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CHI SIAMO
Siamo la prima squadra di richiedenti asilo e rifugiati di Milano. Nato dalla fusione di tante squadre presenti a Milano, il Sant'Ambroeus Football Club raccoglie l’eredità di progetti sportivi quali i Black Panthers , i Corelli Boys e i Corelli Lions , i Blue Boys e la Thomas Sankara FC che per anni hanno popolato i campi di calcio della città e dell’hinterland. Dopo le esperienze nei campionati Uisp e in numerosi tornei extra-federali, lo scorso anno abbiamo fatto il grande salto: la terza categoria della Figc , il calcio vero. Terminata la stagione 2018-19 al settimo posto, oggi siamo di nuovo in lotta per un posto nei play-off. Ce la faremo? Può dipendere anche da te.
COSA VOGLIAMO FARE
Per sopravvivere in Figc è necessario pianificare un progetto a lungo termine, per elaborare nel tempo un modello di società sportiva sostenibile e solido da un punto di vista tecnico, economico e organizzativo. Il St. Ambroeus FC si vuole porre a Milano come punto di riferimento sportivo di integrazione e antirazzismo attraverso un'attività sana come il calcio - veicolo di conoscenza, scambio e socialità, eccellente mezzo per superare tutti i razzismi e tramite per capire e assimilare il rispetto per le regole. Il calcio è una lingua universale, che in passato ci ha dimostrato essere uno degli strumenti di interazione più efficaci in contesti difficili come le periferie milanesi. La squadra può contare su un bacino di circa 50 atleti provenienti per la maggior parte dall’Africa Occidentale, ma anche dal resto del mondo, e chiaramente anche dall’Italia. Sono giovani con un’età media di 23/24 anni, alcuni dei quali in attesa di un giudizio della Commissione territoriale per il riconoscimento dell'asilo politico o della protezione sussidiaria o umanitaria.
Mantenersi in un campionato della Figc comporta un investimento che si aggira intorno ai 20.000 euro - una spesa ingente, che mette a dura prova tutte le società dilettantistiche e causa un gran numero di fallimenti ogni anno. Il nostro obiettivo è creare un modello sostenibile cercando di coinvolgere la cittadinanza nella vita del progetto sportivo: ricalcando il modello dell’azionariato popolare, vogliamo aprire ai nostri sostenitori la possibilità di essere parte della società sportiva. Nella pratica questo significa condividere i valori del St. Ambroeus, promuoverli e salvaguardarli attraverso la partecipazione ai processi decisionali “politici”. Siamo convinti che le persone abbiano un gran desiderio di contribuire attivamente alla vita della squadra per cui fanno il tifo.
IL PRIMO ANNO FRA SODDISFAZIONI E DIFFICOLTÀ
Anche grazie al sostegno di tante persone solidali e sensibili alla nostra causa, l’anno scorso siamo riusciti ad iscriverci al campionato di Terza Categoria, a prenotare il campo per due allenamenti a settimana, più la partita della domenica, a comprare il materiale tecnico, le divise, le tute di rappresentanza, l’abbigliamento sportivo (necessario soprattutto in inverno). L’inizio della stagione è stato particolarmente difficoltoso perché per tesserarsi alla Figc i calciatori hanno bisogno di presentare una documentazione di cui spesso i ragazzi del St. Ambroeus non dispongono; per far giocare alcuni dei nostri calciatori abbiamo dovuto aspettare mesi, per altri abbiamo atteso invano e non hanno mai potuto disputare una partita. L’altro problema che ci ha falcidiato per tutta la stagione è la precarietà, che se colpisce duramente i giovani italiani, lo fa a maggior ragione con gli stranieri. Quasi tutti i calciatori del St. Ambroeus non hanno situazioni contrattuali stabili; fra chi lavora nella gig-economy, chi cambia lavoro ogni due mesi e chi è costretto a trasferirsi per trovare un lavoro migliore – in pratica nessuno dei nostri ha mai la certezza di potersi allenare con continuità, né di poter rimanere in gruppo per tutta la durata del campionato.
Nonostante le difficoltà, grazie alla forza del gruppo (nel quale vi sono anche giocatori che nel proprio Paese giocavano ad alti livelli) siamo riusciti a raddrizzare la stagione, non riuscendo tuttavia a raggiungere il quinto posto, valido per il play-off. L’obiettivo di quest’anno è migliorare la settima posizione dello scorso anno. Chiaramente, i due problemi appena descritti, permangono e restano il nostro avversario più grande.
COSA CI SERVE
Come già detto, partecipare ad un campionato federale significa affrontare tante spese: iscrizione, tesseramenti, visite mediche, l’attrezzatura sportiva, i campi e le trasferte. In questo momento abbiamo bisogno di scarpe, k-way e materiale termico per affrontare l’inverno. Ci piacerebbe inoltre comprare dei borsoni, le tute di rappresentanza e la seconda maglia per le competizioni ufficiali (al momento ne abbiamo una sola). Infine sarebbe un grande traguardo poter stanziare un piccolo budget per venire incontro ai ragazzi che abitano lontano e pagano il trasporto pubblico.
Viviamo questa avventura, praticamente ancora all’inizio, come una possibile esperienza di cambiamento, in grado di dare grandi frutti sociali e umani per la città di Milano.
Fai anche tu il tifo per noi?
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