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Il Comitato per la Valmarecchia - Stop allevamenti intensivi è nato all'inizio del 2023 per contrastare l’apertura di un nuovo allevamento intensivo in località Cavallara, al confine tra i territori di Maiolo, Novafeltria, San Leo e Talamello, in Alta Valmarecchia. Il progetto prevede la costruzione di 16 “grattacieli orizzontali” che nasceranno su un vecchio insediamento dello stesso tipo, attivo dagli anni Settanta e abbandonato dal 2009. Vi si alleveranno fino a 800mila polli all’anno.
L’intervento di Fileni è stato autorizzato dalla giunta regionale nell’aprile del 2022, senza che nessun cittadino della valle fosse informato: l’indignazione è stata una della molle che ci hanno portato a far nascere il Comitato, con l’obiettivo primario di informare i cittadini di tutta la valle e non solo, perché il problema degli allevamenti intensivi, con le loro emissioni di ammoniaca e di metano, per noi è generale, non riguarda solo il nostro territorio.
Per questo abbiamo pubblicato una petizione su change.org, firmata da oltre 77mila cittadini, per questo stiamo lavorando con alcuni legali per agire penalmente contro Fileni e per convincere gli enti che hanno autorizzato il progetto nell’ambito di procedura di autorizzazione avvenuta senza che il progetto venisse mai presentato ai cittadini.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto anche perché solo uno dei 10 Comuni della Valle ha accolto le nostre legittime richieste e - approvando un ordine del giorno e inviando formalmente alla Regione la richiesta di revoca dell’autorizzazione - accompagna le azioni del Comitato, evidenziando la debolezza istituzionale del territorio.
Uno studio pubblicato nel 2016 dai ricercatori delle Università di Birmingham e Hong Kong ha dimostrato che i rischi relativi di mortalità per ogni aumento di 10 µg/m³ dell’esposizione a PM2,5 aumentano del 22% per qualsiasi tumore, del 42% per tumori del tratto digestivo, del 35% per tumori di fegato, vie biliari e pancreas. Il valore di media annuale raccomandato dall’OMS per la protezione della salute umana è stato dimezzato rispetto alle AQG (linee guida qualità dell’aria) del 2005 ed è 1/5 dell’attuale limite di legge che risale al 2008.
Inoltre, secondo il Centro di referenza nazionale ed europeo per l’influenza aviaria afferma che è in aumento in Italia la circolazione del virus H5N1 dell’influenza aviaria fra gli uccelli selvatici, si teme che questi possano trasmettere il virus agli allevamenti avicoli, con il rischio che avvenga anche un salto di specie fino all’uomo. La grande densità di polli negli allevamenti intensivi favorisce la trasmissione del virus.
Secondo l'ultimo calcolo aggiornato da Fileni, la superficie coperta dai capannonida 15.533 mq passa a 27.880 mq. Anche la superficie impermeabile, cioè i piazzali, passano da20.238 mq a 21.456 mq. A parte vanno considerate anche le opere necessarie al transito, anche se risultano superfici permeabili e cioè con pavimentazione in massicciata di ghiaia, che passano da 8.426 mq a 18.359 mq. In totale fanno 23.498 metri quadrati in più, quasi 2 ettari e mezzo.
La Valmarecchia è un tesoro naturalistico di biodiversità dove si integrano ecosistemi e specie continentali del centro Europa con quelle mediterranee, creando un paesaggio ecologico unico. L’allevamento della Cavallara interferisce con una zona di protezione speciale, sito d’interesse comunitario, ovvero quello dei Gessi e delle Rupi della Valmarecchia.
L’insediamento di Fileni andrebbe a interrompere la rete ecologica regionale che collega tutti gli ecosistemi e che mantiene la resilienza del territorio e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Le emissioni atmosferiche di ammoniaca contribuiscono all’acidificazione del suolo, in particolare se tali emissioni sono vicine a un corso d’acqua, come nel nostro caso, il danno potrebbe estendersi per effetto della veicolazione del fiume stesso e portare ad una grave perdita di biodiversità.
La vicinanza al fiume implica un allarme sulla qualità delle acque, il Marecchia, infatti, è già troppo martoriato e tuttavia sostiene con le sue falde freatiche l’industria turistica della costa e non solo (100 milioni di m3 di acqua, tre volte la capacità di Ridracoli).
L’insediamento di un allevamento intensivo di queste dimensioni danneggia lo sviluppo della valle legato - nelle strategie pubbliche - al turismo lento ed esperienziale. Il problema scorre con le acque del fiume fino a Rimini. A condannare il settore turistico sarà la puzza e l’impatto visivo (i grattacieli orizzontali, citando Tonino Guerra, ai piedi del nostro gioiello che è San Leo).
L’esperienza marchigiana della Vallesina ci insegna, inoltre, che è impossibile abitare vicino a un allevamento di questo tipo: i cittadini della Vallesina vorrebbero solo andarsene e vendere la proprietà, ma il mercato immobiliare è crollato.
In compenso, il nuovo allevamento a Maiolo garantirà 3 posti di lavoro stabili.
Crediamo che un allevamento intensivo non possa in alcun modo garantire benessere animale, anche quando è certificato biologico. L’allevamento industriale impone agli animali una vita breve (81 giorni), non naturale (la luce elettrica accesa per almeno due terzi della giornata), in un ambiente insano, dove a causa della concentrazione di animali si possono sviluppare con facilità focolai di malattie. Continuare a generare e allevare animali programmati per soffrire è un’enorme crudeltà, oltre che una grave violazione delle norme di protezione degli animali.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Utilizzo responsabile delle risorse: garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.
Lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile, combattere la desertificazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.
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