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“Spinalonga” è un testo di drammaturgia teatrale, genere poco praticato, che Vincenzo Frungillo affronta con intento sperimentale e una funzione letteraria molto spiccata, con inserimenti poetici e il rimando alle illustrazioni di Davide Racca.
La prima scena del testo ci introduce nei temi che l'opera affronta:
"Il lebbrosario vive gli ultimi anni della sua vita, da molto tempo non arrivano più nuovi pazienti sull’isola. Oggi i medici si preparano ad accogliere le rappresentanze del governo e della chiesa giunti per la consueta cerimonia di mezza estate. Nel lebbrosario si tengono i preparativi per la festa.
Scena 1
Il capitano è stato accolto al porticciolo dell’isola dal direttore del sanatorio, hanno percorso la strada che conduce alla porta principale, seguiti dai muli che portano vettovaglie per la cerimonia. Il capitano guida una lenta processione composta dai rappresentanti della chiesa ortodossa. I preti indossano le loro lunghe tuniche nere. Arrivati alla soglia della porta, il capitano si ferma. Alza lo sguardo verso il leone. Il tempo ha corroso il bassorilievo che riproduce lo stemma della Repubblica di Venezia".
Vincenzo Frungillo è nato a Napoli nel 1973. In versi ha pubblicato Fanciulli sulla via maestra (Palomar, Bari, 2002), Ogni cinque bracciate. Poema in cinque canti (Le Lettere, fuori formato, 2009, finalista premio Antonio Delfini), Meccanica pesante (Marcos y Marcos, 2012, XI Quaderno di Poesia Italiana Contemporanea), Il cane di Pavlov (edizioni d’If, 2013, premio Russo-Mazzacurati di Napoli), La disarmata (AA.VV. Cfr edizioni, 2015), La pausa della serie evolutiva (2016, Oèdipus edizioni).
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