti.
Ferrouno: promotrice dell’iniziativa è l’associazione sportiva dilettantistica Ferrouno, nata nel febbraio 2017 con lo scopo di promuovere l’automobilismo d’epoca. Come? Attraverso l’organizzazione di eventi e viaggi il cui centro sono le automobili di una volta: quei bolidi che hanno fatto la storia e che hanno riempito di emozioni gli amanti dei motori.
Non solo l’uscita domenicale e i raduni ma partire dall’amore per i motori che accomuna tantissime persone per raccogliere fondi da donare a diverse iniziative sociali e umanitarie.
Skeggia 126: Fiat Skeggia 126 BIS, classe 1989. La sfida vera? La macchina. Il simbolo per eccellenza dell’amichevolezza italiana torna in strada per condurre i nostri coraggiosi piloti in territori inesplorati.
Skeggia: non solo una macchina, ma uno stile di vita a rappresentanza della socievolezza del Bel Paese. Come le luci di via dei mezzi navali e aerei, anche Skeggia, dotata di uno specchietto verde e uno rosso, è eletta a simbolo dell’inizio di un nuovo viaggio avventuroso.
Roberto: Nato a Forlì nel 1961, ha respirato fin da piccolino la passione per i motori, trasmessagli dallo zio. Ha lavorato infatti da ragazzo di bottega mentre elaborava la 500 dello zio per le gimkane.
Crescendo ha continuato a montare e smontare macchine e motociclette di tutti i generi come hobby e passione. Coi soldi del primo lavoro ha comprato la sua prima auto d’epoca, un Duetto Alfa Romeo del 1966, col quale ha avuto anche i suoi primi incidenti.
Quando, 5 anni fa è entrato in possesso della Skeggia 126, ha capito subito che era destinata a una grande impresa.
Gian Andrea: Nato a Rimini nel 1948, Gian Andrea è sempre stato un impavido avventuriero. Già in giovane età è stato viaggiatore intrepido. Vivendo tra Italia, Indonesia, Brasile ed Amazzonia e laureatosi in Ingegneria a Bologna, sin dall’infanzia Gian Andrea ha conosciuto la passione tutta italiana per i motori.
Ed ora eccolo qua, in partenza per l’impresa più ambiziosa della vita.
Quando: la partenza è fissata al 15 luglio 2017, ed è in realtà l’unica data certa! Il viaggio è stimato in 37 giorni con una media di oltre 300 chilometri al giorno e solo 3 giorni di pausa. I piloti prevedono di rientrare a Bologna il 20 agosto. Tutto il loro viaggio sarà documentato e coperto mediaticamente.
Dove e come: Gian Andrea e Roberto seguiranno un itinerario che li porterà ad attraversare svariati paesi: Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Russia, Mongolia, e ritorno. Tutto a bordo della Skeggia 126 che, sempre Roberto e Gian Andrea, stanno mettendo a nuovo con l’obiettivo di farle percorrere i 120 km/h come velocità di crociera. Ci riusciranno?
Perché: Mescolanza di culture, scoperta di Paesi meravigliosi, promozione dell’automobilismo d’epoca e desiderio di portare fisicamente un aiuto concreto ad altre persone. Lo scambio culturale è uno degli obiettivi fondamentali dell’iniziativa: il desiderio di condivisione delle diverse sfaccettature culturali li porterà alla ricerca di uno sciamano dell’Altaj per arrivare a conversare con lui riguardo alle radici ataviche della religione animista.
Roberto e Gian Andrea sognano di poter non solo visitare le pianure di Gengis Khan, ma anche di poter portare un concreto aiuto.
Skeggia 126 sostiene :
Perché donare? Sostenere la semplicità di due italiani che si metteranno on the road con il cuore in mano e la mente aperta.
Roberto e Gian Andrea sperano di rendere questo viaggio un’esperienza di scambio culturale, basata sul gioco e la condivisione delle reciproche tradizioni: tenteranno di entrare in contatto con le persone del luogo (nonostante le comprensibili barriere linguistiche) e affronteranno una sfida: dovranno insegnare alle persone che incontreranno 5 italianità e farsi dire da loro una parola che rappresenti il mondo automobilistico, delle amicizie e della solidarietà.
Ballare il liscio;
Spiegare chi era Nuvolari;
Insegnare a cucinare la pasta;
Insegnare a giocare a biglie;
Insegnare i gesti italiani.
Lo scambio culturale vive proprio di questo: incrociarsi, guardarsi, farsi conoscere reciprocamente. Il gioco è sempre uno dei canali migliori per valorizzare le tradizioni di un luogo.
I due impavidi eroi che porteranno la Skeggia in Mongolia, e poi di nuovo in Italia, ci tengono ad essere trasparenti sulle loro richieste di donazione. Di seguito si riportano infatti le domande che ci sono state generalmente poste e, se qualcuno ha piacere di porne altre, il team e l’organizzazione sono a disposizione per chiarimenti e approfondimenti.
L’obiettivo primario dell’iniziativa, e quindi della raccolta fondi, è la promozione dell’automobilismo d’epoca attraverso il finanziamento di un viaggio. Ferrouno a.s.d., l’associazione promotrice dell’evento, si è costituita proprio con l’intento di promuovere le auto d’epoca in maniera dinamica: facendole muovere e macinare km, a dimostrazione del fatto che certi motori sono ancora forti e resistenti. Le auto hanno fatto la storia, specie quelle ad oggi considerate d’epoca. Sono state una scoperta per molti ragazzi che amavano la meccanica, sono state dei traguardi per delle famiglie, sono state i primi fugaci nidi d’amore, sono state parte del boom economico italiano e hanno dato pregio all’Italia.
I soldi che verranno raccolti non verranno minimamente utilizzati per lucro, bensì per permettere all’associazione Ferrouno a.s.d. di promuovere il suo scopo: automobilismo d’epoca dinamico.
Perché l’associazione Ferrouno a.s.d. vuole cercare di unire sempre alle proprie attività anche uno scopo benefico. L’idea dei fondatori è quella di creare una community di appassionati di auto d’epoca, di motori e di viaggi all’interno della quale promuovere attività divertenti che però prevedano una parte anche per il sociale.
“Abbiamo la fortuna di poter avere degli hobby, di poterci dedicare alle nostre passioni e di poter condividere tutto ciò con un raduno, o con una mangiata in compagnia o con un viaggio. Tutte queste attività hanno sempre un costo. La nostra filosofia è quella di allargare lo sguardo al mondo che andiamo a visitare. E il mondo non è tutto fortunato come noi. Allora ecco perché di quei costi che sosteniamo per il nostro divertimento vogliamo prevedere una parte da donare a chi aiuta i più sfortunati. Con la speranza che il nostro aiuto possa permettere un domani a tutti di poter stare bene, vivere le proprie passioni e divertirsi. Bisogna partire dal basso, dai piccoli gesti. E guardare sempre là dove serve una mano”.
Diversi i motivi che hanno portato alla scelta della ONLUS Save the Children.
Tra le tante associazioni umanitarie contattate, Save the Children è quella che ha maggiormente convinto e ispirato il team e l’organizzazione;
Sebbene l'idea iniziale fosse quella di consegnare aiuti umanitari spendibili direttamente in territorio Mongolo, a sostentamento di un Paese il cui tasso di povertà supera il 20%, il team e l’organizzazione hanno preferito affidarsi ad un'associazione seria e fidata, affinché nessuno dei loro e dei vostri sforzi si disperda;
Save the Children è una ONG con cui, a livello personale, sono già state effettuate donazioni e di cui il team si fida. Le attività di Save the Children e l’utilizzo delle donazioni che ricevono sono trasparenti, ogni anno infatti la ONG pubblica sul sito il bilancio: https://www.savethechildren.it/bilancio
Il 7% delle donazioni ricevute sia tramite la campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso sia tramite le donazioni esterne con il pulsante “Dona” di Paypal e/o bonifico bancario.
I soldi raccolti verranno utilizzati dal team per:
spese di viaggio: benzina, autostrade, visti;
vitto e alloggio: non verrà effettuato un viaggio di sé dispendioso, il team infatti si porterà dietro parecchio cibo in scatola cercando di gestire il più possibile in autonomia questo aspetto del viaggio. Per gli alloggi verranno cercati ostelli e possibilità di alloggio a basso prezzo. Per le emergenze il team ha montato anche una tenda sull’auto;
aggiustamenti auto: sebbene il team stia lavorando con meccanici che stanno sposando la causa, l’acquisto dei ricambi verrà finanziato con la raccolta fondi;
promozione viaggio e comunicazione.
Sì, a fine viaggio verrà pubblicato un bilancio dell’attività svolta.
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