Una campagna di
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La porta del progetto Jumping Oltre I Confini è aperta ormai da tre anni, spalancata da persone spinte dal desiderio di creare comunità accoglienti. Esse intendono supportare chi si ritrova in difficoltà, senza casa, senza lavoro, in un mondo nuovo complesso da comprendere.
Venezia, città di porto, è un incrocio continuo di genti che vi approdano, che la attraversano e che la vivono.
È abitata da chi ci vive da sempre e da chi è arrivato da poco: si cammina fianco a fianco per ritrovarsi parte della stessa comunità, con pari dignità e diritti.
Il progetto Jumping oltre i confini è nato nel 2018 dall’associazione “Casa di Amadou” e dal 2020 collabora con l’associazione “DiCasa”.
Rappresenta un punto di riferimento per persone migranti e senza fissa dimora che si trovano nel territorio di Venezia e ha l’obiettivo di creare comunità con chi ha più bisogno, condividendo paure, desideri ed ambizioni. Grazie, infatti, all’intreccio tra professionalità e volontariato, valore aggiunto e caratterizzante del progetto, cerchiamo di rispondere alle istanze che vengono direttamente dalle persone.
Casa di Amadou nasce nel 2015 con l’idea di far sentire a Casa chi una casa non sentiva di averla, non potendo cucinare ciò che desiderava, non potendo guardarsi in tranquillità una partita, non potendo avere un po’ di silenzio attorno. Così, nella canonica della parrocchia della Resurrezione, sita nel quartiere multietnico Cita di Marghera, hanno iniziato a trovare casa tante delle persone in-migranti che attraversavano e attraversano il territorio veneziano.
Avete presente quando ci si accoglie a vicenda? Succedono le cose più inaspettate. Per questo sono nate le cene del giovedì sera: chi stava pian piano imparando l’italiano ha sentito il desiderio di far scoprire alle proprie insegnanti i sapori della propria terra e così, preparando mafé, attiéké e buon kheer, seduti attorno al tavolone nel soggiorno, è iniziata una tradizione che prosegue ancora oggi. Inizialmente una decina di persone e poi sempre di più: a volte, la sera, contandoci, arriviamo anche a 60 nomi, storie e sorrisi. E da quel tavolo sono nate tante altre storie, amicizie, qualche amore, tanti progetti, accomunati dal desiderio di continuare a tenderci la mano vicendevolmente, fino a diventare, nel 2018, un’associazione vera e propria.
In questi tre anni sono tanti i progetti e le attività che l’associazione ha portato avanti, spesso in collaborazione con altre realtà: Vestite a Festa, Start Me Up, Jumping oltre i confini…ricordando sempre i valori che ci hanno fatti sedere allo stesso tavolo: solidarietà, rispetto, una vita dignitosa per tutte e tutti.
Jumping oltre i confini è un progetto di inclusione sociale, territoriale, lavorativa e abitativa, rivolto a persone migranti, che opera sul territorio veneziano in rete con quelle realtà locali, regionali e nazionali che lavorano per l'inclusione. Nella sede operativa, nel cuore di Mestre, le operatrici accolgono le esigenze delle persone migranti collegate all’associazione Casa di Amadou e non solo: ad ogni persona migrante, che si rivolge al progetto, vengono proposti percorsi costruiti a partire dai loro desideri, dalle loro attitudini e secondo i loro obiettivi.
Al lavoro quotidiano delle operatrici si aggiunge quello dei numerosi volontari che si rendono disponibili a sviluppare e realizzare i percorsi di sostegno abitativo, di apprendimento della lingua e di interazione; un continuo percorso di formazione proposto a tutti i volontari è volto a migliorare l’efficacia e la competenza di ogni azione.
L’obiettivo primario è il raggiungimento dell’autonomia da parte delle persone migranti attraverso il coordinamento e la realizzazione di attività volte all’implemento dell’autonomia sociale e territoriale, abitativa ed economica delle persone coinvolte nel progetto.
Le operatrici del progetto e i volontari delle associazioni non si sostituiscono mai alla persona, il rapporto si basa sulla condivisione e l’ascolto e la progettualità viene decisa insieme. Le operatrici, tramite colloqui conoscitivi, infatti, mettono in risalto le inclinazioni e le aspirazioni della persona che hanno di fronte, al fine di proporre un percorso che sia il più affine ad essa per definire quali potrebbero essere le strade possibili per raggiungere i suoi obiettivi, in completa autonomia. I volontari offrono un sostegno nella vita di tutti i giorni, dedicando il proprio tempo alle altre persone e ai loro bisogni nella convinzione che agendo insieme, e non individualmente, il percorso di vita si arricchisca e diventi tutto molto più semplice.
Attualmente negli appartamenti delle associazioni Casa di Amadou e Di Casa, gestiti dal progetto Jumping oltre i confini, sono inserite 55 persone, con età comprese tra i 20 e i 60 anni, di diverse provenienze. Tra queste ci sono quattro nuclei monoparentali formati dalla madre e i propri figli.
Oltre alle persone inserite negli appartamenti, il progetto segue anche tutti e tutte coloro che richiedono di essere supportati nella risoluzione di varie difficoltà o nel raggiungimento di un obiettivo.
In totale, ad oggi, più di 200 persone sono passate per il progetto e vi hanno trovato un aiuto concreto per arginare una situazione di marginalità e ritrovare la propria dimensione.
Con il Progetto Jumping oltre i confini vogliamo garantire:
In numeri, abbiamo bisogno del vostro sostegno per:
sostenere economicamente 5 persone inserite negli appartamenti del progetto che, per un periodo di tempo, non si possono sostentare autonomamente e per cui il progetto contribuisce al pagamento dell'alloggio, del vitto settimanale e di ogni spesa necessaria (trasporto pubblico, spese sanitarie, vestiti, eventuali spese per documenti, ...)
sostenere il cofinanziamento di 10 esperienze di tirocinio di inserimento lavorativo, insieme alle aziende che assumono il tirocinante per garantire alla persona una remunerazione idonea al carico di lavoro e allo stesso tempo agevolare l’azienda ad assumere la persona che non ha esperienze precedenti, con il sostegno da parte delle operatrici del progetto;
sostenere la programmazione e l'attivazione di 2 corsi professionali per 20 persone, organizzati in partnership con gli enti di formazione accreditati del territorio, guardando sia allo stato del mercato del lavoro e di quali professionalità c'è bisogno, sia alle inclinazioni e attitudini espresse dalle persone a cui i corsi sono indirizzati;
sostenere economicamente attività ricreative, come i centri estivi, e sportive, per i bambini e le bambine, tra i 4 e i 6 anni, accolti insieme alle madri nel progetto;
#ACCENDIUNALUCE per noi ha moltissimi significati, uno tra tutti è la vicinanza al valore che ha assunto accendere la luce verde nella propria casa.
In questo momento, infatti, la lanterna verde rappresenta, per le persone migranti che si trovano al confine tra la Bielorussia e la Polonia, una casa dove poter essere accolti, trovare un pasto caldo, una coperta, vicinanza e solidarietà.
Lo Stato italiano riconosce la possibilità per chi effettua donazioni ad associazioni di volontariato di accedere ad alcuni benefici fiscali. La somma versata si potrà dedurre o detrarre dal proprio reddito annuo.
La somma donata è: deducibile fino al massimo del 10% del reddito annuo; detraibile per il 35% di quanto versato.
Al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi il tuo commercialista o il tuo CAAF di riferimento sapranno aiutarti.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Buona occupazione e crescita economica: promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Città e comunità sostenibili:creare città sostenibili e insediamenti umani che siano inclusivi, sicuri e solidi.
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